XVI° - Complicazioni inaspettate.

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L'unica valigia che Petra possedeva era quella dentro la quale Sharon aveva nascosto i vestiti di Pietro tempo addietro. Essa venne aperta e completamente svuotata da tutti i capi; al solo rivederli Petra si vergognò di come si fosse sentita inferiore a Pietro, per tutto quel tempo. Sharon non si meritava il senso di inferiorità della mutante. Questo pensiero svanì quando, decidendo cosa portare alla scuola e cosa no, posò lo sguardo su una foto della donna. Essa la ritraeva tutta sorridente con Kimberly in braccio, ed accanto a questa c'era la polaroid ritraente Petra, sempre in compagnia della terranova, scattata da Sharon. 
Petra;; « Raven deve aver visto questa, prima di trasformarsi in lei.. » Disse sottovoce, prendendo la foto che aveva attirato l'attenzione della mutante. Uno sconvolgimento dopo l'altro in pochissimi giorni: i più terribili che Petra avesse mai vissuto. Al contrario di quello che poteva esprimere a parole, abbandonare quel luogo non era affatto semplice; vero, ci furono dei momenti in cui lei non voleva più stare tra quelle quattro mura, momenti in cui preferiva dedicarsi ad altro piuttosto che pensare ai propri problemi, ma quella rimaneva la casa in cui venne accolta. Solo la lettera della stessa Sharon, la sua assenza e il desiderio di sfuggire dalla vita di strada diedero il "coraggio" a Petra di abbandonare quell'abitazione e, di conseguenza, Detroit. Petra era confusa: doveva lasciarsi andare al passato, ma possedeva delle cose alle quali rinunciare era proprio impossibile: la collana d'argento che le aveva regalato Jason, la sua flag e la stessa foto di Sharon e Kimberly finirono in valigia. Essa venne riempita pure da tutti quei vestiti firmati che si era procurata in quei mesi, oltre a quelli che Jason aveva aiutata a rubare, e in mezzo ad essi i 100'000$ che Petra aveva guadagnato in affari illeciti. Con decisione, Petra chiuse la valigia. Era pronta, sotto lo sguardo incerto di Kimberly, a cambiare totalmente vita. Raven la stava aspettando fuori dall'abitazione, oltre al cancellino; erano le 3 del pomeriggio quando vennero raggiunte da una macchina nera. Essa aveva i finestrini oscurati, sembrava proprio una macchina blindata e dalla postazione del conducente uscì una figura alquanto lugubre. Un uomo magrissimo, calvo e dalla pelle molto pallida posò le sue enormi iridi giallognole su Petra. Vestito di un impeccabile completo nero, si avvicinò alle due. Kimberly si mise ad annusarlo, mentre Petra provò una strana sensazione alla sua presenza: il suo sguardo le causava un fastidio che si propagò per tutta la schiena in un forte brivido. Raven, essendo dietro di lei, posò le dita artigliate sulle sue spalle, massaggiandogliele.

 Raven, essendo dietro di lei, posò le dita artigliate sulle sue spalle, massaggiandogliele

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Calibano;; « Calibano non avrebbe mai immaginato di poterti incontrare, Quicksilver. » Egli aveva una voce sibilante e guardò Petra con un sorriso luciferino; altro non trasmetteva che falsità e un profondo senso di inquietudine. « Di ogni potere mutante Calibano ne avverte l'essenza.. Una vera forza della natura, nel tuo caso. Calibano ha sempre supportato gli ideali da te rappresentati, dopotutto.. la tua eredità è leggendaria.. » A fermare l'inutile e, il poco compreso, discorso adulatorio di Calibano ci pensò Mystica: ella mise da parte Petra, spostandola di lato, e gli rispose. Il tono era alquanto seccato.
Raven;; « Sei quì per portarci alla scuola, non per ingannarla con le tue parole vuote. » Calibano spalancò gli occhi e il suo sorriso si spense in un battito di ciglia: si offese, ma ingoiò il rospo e si ritirò facendo loro un inchino.
Calibano;; « Calibano è pronto a compiere il proprio incarico, madame Mystica. » Detto questo, ritornò alla postazione del conducente; successivamente, Mystica si rivolse a Petra.
Raven;; « Sarà un lungo viaggio, trovati qualcosa da fare per distrarti. » Asserì, lasciando l'albina a caricare, da sola, la valigia nel baule. Lei, assieme a Kimberly, sederono sui sedili posteriori dell'autovettura. Sette ore di viaggio a circa 100 km/h separarono Petra da un nuovo inizio: quest'ultima le affrontò con gli auricolari alle orecchie, con la testa di Kimberly appoggiata alla sua coscia, nel mentre che si ascoltava "Get rich or die tryin" di 50 Cent, "Illmatic" di Nas, "Major Key" di DJ Khaled e finì per addormentarsi sotto la canzone "I need a Doctor" di Eminem, Dr.Dre e Skylar Grey. Di ciò che si dissero Raven e Calibano, Petra non sentì assolutamente nulla.
Calibano;; « Madame Mystica, Calibano crede che gettare madame Quicksilver in pasto agli X-men non sia una buona idea.. Potrebbero non capirla.. Potrebbero fraintenderla. » Disse, senza staccare gli occhi dalla strada.
Raven;; « Stai continuando a mettere in discussione la mia decisione, Calibano? Non parlare come se la conoscessi: non provarci, non sfidarmi. » Replicò, dopo essersi accesa una sigaretta.
Calibano;; « Calibano non lo farebbe mai, tuttavia è innegabile di come i tuoi stessi fallimenti ti abbiano inghiottita, madame Mystica.. Non vorrei che ricapitasse nuovamente. » Un forte sarcasmo e una forte soddisfazione uscirono fuori dalle labbra sottili di Calibano, nel dire ciò.
Raven;; « Io non fallirò, ho lei con me. » La mutante trasformista diede uno sguardo a Petra, mentre quest'ultima dormiva beata, tramite lo specchietto retrovisore centrale.
Calibano;; « Lei avrà paura. Calibano teme proprio che, quando sarà il momento, madame Quicksilver si tirerà indietro. Quando si renderà conto della sentenza di morte certa che ha addosso, ti lascerà al tuo destino.. E sarai di nuovo sola, madame Mystica. » Rispose, assumendo un tono serio e distaccato, senza però rinunciare alla provocazione e all'istigamento. La mutante si voltò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo.
Raven;; « Quando sarà il momento, lei li unirà tutti sotto una sola ed unica forza ribelle. Ci sarà una guerra, una di quelle guerre che quando arriverà lascerà un segno indelebile sulla storia mutante. Tu dove sarai, Calibano? Tu per cosa combatterai, Calibano? O sei con noi o sei contro di noi: a te la scelta, le conseguenze saranno altrettanto tue. » Detto questo, ella tornò a fissare il sole che si apprestava a tramontare fuori dal finestrino. Quando l'autovettura arrivò a destinazione erano le 10 di sera, e venne parcheggiata di fronte ad un enorme cancello che dava su un sentiero illuminato da vari lampioni; in lontananza, rivestita appena dalla luce lunare, l'imponente e maestosa scuola per giovani mutanti.
Raven;; « Svegliati, muoviti! » Ringhiò la mutante nei confronti di Petra che, bruscamente, riaprì gli occhi  assieme a Kimberly. Quando la trasformista si allontanò, l'albina le fece il dito medio alle spalle. Calibano la guardò dallo specchietto retrovisore centrale, lanciandole un sorriso per nulla rassicurante.
Calibano;; « Calibano ti augura buona fortuna, madame Quicksilver.. Ne avrai bisogno. » Disse, sghignazzando.
Petra;; « Fottiti, sei inquietante. » Detto questo fu felicissima di uscire, assieme a Kimberly, dall'auto: non poteva sopportare la fastidiosa presenza di Calibano un secondo di più. Appena la valigia venne scaricata, la macchina ripartì e si allontanò. Petra e Kimberly si avvicinarono a Raven, mentre quest'ultima stava guardando l'insegna dorata posta sul muretto del cancello; essa era dedicata a Charles Xavier e ai suoi ideali di uguaglianza tra mutanti ed esseri umani.
Raven;; « Dovrai proseguire da sola, mi hai sentito? » Petra la guardò confusa, non capendo. « Io ti libererò la via del cancello, appena arrivata all'ingresso principale chiederai di Ororo. E' lei che ti ha invitato quì, no? » Chiese, avvicinandosi al dispositivo di riconoscimento facciale per l'apertura del cancello.
Petra;; « Come farai ad entrare? » Domandò, senza staccare lo sguardo dall'imponente struttura che le si presentò in lontananza.
Raven;; « Il gatto conosce i propri topi e la loro tana. Per quanto pericolosa sia.. » Il grande cancello si azionò, ed una voce robotica e seducente disse "Benvenuto, Hank." « I topi non cambieranno mai. » Kimberly, che si era messa ad annusare in giro, fu la prima a varcare il cancello mantenendo il muso a terra. Petra rimase stupita nel constatare quanto potesse essere utile il dono del trasformismo.
Petra;; « Beh, allora ci vediamo dentro! » L'albina, voltandosi, si rese conto di star parlando da sola: Mystica era praticamente scomparsa in un battito di ciglia, lasciando Petra e Kimberly al loro destino. La prima sospirò, circondata dal suono delle cicale e del fruscio delle foglie al vento, mentre la seconda si limitò a guardarsi attorno. « Andiamo, Kim. Sto iniziando ad aver freddo quà fuori.. » Procedendo per quel sentiero di pietra, la mutante si rese conto di quanto effettivamente fosse grande e ben curato quel giardino. Non un solo filo d'erba fuori posto contornava quell'enorme villa medievale, e solo quando Petra raggiunse l'ingresso principale si rese davvero conto di quanto fosse piccola rispetto alla struttura. Kimberly era forse più eccitata di lei, infatti non fece altro che scodinzolare ed annusare in giro per tutto il tempo. Il portone, per qualche strano motivo, era socchiuso, e da dentro filtrava la luce ancora accesa. Nonostante ciò, la mutante entrò lentamente come una ladra, guardandosi subito attorno. Un salone enorme, arredato alla perfezione; tutto: dai tappeti, ai quadri appesi alle pareti, agli scaffali ricolmi di libri, ai mobiletti in legno, fino all'esagerazione di colori caldi richiamava le ville del 600 d.C. Tutto sembrava luccicare sotto un'illuminazione dorata e, facendo qualche passo, Petra incominciò a sentirsi smarrita in quell'istituto: da lontano intravedeva scalinate, porte e corridoi intersecarsi in maniera razionale, ma allo stesso tempo confusa per chi non era abituato a gestire un così grande spazio. Kimberly stava letteralmente impazzendo, tant'è che sentì il bisogno di setacciare ogni angolo di quella stanza infinita, non sapendo neanche da dove cominciare, mentre Petra rimase a bocca aperta dallo stupore.
Petra;; « C'è nessuno? C'è nessuno?! Ororo? Sono io, Petra Maximoff! Sono venuta quì per diventare invincibile! » Esclamò, sentendo solo un certo eco per lunghissimi secondi, ma ecco che da una delle tante stanze che davano al salone uscì proprio lei: Ororo, comparendo così alle spalle della velocista. Aveva i capelli bianchi raccolti a cipolla ed un'aria stanca, accompagnata a dei vestiti molto casual.
Ororo;; « Petra..? Non ti aspettavo così tardi, se devo dirla tutta nemmeno così presto.. » Alluse al fatto che Petra si era presentata dopo così poco tempo dal loro incontro, sorridendole appena. « Oh, ma ci sei anche tu! » Si chinò, mettendosi a dare qualche carezza a Kimberly.
Petra;; « E' stato un lungo viaggio.. Cioè io sarei arrivata quì in pochissimo tempo, ma lei no. Ha bisogno d'acqua. » Rispose, indicandola.
Ororo;; « Adesso vedo di piazzarvi da qualche parte, seguitemi. » Ororo si allontanò, e Petra sospirò nel dover traghettare ancora la sua valigia. « Come hai fatto ad entrare, Petra? » Domandò, senza voltarsi dietro a guardarla.
Petra;; « Avete lasciato aperto sia il cancello che la porta. » Rispose semplicemente; per lei mentire era diventato molto facile, figuriamoci mentire per metà.
Ororo;; « Strano, non ci capita mai di lasciar aperto l'ingresso del nostro rifugio.. » Rispose, alquanto dubbiosa.
Petra;; « Ci si può sempre sbagliare, io stessa avevo deciso che non sarei mai venuta quì ma.. Eccomi quà! Sei stata molto convincente, te lo concedo. » Ororo le rispose con un sorrisetto beffardo, mentre salì le scale con loro alle spalle.
Ororo;; « Quindi vuoi imparare a tenere a bada il tuo potere, giusto? Buono a sapersi, ma assumerne il totale controllo è la cosa più difficile da compiere per qualsiasi mutante.. Ne sarai in grado? » Domandò, provocandola.
Petra;; « Semmai non dovessi riuscirci, la colpa sarà solo vostra! Siete voi incaricati di insegnare a me. » Assottigliò lo sguardo, evitando così di cederle.
Ororo;; « Ottima risposta, Petra. Vedo che hai già capito come funziona quì. Nessuno viene lasciato indietro o ignorato in questa scuola. Noi faremo tutto il lavoro possibile per far sì che tu stia bene quì e che tu possa imparare a gestire al meglio le tue capacità. Tu devi fare lo stesso, ne sarai in grado? » Mentre percorrevano un lungo corridoio, Petra poté constatare che stavano passando davanti alle camere dove i mutanti, quelli come lei, alloggiavano. Grazie ai suoi sensi sviluppati poté capire che molti di essi non stessero dormendo, ma che invece fossero intenti a parlare a bassa voce tra di loro. La velocista, tuttavia, non riuscì a capire di cosa visto che la voce di Ororo li sovrastava.
Petra;; « Non vedo l'ora di cominciare! Sono sicura che posso farcela più velocemente di chiunque altro! » Esclamò con la sua solita dose di vanteria, e Ororo ridacchiò di tutta risposta, dopo essersi finalmente fermata dinnanzi alla porta numero 73. Lo stile della camera non si discostò minimamente dal resto dell'edificio, e alla mutante ricordò vagamente la camera che condivideva con Sharon. Finalmente ella poté poggiare a terra la sua valigetta e Kimberly poté buttarsi a terra a seguito di un sonoro sbadiglio.
Ororo;; « Alloggerai quì! Sei pure fortunata che hai una buona vista sul giardino. Ambientati, ma non troppo! Vado a prendere da bere per Kim. » Detto questo, Ororo si allontanò dopo aver dato un'ultima carezza alla Terranova. Petra se ne approfittò per tirare fuori il cellulare; con sua spiacevole sorpresa Jason le aveva scritto, rendendola nuovamente insicura riguardo alla sua scelta.

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