XXXVII° - GIRONE DEGLI X-MEN

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Un paio di Adidas verdi colpivano a ritmo cadenzato le scale di una grande metropolitana. Era notte fonda, una figura fredda e apatica venne illuminata dai cartelloni luminosi di modelle in intimo e macchine sportive appesi sulla parete. Petra era giunta alla prima di tante fermate senza nome; il suo sguardo era granitico, ed osservava attorno a sé senza nemmeno muovere la testa. Non c'era nessuno, oltre a lei, ma la metro passava comunque ogni cinque minuti. I capelli le sventolavano sulla faccia, ma fu solo quando il vento smise di travolgerla che ella si spostò, finalmente, da dove si era fermata. Chinò il busto all'indietro, apparentemente per nessun motivo, o per meglio dire: qualcosa che un semplice umano non avrebbe mai potuto percepire. Quel sibilo stridente, che incominciò a darle fastidio all'orecchio, divenne sempre più ronzante: qualcosa di veloce come un proiettile lisciò il suo volto tranquillo e poco prima che questa esplodesse, Petra si rese conto che fosse un asso di cuori. L'esplosione colpì la parete, e aprì un varco sul vuoto; Petra venne per un attimo illuminata da una luce violacea, che le colpì la schiena. L'asta metallica di Remy cadde dall'alto e si ficcò sul terreno; a causa dell'energia cinetica, questa incominciò a vibrare. A Petra bastò alzare lo sguardo, per notare il cappotto del mutante fluttuare per aria e palesare lo stesso Remy caricarle uno spinning kick, che ella parò con l'avambraccio. Remy provò allora a colpire il suo viso con l'altra gamba, sfruttando l'elevazione della prima per connettere la seconda. Petra, questa volta, gli afferrò l'arto con la mano e con una proiezione da Judoka lo scaraventò via. Eventualmente, con una piroetta, Remy fu in grado di atterrare su due piedi. Sul volto aveva il suo solito sorrisetto beffardo, mentre si mise nuovamente in guardia. un sensore posizionato sul palmo della mano si attivò, e l'asta si alzò dal terreno, liberandosi, ma non fu Remy a recuperarlo. Petra, con uno sguardo completamente asettico sul volto, e tendendo il braccio di lato, afferrò l'asta ed esulò la forza del sensore. Remy era confuso, anche perché non sembrava che la mutante stesse facendo fatica a trattenerlo, anzi: Petra lo roteò tra le mani e si mise in guardia, solamente per abbassarsi all'ultimo minuto, quando la traiettoria aerea di James era troppo veloce per essere deviata. Proudstar travolse Lebeau con un placcaggio aereo, che avrebbe fatto passare quello del rugbysta più impetuoso una carezza materna. Remy perse il respiro, e sentì le sue costole incrinarsi mentre veniva portato via dal corpo volante di James. Entrambi atterrarono rovinosamente a molteplici metri di distanza, lamentando dolori, soprattutto Remy. Petra si incamminò verso loro due, passeggiando tranquilla; tra le sue mani faceva girare l'asta, facendole acquisire una velocità sempre più vertiginosa. James tornò in piedi, e coprì con la sua statura l'amico ancora dolorante. La mutante mollò la presa sull'asta, lasciando che quest'ultima partisse in velocità roteante verso il sensore di Remy. La concentrazione di James si posò su di essa, ma poco prima che egli provasse ad afferrarla, sentì la mano di Petra posarsi sul suo volto e spingerlo verso i binari. Egli non ebbe il tempo di reagire, e quindi opporsi, per questo venne sbalzato di lato ed illuminato da fari potentissimi. James venne travolto dalla metropolitana e Remy, prima di accorgersi di cosa fosse successo, venne colpito al viso dalla sua stessa asta, la cui velocità superò l'accuratezza del sensore. Egli cadde a terra nuovamente, stavolta privo di sensi. Petra non reagì minimamente, non aveva né rimorso né gioia, come se fosse un'essere sì senziente, ma programmato per fare del male, senza alcun tipo di moralità. La stazione della metropolitana stava al di sotto di un grande centro commerciale: il solito insieme di negozi che accoglievano i visitatori alla fermata principale. Essendo notte, tutto era chiuso dall'esterno, ma le luci erano inspiegabilmente accese. Petra si fermò in un negozio di vestiti, con la sua perenne aria annoiata. Alla cassa non c'era nessuno, e per questo poté fare quello che voleva, perfino scaraventare Jubilee contro le vetrate, facendole andare in mille pezzi. La ragazza atterrò sui cocci, ma fortunatamente il suo cappotto la protesse dagli eventuali tagli. Lo lasciò a terra e si rimise in piedi, Petra si avvicinò lentamente, e la guardò come se guardasse un'estranea. Jubilee tese le mani verso di lei, e partirono una serie di fiocchi d'artificio che esplosero a contatto con Petra. Tutta la mitraglia che Jubilee le lanciò addosso, produsse una nuvola di fumo che coprì interamente la mutante. Improvvisamente, dalle sue mani non uscì più niente, come se il suo stesso potere si rifiutasse di colpire l'amica. Nonostante il suo corpo volesse, tra le sue dita scaturivano solo delle misere scariche. Jubilee venne punita con un pugno in pieno viso che non vide nemmeno arrivare. La giovane si poggiò la mano tremante sul viso, accusando dopo l'impatto il dolore. Incominciò a respirare male, e sentì l'ombra di Petra proiettarsi su di lei, ma soprattutto la sua mano che la prese per il collo. Jubilee venne alzata, e la prima cosa che fece, istintivamente, fu quella di scalciare via l'amica, sentendo come il suo respiro stesse venendo sempre meno. Petra continuò a stringere, guardando come il volto di Jubilee si trasformasse, dalla collera alla tristezza, con almeno un piccolo bagliore nei suoi occhi. Poco prima che Petra poggiasse il pollice sul pomo d'Adamo di Jubilee, una voce famigliare la interruppe.
Amelia;; « Ciao, Petra » La mutante si voltò, e trovò proprio la figlia di Xavier a pochi passi di distanza. « Non scomodarti, sai bene che non puoi toccarmi. » Continuò con un sorrisetto troppo calmo e divertito. Improvvisamente Jubilee scomparve, quasi dissolvendosi. Delle sbarre caddero dall'alto e si piantarono nel terreno, frapponendosi tra le due. Petra incominciò a sentire delle forti bruciature sui suoi arti, e la sua pelle incominciò ad arrossarsi, e si formarono delle pustole orribili, fino a quando non esplosero in una colata di sangue impressionante. Petra rimase senza avambracci e mani per la zona superiore e senza tibie e piedi per la zona inferiore. Immediatamente le zone mozzate vennero ricoperte da bendaggi che si sporcarono subito di sangue. Petra era intrappolata in una lurida cella, non più grande di un metro e mezzo cubico, situata in un angolo senza la possibilità di fare niente, accerchiata dal forte odore dei suoi stessi escrementi. « In un'altra realtà, è questa la tua fine. » Concluse Amelia, osservandola dall'alto con un senso di superiorità che Petra volle cancellarle permanentemente. « Qualsiasi cosa farai per annullare tutto questo, sarà completamente inutile. L'unica tua possibilità di fuga, è quella di sbattere la testa contro la parete, così forte e così tante volte da procurarti un trauma cranico. Ma io te lo impedirò. » Petra sbarrò gli occhi, osservando quelli di Amelia, parzialmente nascosti dalla sbarre. « Questo è ciò che succede ai... » Amelia si interruppe, perché sentì uno strano formicolio alle gambe. Si tenne in piedi contro le murature di pietra, e provò a fare un passo, poi un secondo e per poco non cadde. Percorse quel corridoio, necessitando sempre di più di un appoggio. Le sue gambe erano sempre più deboli, passo dopo passo, e per aprire la porta alla fine, dovette buttarsi. Atterrò su un parquet di legno, un parquet che conosceva molto bene, ma al posto degli odori di escrementi, le sue narici si riempirono di cenere. Alzando lo sguardo, riconobbe la scuola per giovani mutanti, in preda alle fiamme più feroci. Dovette rotolare alla sua destra, per evitare una lunga trave di legno, pregna di fuoco, che cadde impetuosamente a terra. Il respiro le mancava, e non riusciva più a sentire le gambe. Amelia strisciava e strisciava più velocemente che poté: tossiva, i suoi occhi lacrimarono copiosamente a causa del fumo, mentre il fuoco si mangiava ogni cosa: ogni ricchezza ed ogni ricordo. Improvvisamente si rese conto della presenza di colei che poco fa guardava dall'alto, mentre osservava la devastazione di quel luogo sulla sua torre più alta. Petra indossava la divisa verde e, come un angelo corrotto, non mostrò nessuna pietà nei confronti di Amelia, sempre più circondata da fiamme implacabili. Fu una questione di secondi affinché il cielo sicuro di ogni giovane mutante non cadde addosso all'erede di Charles Xavier, portandosi via tutto. Petra aveva sconfitto Amelia in uno scontro mentale, e questo significava che il suo inconscio era completamente inespugnabile per qualsiasi telepate. Petra tornò esattamente dov'era prima, ma una cosa era stata mantenuta dall'intromissione di Amelia: Jubilee era scomparsa. Petra non poté pensarci più di tanto, perché un puntino in lontananza divenne un raggio di energia plasma diretto verso di lei. Petra schivò una vera e propria onda cilindrica ad ampio raggio, che solcò il pavimento e distrusse tutto ciò che trovava davanti. Per il primo momento in quello scontro, Petra raggiunse la velocità mach-1, perché Alex Summers non si limitò ad un solo raggio, ma ne scagliò molteplici, senza preoccuparsi di ciò che avrebbe travolto sulla via. Petra si muoveva agilmente, evitando ondate dopo ondate. Havok osservò quel posto cadere a pezzi, e quasi ci prese gusto a colpire ancora e ancora, pensando che sarebbe arrivato a sotterrare Petra sotto le macerie, ma quando se la ritrovò davanti, con il pugno conficcato nel suo petto, tutto cambiò. La mutante aveva infatti disintegrato il meccanismo di contenimento e direzionamento dell'energia plasmatica, rendendo il suo potere a dir poco inutilizzabile, pena un'esplosione che avrebbe potuto benissimo farlo a pezzi. Petra estrasse la mano dal congegno, distruggendone gli impianti cibernetici. Alex tremò, non potendo credere ai suoi occhi, e per questo non poté fare nulla contro un calcio frontale che lo scaraventò contro l'ingresso dell'ascensore, distruggendolo e rinchiudendolo nel meccanismo di trasporto, che in quel momento stava scendendo verso le metropolitane. Petra decise di infierire, e lo seguì, gettandosi nel vuoto, atterrando sul tetto dell'ascensore. Ella afferrò il tubo che reggeva l'ascensore, e con le mani vibrò così forte e velocemente che riuscì a bruciarlo, rendendo quel viaggio in ascensore a dir poco mortale. Alex capì quando i tiranti vennero staccati, perché la discesa dell'ascensore raddoppiò di velocità, e Petra stessa dovette ancorarsi con tutte le sue forze. Inevitabilmente, questo raggiunse i sotterranei, distruggendosi alla caduta rovinosa contro quel piano di cemento industriale. Avevano raggiunto il piano sotto i binari delle metropolitane, che sovrastavano su un pontile ricco di container e un'officina poco distante. L'acqua del fiume era calma, al contrario di quello che si stava consumando. Alex scansò dal suo corpo i detriti del mezzo, e lentamente sgusciò fuori. Il suo corpo era abbattuto e stanco, e appena vide il bagliore delle luci urbane riflesse nell'acqua, si avvicinò all'orlo del pontile per quanto poté. Lo fece trascinandosi con un solo braccio, e lasciò una scia di sangue dietro di sé, perché quell'incidente gli mozzò una mano. Quando poté finalmente respirare l'odore del fiume, Alex chiuse finalmente gli occhi, e si abbandonò, lasciandosi cadere in acqua. Il suo corpo poté finalmente essere cullato dalle profondità più dense, e con gli occhi socchiusi osservò la luce divenire sempre più lontana. Riuscì per un attimo a non pensare al dolore dovuto all'amputazione, bagnata dall'acqua dolce, perché presto si sarebbe risvegliato da un'altra parte. Troppo stanco e troppo malmesso per pesare ad altro, i sensi troppo addormentati per capire le mani di chi lo stava portando in salvo. Improvvisamente Alex venne sdraiato su una piattaforma di ferro, sulla quale rigettò l'acqua con la quale i suoi polmoni si stavano riempiendo, tossendo tutto fuori. Riprese quindi a respirare, e lentamente si rese conto di chi lo aveva portato in salvo: una persona a cui aveva rivolto parole davvero terribili. Alex guardò negli occhi Kurt e chiese la domanda per lui ovvia.
Alex;; « Perché? »
Elizabeth;; « Non abbiamo tempo per le domande idiote. » Sentenziò la telepate. Emma accorse con delle garze belle resistenti a chiudere la ferita di Alex, non senza disinfettante incorporato, che ovviamente fece fare delle smorfie infastidite al mutante. Erano tutti lì, riuniti in un luogo non contrassegnato dalla mappa, e protetto dalla vista di Petra tramite i poteri di Amelia. « Remy, tu come ti senti? » Il mutante diede l'ok con il dito, e con uno sguardo stanco sfoggiò delle bende mediche attorno alla testa.
Remy;; « Una meraviglia, mon bébé. » Tentò di sdrammatizzare col suo solito tono ironico.
James;; « Non mi so spiegare un livello di distruzione del genere. E pensare che l'abbiamo allenata noi. » Il suo corpo, composto da una struttura ossea in adamantio, lo aveva protetto da quell'assurda colluttazione, ma quella situazione lo aveva scosso mentalmente. Entrambi furono portati in quel luogo grazie all'intervento di Warren.
Elizabeth;; « Perché non aveva mai combattuto in questo modo, nemmeno quando si trattava della sua stessa vita. » Risposta che attirò le già presenti antipatie di Jubilee nei suoi confronti.
Jubilee;; « Oh, da quando sei sua amica? Se non ricordo male, fino a due settimane fa la volevi morta. » Le diede uno spintone. « Ora parli come se fossi sua sorella. » Gliene diede un altro. Kurt si avvicinò a lei e provò a separarla. Warren, provò a fare lo stesso con Elizabeth.
Kurt;; « Basta, Jubs, non abbiamo tempo. » Jubilee si divincolò anche da lui.
Elizabeth;; « Jubilee, stai proiettando il fatto che ora Petra non farà distinzione tra chi si troverà di fronte. Non ha mostrato pietà di te, e se vuoi avere anche solo una possibilità, dovrai impegnarti di più e prendere sul serio l'opportunità che ti è stata data. » Rimandò seccata, scaturendo così le ire di Jubilee.
Jubilee;; « Come se non avessi fatto tutto il possibile, giorno e notte, quando non aveva nessun cazzo di potere in corpo, per fare in modo che continuasse a stare qui! Tutti non fate altro che dirmi che non faccio mai abbastanza, ma io non ho bisogno della vostra approvazione, men che meno la tua, Elizabeth! Petra è solamente una scusa per nascondere il fatto.. Che da anni ci consideri inferiori, persone che sono cresciute con te, che tu hai iniziato a trattare male solo perché i professori si sentivano in pena per te. I calci in faccia che ti sei presa da Petra ti hanno rincoglionita abbastanza da credere che ora sia tutto a posto, che puoi atteggiarti da leader benevola come se non fosse successo nulla. Ma io non dimentico. » Per un breve momento, cadde il silenzio in quella stanza minuscola. Elizabeth prese dritte in faccia le parole di Jubilee, e molto probabilmente la sé stessa di qualche tempo prima gliele avrebbe fatte mangiare tutte. Forse una parte di lei, ancora avrebbe voluto sfilare la katana e punire la mutante per tale affronto, ma era sicuramente una parte di lei che aveva imparato a tenere a bada. Fece un passo verso Jubilee, e parlò con calma e compostezza.
Elizabeth;; « Non pretendo che tu dimentichi, e nemmeno di essere una leader benevola. Sono perfettamente consapevole di ciò che è successo, tutto quanto. Il motivo per cui siete qui, è per il volere di Petra. Perché è lei che ha mosso le acque per fare in modo che voi aveste la possibilità di dimostrare il vostro valore. Lei ha creduto in voi, ed è ora che voi facciate lo stesso. In questo momento, il suo stato mentale è gravemente compromesso, ma vi posso assicurare che vi avrebbe fatto passare l'inferno ugualmente. Là fuori ci sono pericoli di cui non siamo nemmeno a sufficienza, ed eliminare un amico, un fratello, un compagno o un amore, molto spesso è un destino obbligato. Quando sarete fuori, non pensate a quanto potreste ferirla, ma combattete per ciò che avete più di caro al mondo, ed anche una come lei può essere sconfitta. » Pronunciò un discorso convincente, che però non risolse nulla nei confronti di Jubilee, che le arrivarono semplicemente come delle belle parole. 
Remy;; « Dobbiamo muoverci, però. Alison è ancora fuori. » Afferrò nuovamente l'asta, alzandosi da terra.
Kurt;; « Aveva detto che voleva affrontare Petra da sola, ma non glielo permetteremo. L'orgoglio è il peccato più pericoloso: erge muri e deteriora ogni cosa. Anche ciò che non è attraversato dal tempo. » Scrocchiò il proprio collo, e pure le sei dita complessive.
Warren;; « Io e James partiremo per primi. Sfrutteremo il mio collegamento psichico con Elizabeth per dare il segnale. » Avvertì, spiegando le ali metalliche.
Emma;; « Un momento. » Interruppe chiunque, alzando la mano. Per tutta la durata di quella conversazione, Emma era rimasta china sul suo computer. « Ricordatevi che ha una capacità d'adattamento fuori dal comune. Quando interverremo, avremo a disposizione non più di quindici minuti. Non possiamo protrarre la cosa ulteriormente.. O non ce la faremo mai. » Ammise in tutta franchezza.
Jubilee;; « E che mi dici del pannello di controllo? Sei riuscita ad entrarci? »
Emma;; « Sì, ed ho una cosa in mente. Folle e geniale allo stesso tempo. » Rispose trattenendo un ghigno. 
Elizabeth;; « Prima... » Si avvicinò dietro Clarice, poggiandole le mani sulle spalle e le massaggiò. « Ho bisogno che tu resista ancora per qualche minuto. Hai fatto davvero un buon lavoro fino ad adesso, ma necessito che tu tenga attivo quel portale ancora un po'. Roberto è la nostra ultima arma. » Parlo piano al suo orecchio, confortando la più piccola della squadra, che aveva recuperato Jubilee dal campo di battaglia sfruttando i suoi portali. Nel procedere di quella notte di devastazione e conflitto, Petra vagò senza una meta precisa per quel pontile: container dopo container annusava l'aria circostante come una superpredatrice, ma le bastò sentire un richiamo o, più precisamente: un semplice fischio. Un fischio capace di tagliare in due un intero container. Petra osservò un taglio così sottile ed invisibile separare orizzontalmente in due una pachidermica cassa mobile. Allora decise di colpire la parte dimezzata con un calcio ben assestato, e la fece volare verso la responsabile, che fischiò nuovamente, separando verticalmente quello che rimaneva del container. Una voce capace di ammaliare e distruggere: Alison Blaire si manifestò a Petra con lo charme di una sirena, ma anche con il loro desiderio di devastazione. Alison le mandò un bacio soffiato, ma non fu un gesto d'affetto, quanto più un avvertimento. Infatti, quel rumore così minimo, proveniente dalle sue labbra, provocò una spaccatura alla piattaforma del pontile, facendola diventare perfettamente inagibile. Petra si trovò la mutante accanto, che le poggiò la mano sulla spalla.
Alison;; « Si dice che i lemmings commettano suicidi di branco quando le risorse iniziano ad esaurire. Naturalmente si tratta di un falso, ma non sai quanta gente al mondo ha iniziato a crederci dopo quell'assurdo documentario della Disney. Vedi, Maximoff.. I lemmings non sono stupidi, hanno semplicemente una scarsa visibilità, che non è affatto la stessa cosa. » Parlò con un tono di voce sostenuto, ma comunque calmo e ragionato. « Sarai anche una stratega dalla nostra parte, ma sempre una stratega rimani. Ed io ho decifrato tutto il tuo piano di gioco. » La piattaforma incominciò a vacillare, e appena Petra sentì mollare un tirante della struttura, Petra sgattaiolò da quella situazione e colpì la mutante con una ginocchiata in piena pancia, scaraventandola giù. La piattaforma si spezzò, e Petra cadde con lei. Quando quest'ultima toccò l'acqua, Petra riuscì a tenersi in piedi., mentre ad Alison bastò aprire leggermente le labbra per emettere un cantico capace di modellare l'acqua a suo piacimento, e fece alzare un tornado a largo raggio, che circondò entrambe. Alison poté starsene a mezz'aria, guardando dall'alto la sua avversaria. « Hai mai sentito il canto di madre natura?! » Esclamò e, sempre col suo canto, l'imponente tornado d'acqua che sovrastava entrambe, venne rimodellato in una statua acquatica di dimensioni bibliche. Essa raffigurava la stessa Alison, con un paio di braccia in più, per un totale di sei. A Petra vennero i brividi soltanto a guardarla: si trattava di una figura che avrebbe instillato la talassofobia in chiunque, ma non si intimorì. La statua si muoveva appena a livello di busto, ma le sue braccia, come fruste divine, distrussero tutto: il pontile, la metropolitana, tutto un'intero colossale edificio che venne raso al suolo. Petra si vide costretta a correre di detrito in detrito, saltando da un'area all'altra, incuneandosi in spazi impossibili, fino a quando un esplosione violacea, che Petra riconobbe essere attribuita alle carte di Remy, distrussero un vagone di una metropolitana che la velocista stava percorrendo. Ella si trovò quindi a precipitare per lungo, fino a quando non se ne approfittò, saltando di trave in trave. Si voltò indietro e notò come sia Arcangelo che James la stessero inseguendo. Saltò sul gancio di una gru, ma Kurt fu più rapido di lei. Intuendo cosa volesse fare, si teletrasportò prima della mutante, e la disarcionò dal suo intento colpendola con un calcio. Petra cadde per un'altezza pari a 50 metri, senza nessun ostacolo su cui correre: solamente il vuoto. Non poté notarlo nessuno, ma nascosto tra i suoi capelli travolti dal vento di caduta, per la prima volta in quella notte, Petra sorrise. Il suo corpo cadde sopra la ghiaia bagnata, dove poco prima c'era il fiume. Le piume di Alex incominciarono a piantarsi nel terreno, affilate come cesoie, e una di essa ferì Petra alla spalla. Il solo atterrare di James fece tremare tutta la ghiaia sottostante.  Subito il mutante si gettò verso di lei, stavolta dall'alto, e provò a colpirla con un calcio. Petra lo parò, e tra i due incominciò uno scambio di colpi talmente potente da creare onde d'urto capaci di dissolvere in gocce d'acqua uno dei bracci del colosso acquatico, che stava proprio per colpire Petra. Per interrompere quel continuo scontro con Warpath bastò solo un cenno della mano di Elizabeth per rilassare i muscoli e i tendini di Petra, consegnando così la ghiotta opportunità al ragazzo di colpirla con un braccio teso sul petto. Petra accusò duramente il colpo, ma riuscì ad atterrare in piedi, anche se con fatica. In tutto questo, qualcosa la colpì con una velocità che lei non attribuì a nessun suo compagno. Quella stessa intensità la attraversò un'altra volta: era impossibile, ma fu proprio così: Petra, quella notte, avrebbe combattuto anche contro sé stessa. Emma, accedendo al pannello di controllo, era riuscita a riprodurre un clone della velocista, che stava comandando come un videogioco. Ad Elizabeth bastò muovere un cenno della mano, affinché i muscoli e i tendini di Petra si rilassarono così tanto da rendere l'offensiva, contro il suo stesso clone, completamente inefficace. Un vero affronto, visto che lo stesso clone, nonostante avesse le possibilità di fare ogni cosa che Petra avesse mai fatto, si muoveva piuttosto goffamente se paragonato a lei, eppure stava avendo la meglio. Uno dei portali di Blink si aprì, e Petra si trovò presto addosso una ruggente Jubilee, che le stava caricando uno dei pugni più densi di energia esplosiva mai concentrati dalla stessa mutante. Petra stava proprio per pararlo, quando sentì una voce all'orecchio.
Amelia;; « Ferma. » Per blocco delle sinapsi, Petra non poté reagire, e il pugno di Jubilee le esplose in faccia, causandole un solco che le attraversava il viso diagonalmente. Petra venne scaraventata tra le grinfie di Alison, che la intrappolò in una sfera acquatica, dove la mutante con il canto sirenico, penetrò con il proprio volto per compiere un semplice fischio, un fischio che riempì Petra di solchi. Tutto il suo corpo venne riempito di tagli da un semplice sibilo. Petra non ebbe il tempo di reagire, che la stessa sfera d'acqua venne ricoperta dall'esterno con una miriade di carte. Quando la sfera si richiuse, l'acqua attorno a Petra si dissolse, lasciando quest'ultima alle prese con la parete di carte. Esplosero una ad una, inghiottendo la stessa Petra in una nube di energia violacea. Non appena questo accadde, Alex si fece coraggio. O il suo potere lo avrebbe incenerito, oppure sarebbe riuscito a controllarlo senza l'utilizzo di un dispositivo che avrebbe direzionato l'energia. La mano di Blink si poggiò sulla sua spalla, sulla sua fronte comparve una vena, egli ruggì più forte che poté e su quella esplosione appena avvenuta, scagliò con successo un raggio di energia plasmatica. Tutti i mutanti presenti commisero il madornale errore di abbassare la guardia, perché proprio nel momento in cui pensarono di aver vinto, il clone di Petra prese un urto talmente forte che si disintegrò per metà, sparendo in un glitch di pixel. Tutti si voltarono, ma non videro nessuno. Il clone venne colpito una seconda volta, e questa fu sufficiente per farlo sparire. Nonostante la sorpresa, tutti erano in stato di allerta: nessuno compiva un passo nessuno fiatava, ma quando si accorsero di un venticello strano, fu decisamente troppo tardi. Nel giro di tre secondi, si era formato un tornado dalle dimensioni sempre più grandi, che distrusse il colosso d'acqua e, a differenza di quello che aveva prodotto Alison precedentemente, utilizzò la stessa acqua come contenuto e non forma: le singole gocce d'acqua arrivarono addosso ai mutanti come dei piccoli rasoi. Alison era impossibilitata a usare il suo canto, la tromba d'aria era troppo forte per permettere a Warren e James di volare al suo interno, Kurt non sarebbe mai riuscito a portarli tutti in salvo. Le due telepati furono le uniche in grado di fare qualcosa: Amelia tranquillizzò le menti di tutti i mutanti, ed Elizabeth dovette attirare i compagni e racchiuderli tutti in uno scudo di energia, per proteggerli dalla devastazione di Petra. Elizabeth riuscì ad ancorare tutti a terra, fino a quando la tormenta non finì e rimase solamente una cascata d'acqua infinita che si stagliò continuamente contro lo scudo, fino a quando, in lontananza, non si poté vedere Petra avvicinarsi, con uno sguardo truce. Ella spezzò lo scudo della telepate, e con una velocità che nessuno poté contrastare, fece piazza pulita di chiunque. Mise Alison in ginocchio, ruppe le ali di Arcangelo, calciò Alex e ruppe definitivamente una costola a Remy. Diede una ginocchiata al volto di James Spezzò il ginocchio di Amelia con l'asta di Remy. Ruppe un dente a Kurt e rubò la Katana ad Elizabeth, dopo averla colpita alla tempia con una gomitata. Si avvicinò al corpo senza forze di Jubilee, la afferrò per i capelli e le portò la testa all'indietro. Avvicinò la lama della Katana di Elizabeth alla sua gola, ma un millimetro prima di toccare la sua pelle, un piccolo portale si aprì e si chiuse attorno al braccio che teneva la katana. Petra fu costretta a mollarla, perché cacciò un urlo acutissimo, che terminò con un ruggito che distrusse la sua gola. Il suo avambraccio le venne amputato, e perse un quantitativo esagerato di sangue. Blink tremò dalla paura, ma lo stesso non indietreggiò, non osò nemmeno pensare di andarsene: per la prima volta, avrebbe combattuto in prima linea, senza sfruttare il suo potere per nascondersi. Ogni mutante seppe cosa fare, perché Blink non indietreggiò di un passo. Tutti si alzarono; nonostante la stanchezza, nonostante le ferite, nessuno di loro ebbe il minimo pensiero di resa. Blink aprì una serie intricatissima di portali, che vennero attraversati da tutti loro. Petra si vide imprigionata in una pioggia di colpi, che le arrivò impetuosa, con l'intento di toglierla di mezzo. Le carte di Remy, i raggi al plasma di Alex, le acrobazie violente di Kurt, i pugni micidiali di James, i colpi telecinetici di Amelia ed Elizabeth e l'energia esplosiva di Jubilee. Petra accusò tutto questo, potendo fare solo una cosa: rimanere in piedi, nonostante stessero demolendo il suo corpo.
Elizabeth;; « E' il momento... CLARICE, ADESSO! » Urlò, e Blink abbandonò ogni portale da lei creato per crearne uno più largo, che dava sullo spazio infinito. Il corpo provato di Petra venne illuminato da un bagliore accecante. Da quello stesso portale uscì Roberto, completamente avvolto dal plasma solare. Mantenendo fede al nome di Sunspot, egli grondava di energia plasmatica solare; tutto quel tempo, infatti, lo aveva passato ad assorbire ed assorbire fino a quanto il suo corpo avrebbe retto. Amelia poggiò due dita sulle tempie, e così facendo intrappolò lei e i suoi compagni in uno stato dimensionale intermedio, separandoli dalla fisica del luogo. Solamente quando questo accadde, Petra capì quello che stava per accadere. Roberto espirò e tutto divenne bianco. Per diversi minuti, il mondo cessò di esistere, ma quando questo si ripalesò ai loro occhi, era come se non fosse mai esistito. Una landa desolata, rossa: attorno a loro semplicemente della cenere. Dinnanzi, invece, uno scheletro consumato, ancora in piedi: tutto ciò che rimaneva di Petra Maximoff. Nessuno disse nulla, nessuno avanzò nemmeno un fiato di troppo. Jubilee afferrò la katana di Elizabeth, l'unico oggetto che Sunspot non riuscì nemmeno a scalfire. Se si guardava bene, si poteva notare come la rigenerazione accelerata di Petra stesse iniziando a ricostituire gli organi interni. In una velocità spaventosa, i polmoni si erano ricostituiti, ma appena il cuore fu ad un passo dal connettere i tessuti più esterni, Jubilee conficcò con forza e decisione la katana in esso, bloccando tutto. E così morì Petra Maximoff, in piedi come le mutanti d'onore. Quell'azione fu la fine di una sequenza onirica di eventi, un incubo dopo l'altro, che riguardavano la furia implacabile della velocista. Tutto si dissolse, e la Danger Room riapparve attorno a loro. Nessuno era stato ferito, nessuno presentava i traumi della simulazione e Petra.. Petra era viva. Jubilee osservò quest'ultima dare le spalle a chiunque, mentre Piotr parlò al microfono del pannello di comando.
Piotr;; « Oggi, la X-Èlite, così come l'avevamo pensata, cessa di esistere. Vi è stato chiesto di combattere colei che prenderà il comando, e l'avete fatto senza esitazioni. Noi tutti desideriamo che affrontiate ogni vostro ostacolo con la stessa temperanza. Da oggi, voi siete... X-Men. »

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