VI° - La prima fiala.

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Sopra quei ragazzi cadde un terrore palpabile. Appena l'ultima vittima di Petra ebbe modo di recuperare abbastanza fiato, indietreggiò dalla mutante. Si alzò in piedi, zoppicando via il più velocemente possibile, seguito dagli altri due con i volti sporchi di sangue.
???;; « Bro, non l'ho neanche vista arrivare.. »
???;; « Mi sta venendo il vomito, non respiro.. Che cazzo facciamo?! »
???;; « Zitti e muovetevi, coglioni! »
???;; « "Quicksilver!?" Perché suona così famigliare?? »
???;; « Che cazzo ne so?! Muoviti, scemo! »
La paura diede loro la forza di scappare, o almeno tentare di non cadere di nuovo a terra. Nel mentre che se ne andavano le loro voci divennero man mano più lontane, e Petra non tolse lo sguardo dalle tre figure; lo fece solamente quando i suddetti sparirono dalla sua vista. La giovane mutante era ancora lì, attaccata al cancello della scuola, che la fissava con stupore e visibilmente scossa. Petra giurò di aver visto i capelli della suddetta passare da un rosso acceso ad un rosso scarlatto, nel mentre che si avvicinava a lei, con lo zaino rubato ancora addosso.
Petra;; « Stai bene? » Chiese, posando la mano sulla sua spalla.
???;; « Sì... » Fece un profondo respiro ed abbozzò un sorriso, posandosi una mano sul petto. « Grazie. »

 Petra;; « Buono a sapersi

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Petra;; « Buono a sapersi. » Si staccò per raccogliere la cartella di lei, che nel processo era caduta a terra, porgendogliela successivamente. « Come ti chiami? »
???;; « Mi chiamo Emma. » Prese la cartella, senza pensarci due volte a mettersela in spalla.
Petra;; « Io sono Petra, ma puoi chiamarmi Quicksilver. » Rispose fieramente, incrociando le braccia sotto il proprio seno.
Emma;; « Lo avevo capito, e penso anche loro. » Ribatte, alquanto divertita. Alla suddetta rimanevano pochi minuti della pausa scolastica concessa, ed Emma fece per uscire dal cancello, ma si bloccò davanti ad esso. « Senti, mi faresti compagnia ancora un po'? Magari ci beviamo qualcosa. Ho finito il mio libro e non so che fare. » Chiese, aggrappata alle sbarre di metallo.
Petra;; « Certo, perché no? » La raggiunse, uscendo con lei. Petra tenne le mani in tasca, nel mentre che si avviò con lei al bar vicino alla scuola. « Che hai letto? »
Emma;; « "Butterfly Effect", non è conosciuto da molti. »
Petra;; « Oh, e di che parla? »
Emma;; « Beh, di un fenomeno che si chiama, appunto, effetto farfalla. »
Petra;; « "Effetto farfalla"? » Petra alzò un sopracciglio.
Emma;; « Sì! » Annuì.
Petra;; « E cosa significa? »
Emma;; « Non ha un singolo significato, diciamo che è una raccolta di diversi punti di vista sul caso. Ad esempio, secondo la Scienza, il battito d'ali di una farfalla può essere l'origine di un ciclone che si compirà a migliaia di metri di distanza da lei. »
Petra;; « Quindi le farfalle ci uccideranno tutti? » Emma ridacchiò, scuotendo la testa ed aprendo la porta del locale.
Emma;; « Può essere, ma a me piace sottostare al fatto che ognuno di noi sia una farfalla. Ogni nostra azione, anche la più minima, può avere sullo spazio o sul tempo, un grande impatto. » Avanzò verso un tavolino per due, davanti al quale si sedette ad aspettare che Petra facesse lo stesso.
Petra;; « Continua. » L'albina prese la sedia e la girò davanti a lei, sedendosi con lo schienale sul petto.
Emma;; « Non mi capita molto spesso che la gente si interessi di queste cose, a dire il vero mai. Segna la data sul calendario! » Esclamò.
Petra;; « Con me c'è sempre qualcosa da ricordare. » Rispose, ben convinta di ciò.
Emma;; « Petra, modera la modestia, mi raccomando! Ad ogni modo, ciò che hai fatto prima è, oggettivamente parlando, butterfly effect! Hai selvaggiamente colpito quei tre, assicurando che d'ora in poi non mi dessero più fastidio. Come, purtroppo, anche quello che sta facendo il ministro della difesa è butterfly effect... »
Petra;; « Avrei potuto fare molto peggio. Credimi, mi sono trattenuta a dovere. Come fai ad essere totalmente sicura che d'ora in poi ti lasceranno stare? » Incrociò le braccia sul tavolo, posando il mento sopra di esse, fissandola.
Emma;; « Ci sono tante cose sulle quali non posso sbagliarmi, e questa è una di quelle! Si tratta del mio potere! Sono sensibile alle emozioni e alle sensazioni delle persone, riesco a percepire l'interiorità; come loro possono indovinare il mio stato d'animo dal colore dei miei capelli: se sono blu è tristezza, se verdi è speranza, se viola è preoccupazione, se rosso acceso è adrenalina.. Così via. Normalmente i miei capelli sono come li vedi ora: scarlatti. Alla gente, però, non piace quando qualcuno toglie loro le maschere, ma non posso fare a meno di notare. » Scrollò le spalle e, in quel momento arrivò il cameriere, al quale venne chiesto un cappuccino da Emma. Petra, invece, non ordinò nulla: finalmente aveva a che fare con una mutante e non aveva tempo per bere. « Posso farti una domanda? » Chiese.
Petra;; « Spara. » 
Emma;; « Tu fai parte degli "Avengers"? » 
Petra;; « Emh.. No, non faccio parte di niente. Faccio e decido per me stessa; ad ogni modo, chi sarebbero? » 
Emma;; « Umh, no, niente: lascia stare, non ha importanza. Chiedevo perché non avevo mai visto nessuno muoversi così velocemente. » 
Petra;; « Sono solo una mutante! Proprio come te. » Le stesse emozioni che Petra provava, nello stare a contatto con una che condivideva il suo stesso DNA, vennero ricambiate. Le pupille di Emma parvero ingrandirsi, nel mentre che rimase a bocca aperta.
Emma;; « Wow! Non pensavo fossi una di noi, credevo fossi una di quei supereroi che ogni tanto saltano fuori.. Se ne sono inventati di ogni, di cotte e di crude. Ormai è difficile incontrare mutanti in giro così facilmente, o sono tutti ai margini della società o alla scuola. » Da quest'ultima parola, Petra venne richiamata.
Petra;; « Scuola? Di che scuola parli? » In quel momento arrivò il cappuccino di Emma, la quale ringraziò. Dovette aspettare che il cameriere se ne andasse per risponderle.
Emma;; « Ma quella di Charles Xavier, ovviamente! L'istituto per giovani dotati! La X – Mansion! Non dirmi che non ne sapevi nulla. » Elencò tutti i nomi affibbiati alla struttura con aria sognante.
Petra;; « No, nessuno me ne aveva mai parlato. » Rispose, con la fronte aggrottata. 
Emma;; « Strano, è piuttosto famosa. Io purtroppo non ci posso andare, i miei non vogliono. Non parliamo mai del mio essere mutante, ma non ho bisogno del mio potere per capire che non ne sono felici. Mi ritrovo in una schifosa scuola privata a studiare per prendere bei voti, in mezzo a quei figli di papà. Non sopporto nessuno di loro. Sarebbe bellissimo studiare per far parte degli X – Men, quelli sì che sono veri eroi. » Emma parve perdersi per un attimo, nel vuoto. Petra, invece, non capiva di cosa lei stesse parlando: una scuola per mutanti? X – Men? Eroi? Perché questo fantomatico istituto era rimasto all'oscuro della sua conoscenza? Avrebbe avuto le spalle coperte, nell'agire violentemente su coloro che si incolpavano di soprusi contro mutanti. Il braccio di Petra venne sfiorato dalle dita della rossa. « Percepisco confusione in te, va tutto bene? » Sussurrò.
Petra;; « Nono, sto bene. Ho solo un po' di mal di testa, sono in giro da un po'. » Mentì, ed Emma se ne accorse, ma non insistette per scoprire altro. Quello che percepiva nell'albina era disordine; esso era talmente ingombrante da rendere poco chiara la lettura delle emozioni e dei pensieri: quest'ultimi parevano, a detta di Emma, distorti e criptici. Non aveva mai visto nulla del genere.
Emma;; « Così sarà. » Bevve in fretta l'ultimo sorso di cappuccino, poggiando qualche dollaro sul tavolo. « Purtroppo devo scappare, Petra. Le solite noiosissime lezioni mi attendono, ma prima dammi quà. » La rossa afferrò il braccio dell'albina, tirando fuori una piccola penna che teneva sempre in tasca.
Petra;; « Che cosa fai? » Chiese, lasciandola fare.
Emma;; « Ti scrivo il mio numero, ovviamente! Così potrai godere nuovamente della mia compagnia. » Una volta aver marchiato il braccio di Petra con dei numeri, soddisfatta si alzò, procedendo a lunghi passi verso l'uscita. « Ci si vede, Petra! »
Petra rispose con un piccolo cenno della testa, per poi prendere il proprio telefono. La mutante voleva andarci bene a fondo alla questione, quindi si mise a cercare su Google informazioni su quella fantomatica scuola.

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