Piccoli passi raggiunsero il corpo impietrito di Sharon; la dottoressa posò la mano sulla spalla della bionda. Quest'ultima la guardò come se fosse uno scarafaggio; occhi sbarrati e muscoli tesi, un connubio perfetto: tipico di chi era completamente inglobato dallo sconvolgimento. Chi era quella donna? Perché possedeva lo stesso colore della pelle, gli stessi occhi e gli stessi capelli di Pietro? Tutto ciò era assurdo. Se ne stava sul letto, indisturbata, muovendosi quasi impercettibilmente, come se nulla in quella stanza potesse smuoverla dalla noia, fino a quando non si coricò definitivamente, dando le spalle alla porta.
Janet;; « Siamo confusi e disorientati quanto lei.. » La dottoressa riuscì a malapena a tenere lo sguardo di Sharon. I suoi occhi pretendevano risposte, spiegazioni esaustive e complete. « Stava migliorando, davvero.. Presto avrebbe firmato i documenti per la dimissione dall'ospedale. Ogni notte lasciamo che vengano fatte delle analisi: misuriamo i battiti cardiaci e la pressione sanguigna. Stamani abbiamo rilevato dei valori completamente diversi, quasi come se si trattasse di una.. Hai capito. Le abbiamo fatto qualche domanda un paio di ore fa; dice di chiamarsi "Petra Maximoff". Sa la sua età, ovvero 23 anni, che lei è una mutante, che può muoversi ad una velocità esponenziale.. Ma nient'altro, a qualsiasi altra domanda si è rifiutata di rispondere. Siamo andate più a fondo, sottoponendola a numerose lastre ed abbiamo riscontrato che tutto ciò non era un rifiuto intenzionale. Come puoi vedere, l'ipotalamo, la zona del cervello che si occupa della memoria, è completamente nera, compromessa; gli impulsi cerebrali non l'attraversano. Non si ricorda più niente.. » Alle orecchie di Sharon non poterono arrivare parole peggiori, esse martellarono la sua mente talmente tanto da farle mancare la terra sotto i piedi; infatti le sue gambe iniziarono a tremare. Di Pietro non c'era più alcuna traccia, la memoria avrebbe potuto perderla a causa di un trauma, ma il corpo come ha fatto a mutare? La bionda non arrivò nemmeno a farsi codesta domanda, la sola amnesia la fece quasi svenire, tant'è che dovette reggersi sul tavolo dal quale la dottoressa prendeva gli esami. Le gambe non le sentiva più, e le braccia incominciarono a irrigidirsi. Sentì un peso al petto quasi insopportabile. Non riusciva a pronunciare nemmeno una parola, tutte quelle che conosceva sarebbero state futili, nate da una forte frustrazione e paura per l'indomani. La dottoressa Crowford le diede delle leggere carezze sulla schiena. « Ora è di vitale importanza procedere con calma. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi, ma penso che tu, più di tutti, dovresti parlar..le. Fallo con calma, sii esplicativa e non mostrarti così. Tornare alla sua vita gradualmente è l'unica cosa possibile. Per facilitare le cose, dovresti resettare il suo cellulare.. » Le prese la mano, accarezzandola sul dorso. « Te la senti? » Nonostante tutte quelle richieste non migliorassero la situazione, dentro di Sharon non si palesò il rifiuto di parlarle o qualche altra esitazione; nonostante tutto, rimaneva comunque una traccia del suo amato. Annuì, senza guardarla negli occhi e ritirando la mano. « Io devo andare, ho un'emergenza. Semmai avessi bisogno di me, ti basterà premere quell'interruttore sulla parete. » e lo indicò, prima di alzarsi e procedere verso la porta che dava alla stanza dell'albina. La aprì nonostante l'occupatrice si fosse, nel mentre, coricata a riposare, ed incominciò a parlarle. « Petra..? »
Petra;; « Mh? »
Janet;; « Hai una visita, tesoro.. »
Petra;; « Non mi interessa. »
Janet;; « Vorrebbe solo parlarti.. »
Petra;; « Non ho nulla di cui parlare. »
Janet;; « Sarà solo una questione di minuti, Petra.. »
Di controvoglia, finalmente si rialzò. Si sedette al lato del letto, con tutti i capelli argentei spettinati, guardando la dottoressa in cagnesco. Le fece cenno con la mano di fare entrare la presunta persona.
Petra;; « Che sia veloce. » La voce di Petra era colma di arroganza, un tratto che aveva sempre contraddistinto Pietro, ma questa era più fredda e distaccata. Non stava bene con sé stessa, ma non lo avrebbe mai ammesso a nessuno, perché semplicemente non ne era cosciente. Guardandola si aveva la sensazione di osservare un animale in cattività: troppo malinconica per la situazione in cui si trovava, troppo indifesa per il mondo esterno: quello che dovrebbe essere il suo habitat naturale. Sharon avanzò lentamente, a passi incerti, verso la stanza, aspettando qualche secondo dopo l'uscita della dottoressa. Nella sua mente continuava a ripetersi cosa le avrebbe detto, come si sarebbe presentata, ma tra tutte quelle idee e quelle parole nemmeno una sembrava essere adatta alla situazione. Finalmente i loro sguardi si incrociarono, e Sharon poté finalmente vederla in viso; dovette ammettere che era bellissima.
Sharon;; « Ciao.. Petra.. Mi chiamo Sharon.. E vorrei parlarti un pochino.. » La bionda indossò il sorriso più tirato che poté fare, nel mentre che avanzò verso la sua interlocutrice, visibilmente tesa. La sua goffaggine venne risaltata ancora di più dal suo nervosismo, dato dalla paura di dire qualcosa di sbagliato. Colei che si faceva chiamare Petra rimase zitta, squadrandola più e più volte dalla testa ai piedi, rimanendo perfettamente composta alla vista della bionda; era ormai chiaro che non l'aveva riconosciuta, ma sembrava comunque interessata. Capire il silenzio dell'albina era pressoché impossibile, non fino a quando le fece spazio sul letto d'ospedale, ritirando le gambe sopra di esso, incrociandole.
Petra;; « Accomodati. » In quel momento non sembrò infastidita dalla bionda, ma di certo quello che le rivolse non era lo sguardo che normalmente si ha alla vista della propria amata, dopo un periodo di assenza. Sotto certi aspetti, però, era meglio che rimanesse nella sua beata amnesia.
Sharon;; « Come stai, Petra..? Ho saputo che eri quì e volevo vederti.. Dicono che stai meglio ma lo vorrei sentire da te.. » Incominciò a parlare, dolcemente.
Petra;; « Che sto meglio? E allora perché cazzo sono ancora quì? Sono stanca di domande stupide, non ne posso più di fare esami: voglio solo riposare. Ma che parlo a fare, siete solo umani. Ad ogni modo, perché ti interessa la cosa? » Le parole della mutante fecero abbozzare un sorriso sul viso di Sharon, perché l'odio incondizionato verso il genere umano era una delle caratteristiche di Pietro; una parte di lui che, seppur negativa, lo caratterizzava. Inoltre rappresentava un qualcosa dal quale lei era esclusa, l'unica. « E se ad un umana e ad una cagnolina mancassi tanto? » Si doveva tastare leggermente il terreno, andando per piccoli pezzi. Prese la sua mano ed intrecciò le proprie dita con le sue, Petra non la ritirò, ma si irrigidì, non capendo. « Ti faccio vedere una cosa.. » Prese il proprio cellulare, cercando in fretta una foto che aveva scattato qualche giorno prima, ispirata dalla tenerezza che trasmetteva. Si trattava di Kimberly appisolata sul letto, dalla parte di Pietro, a testimoniare la sua mancanza. Diede il cellulare a Petra, che rimase fissa a guardare la foto, curiosa come se dovesse cercare tutti i particolari di un dipinto. « Sì, a Kimberly manchi proprio tanto.. » Proseguì, nel mentre che giochicchiava nervosamente con i propri anelli. Petra era in evidente stato di confusione incosciente, il suo cervello era come una spugna che assorbiva qualunque cosa le venisse detta, spacciandola subito dopo come un'informazione assodata e risaputa. La fissò, per poi sorriderle, la prima volta che sorrideva agli occhi di Sharon.. Molto probabilmente era perfino il primo sorriso di Petra in quanto tale, come per i neonati avveniva dopo il secondo mese. Loro due convivevano, e passò dal non ricordarsi di lei a riconoscerla come la donna della sua vita, com'è sempre stata, senza neanche accorgersene. La situazione era piuttosto critica.
Petra;; « Kimberly.. Sì, non vedo l'ora di rivederla. » Sharon tirò un sospiro di sollievo, sembrava che tutto stesse andando nel verso giusto. Non poté nascondere una certa emozione, quasi dimenticandosi del totale cambiamento, complice il fatto che si trattava comunque di una bella visione. Petra si ricordava tutto, questo era ciò di cui era perfettamente convinta, senza neanche porsi il problema. Una barriera psicologica insormontabile. « E non voglio stare quì un minuto di più. »
Sharon;; « Petra io credo che tu dovresti.. »
Petra;; « "Credo, credo.." la mia decisione è questa. Me ne voglio andare. » Replicò, irremovibile, e subito dopo si mise a spogliarsi davanti alla bionda, togliendosi la tunica da ospedale con assoluta noncuranza. Le diede così modo di osservare il suo nuovo corpo, decisamente più basso e sottile di quello di Pietro, per poi andare a vestirsi con i capi d'abbigliamento femminili forniti dall'ospedale. Quando introdusse i piedi nelle scarpe, ovvero le uniche componenti del vestiario rimaste intatte dopo lo scontro, si rese conto che non erano della sua taglia. « Perché mi hanno dato scarpe così grandi? Uffa, sono pure belle.. Pazienza. » Sharon venne riportata "con i piedi per terra" dalla visione del suo corpo roseo e minuto, tirando un sospiro di sollievo all'assenza di interrogatori vari da parte sua. « Andiamo, biondina. » e si alzò dal letto, giungendo alla porta, dove venne raggiunta dai paramedici; uno di loro le prese il braccio, con l'intento di riportarla a letto, ma ottenendo solo l'irritazione di Petra. Quest'ultima strattonò via il proprio braccio dalle sue grinfie, guardandolo male. « Non ho intenzione di respirare questo odore di morte una volta di più. Sto bene, mettetevelo in testa. Quì potrei solamente impazzire. » Oltre che il temperamento irrequieto di Pietro, Petra presentava anche lo stessa attitudine nel rispettare le regole imposte. Sharon si interpose tra lei e i paramedici.
Sharon;; « Ci penserò io a lei! Con me è al sicuro, lo posso garantire! » Ella se ne andò a braccetto con la mutante. Era ben cosciente che ciò non era affatto giusto; alla fine stavano solo svolgendo il loro dovere, ma si erano ritrovati due persone alquanto particolari davanti. Ormai si trattava di sera inoltrata, e un cielo senza stelle copriva la povera Detroit, nel mentre che la macchina di Sharon sfrecciò tra quelle strade quasi del tutto dimenticate. Gli occhi cerulei di Petra guardarono fuori dal finestrino e non videro alcuna vitalità, sembrava quasi che ci fossero solamente loro due nella 8 mile. La conducente cercò di dissuaderla da certi pensieri pericolosi.
Sharon;; « Kimberly sarà contentissima di rivederti! »
Petra;; « Beh, sì. Immagino. »
Sharon;; « E pure io. »
Petra;; « Ma io sono quì.. »
Sharon;; « Beh, sì, emh.. Non è questo il punto! »
Petra;; « E quale sarebbe? »
Sharon;; « Che non voglio che tu stia lontana da me. »
Petra;; « Lontana in che senso? »
Sharon;; « Dove vai tu vado io, non ci deve essere nulla di segreto tra noi due. »
Petra;; « Io non so se.. »
Sharon;; « Su avanti, promettilo. »
Petra;; « Ma.. »
Sharon;; « Niente ma, devi stare solo con me. Promettilo. »
Petra;; « Mh.. Lo prometto. » La mutante capì che, per un po', non dev'essere stata con lei, ma c'era un motivo che andava oltre l'incommensurabile gelosia della bionda. Con tutto quello che era già successo a Pietro e le notizie del telegiornale, non si sentiva sicura a lasciarla sola neanche per un minuto. Doveva stare sempre attaccata a lei, quasi in maniera parassitaria.
Sharon;; « Brava, baby. Guarda, siamo già arrivate! » Disse estasiata, parcheggiando nel vialetto di casa. L'abitazione era una casetta piccola a due piani, ma non le mancava potenzialmente nulla. Fu il nido d'amore tra Sharon e Pietro, ma quanto le sarebbe costata esserlo anche per Sharon e Petra? Dei sonori latrati si fecero sentire non appena la chiave di Sharon venne infilata nella serratura, e finalmente Kimberly si mostrò accogliendole con frenesia, scodinzolando felicemente. Dopo essersi beata delle attenzioni della bionda, si mise ad annusare quella che sembrava proprio essere una nuova arrivata, scoprendo solo successivamente che questa aveva lo stesso odore di Pietro. Kim portò in avanti le orecchie, visibilmente confusa e disorientata, girando poi lo sguardo verso Sharon, mentre Petra si piegò per prenderla in braccio.
Petra;; « Ma ciao, tesorino. Ti sono mancata? Sì che ti sono mancata! Hai già fatto la pappa? Vieni dalla mamma. » il cervello della mutante si comportò come se conoscesse la figura canina da quando lei era arrivata in casa loro, ma la verità era ben diversa. La cucciola, tuttavia, non sdegnò le attenzioni dell'albina, pur non smettendo di annusarla, nel mentre che veniva portata in salotto. La velocista si sedette sul divano, mettendosi ad accarezzare il folto pelo di quell'angelo a quattro zampe, quasi dimenticandosi della donna; finché non venne chiamata, proprio da lei. Sharon, che nel mentre era distratta da quella dolcissima scena, ricevette una richiesta che la spiazzò.
Petra;; « Sharon, dove sono i miei vestiti? Questi che mi hanno dato mi stanno scomodi.. » Si lamentò.
Sharon;; « Cazz.. Eh? Oh, i tuoi vestiti! Si, te li vado a prendere io!! Avete tanto da recuperare tu e Kim. » Panico, metà armadio era pieno di vestiti maschili, capi che doveva tenere nascosti alla vista di Petra. Quest'ultima, nel mentre che l'aspettava, si mise seduta sul divano, ad accarezzare ripetutamente il pelo folto della terranova, passandoselo tra le dita. Era molto rilassante, e Kimberly non si ribellava minimamente alle sue attenzioni, che vennero interrotte bruscamente quando Petra scoprì qualcosa che stava sotto il televisore. Una scatola, con un led azzurro. Sulla facciata in alto vi era inciso: Ps4. Petra mise la Terranova da parte, facendole emettere dei versetti contrariati simili a grugniti, in modo tale da potersi alzare. Accanto al dispositivo trovò delle custodie contenenti degli hard disk, le quali riportavano in alto la scritta incisa sulla console: erano videogiochi. Petra si mise a controllarli tutti, erano nuovi per lei! Non si rese conto del fatto che sembrava una bambina nello scrutare tutti quei colori che decoravano ogni titolo da lei esaminato. Uno in particolare catturò la sua attenzione: "Ratchet & Clank" , un duo formato da un animale antropomorfo, non ben definito, che maneggiava le più impensabili delle armi accompagnato da un robottino. Volle giocare a quello! Tirò fuori il disco rigido, e con trepidazione lo inserì. Prese il Joypad e ben presto si trovò di fronte alla schermata di selezione utente.
Petra;; « Sharon e.. Quicksilver! Sì! Sono proprio io!! » e confermò sul quadratino che riportava il suo nome di battaglia. Selezionò nuova partita, e venne catapultata in un universo fatto di vasti pianeti e abitati dalle più disparate creature. La mutante amò quel gameplay immediato, condito da una storia semplice ma coinvolgente; sarebbe diventato, presto o tardi, il suo videogioco preferito. Tanto era immedesimata nelle avventure dei due eroi intergalattici che si dimenticò della richiesta fatta a Sharon, la quale approfittò della sua distrazione per disfarsi degli abiti maschili che erano ancora, giustamente, infognati nel suo armadio.
Prese una delle proprie valigie che usò quando Pietro l'accolse a casa sua e ci infilò tutto ciò che poteva, in modo frettoloso e grezzo. Dopo aver nascosto la valigia nel piano più basso dell'armadio, almeno momentaneamente, Sharon prese una t-shirt e un paio di shorts, ritornando poi dalla mutante. Quest'ultima, anche se in un corpo da donna, non aveva mutato le sue passioni. Sharon si fermò sull'uscio della porta e la guardò con aria innamorata.
Sharon;; « Non dirmi che quella ora riceverà tutte le attenzioni che dovrei avere io! Sai benissimo che sono gelosa. Ad ogni modo.. Ho il tuo cambio. »
Petra era talmente distratta che non senti nulla di quanto detto dalla bionda dall'altra stanza, troppo impegnata a cercare bolts sufficienti per acquistare "l'inceneritore". Tornò sul pianeta terra solamente quando le vennero gettati i vestiti addosso, scherzosamente. Si sentiva decisamente stanca, e volle evitare troppi disturbi che l'avrebbero allontanata da quell'interessante svago.
Petra ;; « Finalmente! » Esclamò, mettendo velocemente in pausa il gioco. Sì alzò, e mise ancora una volta il pudore nel cestino, spogliandosi di fronte a lei. Ancora una volta la prova che tutto quello che era successo non era assolutamente frutto di un rinculo psichico di Sharon per le droghe di cui aveva fatto uso in passato. Il tutto era maledettamente vero, un sogno di una notte di mezza estate, c'era solo da sperare che le cose non prendessero la stessa piega dell'opera shakespeariana. Petra, dopo aver indossato i vestiti che Sharon spacciò per suoi, ebbe come la sensazione che essi fossero nuovi alla sua pelle; che la sua cute avrebbe dovuto abituarsi al tessuto degli stessi. La voglia di ritornare a giocare, però, era talmente tanta che la fece desistere da questo dubbio. Caso volle che si sedette poco più là rispetto a dove stava riposando Kimberly, andando con la coscia a premere sul telecomando che cambiò canale. La visione venne dirottata su quello che sembrava un tg dell'ultima ora.
???;; « ..E senza ulteriori indugi vi presento l'ospite speciale di questa sera, primo ministro della difesa: Salomon J. Kelly! » E Petra vide, in un uomo, lo sguardo del diavolo.
Dopo inutili convenevoli, i due iniziarono a dialogare in studio.
???;; « E' appena tornato da Bruxelles, dopo una riunione straordinaria della NATO. Ci può dare più informazioni su quello che ha enunciato davanti alle telecamere? »
SJK;; « Come ben saprai, il mantenimento di un controllo rigoroso e meticoloso dell'ingente presenza mutante sul territorio, è stato uno dei grandi e nobili obbiettivi di mio padre. Sono assolutamente convinto del fatto che, se non ci fosse stata alcuna opposizione da parte dei liberali, le cose, adesso, sarebbero decisamente diverse. »
???;; « Ammiriamo molto la dedizione che suo padre, il compianto Robert Kelly ha dedicato al problema, ma qual è stata l'esatta motivazione che lo ha portato a definirli responsabili di tutto ciò che sta accadendo? »
SJK;; « E' semplice: vogliono che noi ci estinguiamo. Per loro siamo un peso perché qualche scienziato da strapazzo li ha definiti "Superior", ma la teoria evolutiva non è affidabile! Soprattutto per chi ha vissuto questo meraviglioso pianeta da molto tempo prima di loro. Fermano l'economia, non sono schedati ed operano all'oscuro del governo; tutto ciò è a dir poco inaccettabile. »
???;; « Ci troviamo di fronte all'emergenza vera degli anni venti di questo secolo, secondo lei? »
SJK;; « Non la definirei tale. E' giusto precisare che siamo tutti allarmati per quello che è successo, ma voglio dire una cosa. E' in avvio un progetto riguardanti i mutanti che non solo farà dormire sonni tranquilli ai nostri figli, ma garantirà la sicurezza in ogni angolo dell'America, e non appena tutti gli altri paesi si renderanno conto del pericolo che si insidia nelle nostre strade, nelle nostre abitazioni, nelle nostre scuole... Seguiranno il progetto "A.M.M.O.". Non posso rivelare ulteriormente, ma voglio che tutti voi sappiate, che il vostro ministero rimane forte. »
Petra rimase di sasso ad ascoltare quelle parole dure nei confronti dei mutanti. A che cosa si stava riferendo con "quello che è successo"? Perché ce l'aveva tanto con loro? Alla fine non gli avevano fatto nulla di male! Guardò Sharon, non capendo nulla di ciò che stava accadendo, ma proprio quando lei posò lo sguardo sulla bionda, questa spense il televisore. Petra era ancora più confusa, ma la donna sembrava irremovibile, soprattutto quando mise le mani sulle sue spalle e a si mise cavalcioni su di lei. Che cosa stava per fare? Non sapeva cosa stava succedendo, ma le gote dell'albina si infiammarono quando Sharon le posò il dito sulle labbra. Sharon;; « Shh.. »
Gli occhi di Petra si focalizzarono quindi sulle labbra di lei, che si avvicinarono pericolosamente alle sue, fino ad annullare la distanza. Sharon baciò Petra, e quest'ultima palpitò. Un contatto umido, privato: non doveva essere qualcosa che dovesse essere condiviso con chiunque, e si sentì prediletta agli occhi di Sharon rispetto a qualsiasi altra entità. Tutto iniziò ad apparire più chiaro dopo che le venne intimato un morso: doveva liberare la bestia lussuriosa addormentata, che una volta evocata non l'avrebbe più lasciata andare. Era così bello scoprirsi, scoprirsi una volta per tutte e mai dimenticarsi. Petra prese il frutto del peccato, consegnatole da Sharon stessa, e lo divorò: succhiandone il succo e assimilandone il proibizionismo. Così il sesso calò sull'innocente mutante, entrando perfettamente in simbiosi con lei, raggiungendo ogni suo recettore sensoriale e scombussolandolo totalmente. Da lì in poi, per la mutante non ci sarebbe stata nessun'altra persona meritevole di fiducia quanto Sharon.

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QUICKSILVER
Science FictionPetra Maximoff è una mutante col dono della supervelocità che si trova, di suo malgrado, alle prese di un mondo ostile nei confronti della sua razza. A rendere il suo viaggio ancor più intricato e complesso, ci sarà la scoperta di una vita passata...