XXIII° - Fallimenti.

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L'oscurità che tanto impediva alle sinapsi di compiere il loro lavoro venne investita da una luce travolgente: avvenne con una violenza e un impeto tale da sconvolgere tutto il sistema nervoso. Non si trattava più della fioca luce di una candela durante i sogni, ma dello splendere di un sole a metà luglio, durante le ore pomeridiane. La memoria era, di per sé, un processo decisamente volubile e limitato, che si svolgeva attanagliato da una serie di condizioni che ne deterioravano l'efficacia, ma ciò che Amelia era riuscita a fare andava ben oltre ogni neuroscienza; ella aveva ripristinato la sua memoria, facendole ricordare, con una precisione innaturale, ogni avvenimento della sua vita. Quando il varco nero si chiuse alle spalle di Petra il suo Ipotalamo venne perforato da una serie di chiodi, che rappresentavano le informazioni aggiuntive: avvenimenti che facevano da contorno a quelli più importanti, che la mutante ebbe modo di visionare nella "Camera delle Memorie". Interessante era l'analogia tra il primissimo respiro di Pietro e l'ultimo: entrambi gli bruciarono i polmoni. La mutante se ne stette svenuta per ore ed ore, mentre il suo rinato cervello assimilava passivamente gli anni di Pietro e Wanda con i coniugi Maximoff, le avventure degli "Apostoli di Devana", lo splendore e il decadimento della Confraternita, il tempo passato assieme a Sharon e la battaglia finale in Wakanda a fianco di Frank Castle, "Il Punitore". Quando Petra riuscì lentamente a riprendere coscienza, avvertì qualcosa schiacciarle il seno e l'addome, causandole un gemito di lamento. Quel peso, noto alla mutante sotto il nome di Kimberly, se ne stava appollaiato su di lei e non aveva mai smesso di fissarla. Quel verso, il primo cenno di vita dopo ore, causò nella terranova una immediata reazione: la sua lingua si abbatté con foga sul viso intontito di Petra, avvalendosi pure delle zampone per tenerlo fermo. Era il modo della palla di pelo per dirle "bentornata" e mostrarle quanto era stata brava ad attendere il suo risveglio.
Petra;; « Hey.. Kim! Kim va bene va bene, ho capito! Eddai Kim! Sì anche io sono contenta di rivederti.. » Disse con un timbro basso e assonnato della voce, facendo rotolare quell'ammasso di pelo scodinzolante via da lei con fatica. Guardandosi attorno, realizzò di essere nella propria stanza e non nella serra dove Amelia la aveva portata. Raven era intenta a leggere il giornale, seduta sulla poltroncina obliqua al letto. « C-Che cosa è successo e.. Quanto ho dormito? C-che ore sono? » La trasformista blu chiuse il giornale con forza, stropicciandolo e gettandolo poi a terra. Si alzò in piedi ed incrociò le braccia sotto il seno; fissava l'albina con uno sguardo accigliato e di estremo disappunto.
Raven;; « E' successo che ci hai quasi fatto scoprire. Hank ti ha presa in braccio come una bambina di cinque anni e assieme ad Ororo ti ha riportata quì, senza manco bussare alla porta! » Esclamò, guardandola spietata mentre Petra si sistemava seduta a bordo del letto: con tutti i capelli spettinati e lo sguardo praticamente assente sull'interlocutrice. « Ti rendi conto che se io avessi indugiato mezzo secondo ad accorgermene, ora saremmo in guai seri? » Raven sospirò: l'espressione da pesce lesso di Petra e Kimberly bellamente in panciolle non erano due fattori sui quali contare per avere una discussione seria. « Quando lo capirai che devi seguire i miei ordini alla lettera?! » Picchiettò la testa di Petra con l'indice artigliato, accentuando così le sue parole e fregandosene del frastornamento dell'albina.
Petra;; « ..Io e te dobbiamo discutere di alcune cose. » Lentamente si alzò in piedi, fulminando Raven con lo sguardo. « E tu non potrai sviare il discorso facendo leva sul mio non sapere, dato che ora ricordo anche meglio di te. »
Raven;; « Ah sì? Ti ricordi meglio di me? » Le sue pupille giallognole si dilatarono, a seguito della finta sorpresa. « Sentiamo, allora: spiegami quegli anni. Sì, Petra, coraggio! Illuminami. » Continuò in tono di sfida.
Petra;; « Con tutto il crack che ti sei iniettato in vena avrai sicuramente dimenticato la situazione di merda in cui voi avevate messo me e Wanda. » La velocista trovò un modo di sfogare tutta la sua frustrazione addosso a Raven, toccando una corda che non doveva nemmeno pensare di sfiorare. In men che non si dica, Petra si ritrovò ad essere afferrata per il colletto e strattonata in avanti. Ad un palmo dal suo naso, la trasformista la guardava adirata.
Raven;; « Stammi bene a sentire: osa incolparmi un'altra volta di qualsiasi cosa inerente alla Confraternita e io ti faccio a pezzi, mocciosa. Se non hai bene in mente come io abbia accudito te e Wanda mentre vostro padre giocava a fare "Il Grande Dittatore", provvederò io a rimediare. Lo vuoi sapere chi ha detto a tua sorella la verità riguardo al bombardamento del vostro villaggio? Sono stata io! » Petra, invece, sapeva bene che la presenza di Raven, per i gemelli, fu decisamente molto più genitoriale e autentica rispetto a quella di Erik. Scoprire che fu proprio Mystica a comunicare la verità a Wanda la stupì, ma non avrebbe mai potuto fabbricare un resoconto più plausibile. « Lo vedi questo posto? In questo istituto sono famigerata tanto quanto te! Se sapessero che ti faccio da ombra, farebbero tutto il possibile per allontanarti dall'opportunista e manipolatrice Mystica! E vuoi sapere una cosa? Non mi nasconderò, io sono anche peggio di come mi pensano! Ma non importa di loro. Quello che voglio è che tu ti metta bene in testa che nessuno ha mai tenuto a te e a Wanda come ho fatto io. » Petra giurò di vedere il giallore degli occhi di Mystica brillare per un momento, e a fronte di ciò non seppe realmente cosa dire. Kimberly se ne stava sul letto a guardare la scena, con le orecchie protese in avanti.
Petra;; « Va tutto bene, Kim. » Parlò a bassa voce, in modo da tranquillizzare l'amica pelosa. La presa al colletto della maglia di Petra venne mollata lentamente, e Mystica si allontanò da lei di qualche passo. « Mi dispiace. Non volevo ferirti. »
Raven;; « Ho subito decisamente di peggio, non preoccuparti. » Disse sospirando e tornando a guardarla per un breve momento. Petra sentì il peso di una discussione che non era in grado di reggere, quindi cambiò presto argomento.
Petra;; « Riguardo ciò di cui volevo parlarti, Raven, io voglio essere grande alla mia maniera. Voglio mettere fine a tante di quelle cose che sono successe e continuano a succedere a discapito dei mutanti, ma non sarà con una seconda Confraternita. » Compì qualche passo verso la mutante, che la guardava con un'espressione indecifrabile. Sembrava estremamente sorpresa in negativo, il suo respiro si faceva sempre più pesante ad ogni parola che Petra pronunciava. « Nessuno verrà escluso, non ci sarà alcuna distinzione tra mutanti ed X-Men, perché saremo tutti uniti per uno scopo! Io sono semplicemente una mutante come altri, quanto sono forte rispetto alla maggior parte di essi è irrilevante. Non strumentalizzerò il dolore altrui per il culto della mia persona gridando "equità" a pieni polmoni! » Raven la lasciò parlare. Voleva testare la convinzione della velocista, rimanendo inamovibile sul posto a guardarla glaciale. In Petra si instaurò il naturale pensiero che la trasformista la stesse letteralmente schifando per le parole pronunciate, ma nulla avrebbe potuto fare per riportarla sotto la mentalità spartana della Confraternita. Da lei era ritornata una Petra più cosciente, giusta e autocritica. « Io non posso fingere di impegnarmi, lo devo fare sul serio! Se voglio un futuro unito e forte devo allacciare corde spezzate, rimediare con le persone che ho fatto soffrire. Ciò di cui ho più bisogno, però, è di ritrovare Wanda. » Petra fece una pausa di qualche secondo, abbassando lo sguardo per poi tornare a guardare Raven negli occhi, con coraggio e intraprendenza. « Da ora in poi io e te non avremo più alcun segreto. Lavoreremo insieme, ma questa volta lo faremo per davvero! Queste sono le mie condizioni. » Concluse, non mostrandosi assolutamente intimorita di fronte allo sguardo penetrante e minaccioso di Raven. Le due stettero in contatto visivo per qualche secondo, prima che il viso della mutante blu venisse stravolto da un ampio sorriso malizioso che Petra non capì.
Raven;; « Finalmente parli come un'adulta. » Le pizzicò la guancia con le sue unghie gialle, mentre Petra la guardava con un'espressione da pesce lesso. 
Petra;; « Tutto quì? Non sei arrabbiata? Non hai voglia di disconoscermi? » Domandò con una nota di delusione nel suo tono.
Raven;; « Perché dovrei? Mi hai risparmiato il lavoraccio di farti dimenticare i deliri di onnipotenza di tuo padre. Da questo punto di vista è un bene che tu mi abbia disobbedita. » Rispose tranquilla, gioendo interiormente per non aver dato modo all'altra di farla uscire dai gangheri, non di nuovo almeno. «Ti faccio vedere dove sono andata. » Ella si scostò dall'albina, dirigendosi verso la credenza per aprirne tutti i cassetti; in mezzo ai vestiti costosissimi della velocista erano stati introdotti a forza plichi di documenti e foto. Esattamente quelli con cui Raven aveva tappezzato un'intera stanza, nella sua catapecchia di Melvindale. Mentre Petra si mise a raccoglierne alcuni per sfogliarli, la trasformista ricominciò a parlare. « In punto di morte, Xavier raggiunse le menti dell'umanità intera, cancellando dalle suddette ogni traccia della Confraternita. »
Petra;; « Quindi solo i mutanti si ricordano di noi.. » La mutante si concentrò maggiormente sulle foto, rispetto ai fascicoli governativi. Esse ritraevano alcuni momenti di gruppo tra i principali membri della Confraternita, in mezzo ad una miriade di scatti di Pietro e Wanda.
Raven;; « Sì. Quei documenti li ho rubati per evitare che non ci fossero ripercussioni ancora peggiori. Non contenta ho pure scaricato i file riguardanti noi dentro una chiavetta, e l'ho distrutta. Quelle carte servivano solo per farti capire chi eri, quando lo avrei ritenuto opportuno. Direi che, a questo punto, possono andare anche quelle. » Rispose calma, notando che l'albina non le stava nemmeno guardando. 
Petra;; « Dopo aver detto a Wanda dei nostri genitori, ti sei allontanata per questo, vero? » Domandò, alzando lo sguardo verso di lei. Raven annuì.
Raven;; « E mi son presa la vita di Robert Kelly. » Continuò, abbassando il tono della voce. « Non c'è luogo più sorvegliato dell'United States Capitol, ma non abbastanza per impedirmi di entrare, camuffarmi a seconda di chi mi tornava più comodo, attivare l'allarme antincendio e, nella confusione, sparare cinque colpi soppressi. Due alla testa, tre al petto. » Petra notò che non c'era nessun tipo di vanto nelle sue parole. Ella si ricordò del loro primo incontro quando, estasiata, confidò la sua ammirazione per tale atto, e la reazione ricevuta non fu delle più entusiaste. Aveva una mezza idea del perché, ma l'albina volle vederci più chiaramente.
Petra;; « Hai fermato il progetto "Sentinelle", salvando così la vita a milioni di mutanti! Non hai perso tempo, hai individuato il nemico e lo hai tolto dalle palle. Perché ti causa così tanto fastidio parlarne? » Mystica la guardò accigliata.
Raven;; « Mi sono esposta. In un impeto di superiorità ho lasciato che vedesse il mio vero aspetto nei suoi ultimi istanti di vita, ed ho causato una falla al rimedio di Xavier. Non che la "damnatio a memoriae" nei riguardi della Confraternita avrebbe potuto mettere fine al razzismo verso i mutanti, ma diventando una nemica pubblica ho peggiorato la nostra condizione. Non ero preparata, non quando mi sono ritrovata da sola a premere il grilletto; non pensai a niente, in quel momento. Quando lo uccisi io non provai nulla, ma mi accorsi subito di quello che, da lì a poco, sarebbe successo. Decisi di nascondermi. » La mutante si allontanò da Petra e si sedette a bordo del letto. L'albina la vide fare ciò che non si sarebbe mai aspettata da lei: accarezzare il dorso di Kimberly mentre dormiva. « Pensavo e ripensavo a come tornare, raggiungere nuovamente voi due e portarvi via con me. Credevo di meritarmelo, e mentre aspettavo arrivò il giorno in cui tu.. te ne sei andato. » Ci fu una lunga pausa; Raven era intenta a guardare quella "mostriciattola" di Kimberly, evitando così di farsi vedere da Petra. Se prima la sua voce si era incrinata, in quel momento rischiò proprio di spezzarsi. « In quel momento, capii di avere fallito. » Concluse, con un filo di voce. La realizzazione di come quell'atto scellerato causò estremo dolore, non solo a Wanda ma anche a Raven, iniziando una parentesi di estremo declino per lei, mise Petra nella condizione di essere più comprensiva ed empatica. L'albina non poteva certo ergersi sopra di lei, visto che a causa di una rottura era sulla soglia di diventare esattamente come suo padre. Provò vergogna, ora quel suo triplice omicidio non sembrava più un gesto così eroico.
Petra;; « Ho fallito anche io. » Pronunciò con buone intenzioni, per non farla sentire sola in quel momento dove stava raccontando sé stessa. Si avvicinò lentamente. « Volevo ritrovare me stesso, allontanandomi da tutto e da tutti.. Quando ho realizzato di fatto solamente del male, è stato troppo tardi. » L'albina cercò lo sguardo della trasformista, quando fu accanto a lei abbastanza da poggiarle il braccio sulle spalle, in segno di supporto. « Ora che le nostre strade si sono incrociate nuovamente, abbiamo un'altra possibilità. Siamo ancora vive perché prima di lasciarci tutto alle spalle possiamo fare di meglio. » Sussurrò, e Raven si decise finalmente a guardarla. C'era molta incertezza nei suoi occhi, ma non disse nulla. L'albina spostò la mano sulla sua nuca e spinse la testa della mutante contro la propria. Le due misero in contatto le loro fronti. « Insieme ritroveremo Wanda. Noi tre saremo, finalmente, una famiglia. » Quelle parole arrivarono dritte dritte nel profondo dell'anima di Raven. La velocista percepì in lei l'assenza di battito per un secondo. La trasformista non sapeva cosa dire, per un  istante la guardò con gli occhi spalancati e le labbra schiuse. Improvvisamente, le sue braccia tremanti spinsero Petra in un forte abbraccio; una stretta talmente forte e soffocante che sembrava stesse abbracciando la propria vita. Petra arrossì di colpo: ella sapeva bene quanto quei momenti d'affetto con Raven fossero straordinariamente rari, quindi volle godersi al meglio quel loro primissimo forte abbraccio. Posò la testa di lato sulla sua spalla, stringendosi con forza a lei. « Grazie per aver parlato a cuore aperto; significa tanto per me perché so quanto significa per te. » Mormorò.
Raven;; « Stai zitta, mocciosa. Non dire una parola di più. » Rispose, allargando un mezzo sorriso mentre le accarezzava i capelli argentei. Petra scosse leggermente la testa, trattenendosi una risata. Kimberly le guardò contenta e fiera, mentre occupava, a ciambella, il centro del letto. Improvvisamente, però, il cellulare nella tasca di Petra incominciò a vibrare rumorosamente, finendo per interrompere il momento. Infastidita, la mutante sgusciò leggermente via, giusto quanto bastava per vedere chi la stava importunando. Era Jason con l'ennesima chiamata nella speranza di ottenere una risposta da parte dell'albina. Solamente a rileggere il suo nome sul display del cellulare, la mente di Petra ritornò ai Bastard Ryders, a Joanna, Zio Sam e Marianne. Era tanto lontana da Detroit, da qualche giorno non indossava più la sua flag rossa. Pensò al senso di abbandono nel quale dovevano sentirsi i suoi amici, già alle prese col lutto della dipartita di Joanna. Petra aveva avuto modo di pensare ad altro in quei giorni, ma loro no. Per loro non esisteva un'altra strada. « Forse faresti meglio a rispondere. » Asserì Raven, allontanandosi verso il bagno. Petra deglutì, prendendosi il tempo di un paio di squilli prima di rispondere alla chiamata.

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