Hazel's pov
Dopo la cerimonia parte un lungo treno di macchine che ci porta su una grande distesa in collina situata nel paese vicino la quale è stata addobbata con un grande capannone per la cena, pieno di tavoli anch'essi così tanto pieni di decorazioni da sembrare pacchiani o un pugno in un occhio (per chi ama la sincerità nuda e cruda).
Poco distante dal capannone si trova una pista da ballo in legno, leggermente sollevata da terra con accanto un bancone pieno dei regali per gli sposi e un altro pieno di dolci.
- Prego ditemi i vostri nomi che vi accompagno al tavolo. - a parlare è un cameriere, un ragazzo sui 30 anni che ci sorride gentilmente accogliendoci.
Un'altra cameriera accompagna mia madre e Roberto ad un tavolo assieme ad altri invitati e il ragazzo porta me e Alex ad un tavolo con tutti i bambini.
- No ti prego dimmi che è uno scherzo!- afferma Alex fulminando il ragazzo e sbattendosi una mano sulla fronte.
- Mi dispiace, questa è la disposizione chiesta dagli sposi.
- CIAO HAZEL! CIAO ALEX! - è Rosalinda che tutta contenta corre verso di me e mi prende per mano - che bello che siete con noi!
- Dai amore alla fine è meglio così, questo tavolo è quello meno calcolato ed è nell'angolo della sala, possiamo parlare tranquillamente. - dico guardandola mentre ci sediamo, ci sono altri 6 bimbi tra i 4 e i 9 anni.
- Hai ragione Haze, ma com'è che mi hai chiamato? - mentre mi guarda negli occhi poggia una mano sulla mia gamba sotto al tavolo e sorride.
- A m o r e - ripeto scandendo la parola lettera per lettera.
Poggio la mano sulla sua e ricambio il sorriso.
- Lo sapete che i nostri genitori ci hano vietato di giocare e correre? Dicono che potremmo fare casino.
Alzo un sopracciglio guardandola e Marco annuisce tutto convinto mentre gioca col cucchiaio.
- Cioè praticamente gli hanno vietato di fare i bambini - dico girandomi verso Alex con gli occhi spalancati -questo mi sembra esagerato, poi sono piccoli come fai a tenerli fermi?
- Quando cresci in una famiglia come la mia, con quelle persone, purtroppo sei costretto a crescere velocemente e non è come tutti pensano:"beh siete ricchi sicuramente siete viziati e vi danno tutto ciò che volete" perché per noi è stato tutto il contrario, prorpio perché sono ricchi possiedono una certa posizione e vogliono mantenerla e giocare non rientra nei piani. Il giorno in cui siamo andati a casa loro che abbiamo giocato a nascondino è stata solo l'eccezione.
Le prendo la mano e la stringo nella mia.
- Ora però ci sono io e possiamo recuperare, okay sei adulta ormai ma questo non vuol dire che non sia possibile rivivere piccoli momenti.
- Ti vorrei baciare in questo momento.- sussurra guardandomi commossa.
- Anche io non puoi capire quanto. -le guardo le labbra.
- Potremmo comunque passare una bella serata. - dice Alex rivolta ai bimbi.
- Ha ragione potremmo fare giochi qui così che loro non si lamentino ma noi possiamo comunque divertirci.
- SIII! - si illuminano felici.
- Ecco magari non urliamo così evitiamo di dare nell'occhio. - dice Alex ridendo.
- Ops giusto! - sorride Rosalinda con la faccia di chi ha appena fatto un disastro ed è stato beccato.
Mentre ci portano uno dei primi penso a che giochi potremmo fare.
- Che ne dici di "nomi cose e citta"? Dovrebbero riuscire a farlo, magari non lo facciamo a tempo. - guardo Alex.
- Sì secondo me può andare però per ora lasciamoli chiacchierare tra loro, quando cominceranno a stancarsi allora tiriamo fuori la carta del gioco.
Scoppio a ridere.
- Astuto, mi piace.
- Per chi mi hai preso? - dice in modo ironico.
- La mia sorellona? - rido guardandola.
- Hazel potrei mettermi ad urlare qui e ora se ripeti un'altra volta quella parola. - dice a denti stretti guardandomi negli occhi.
- E allora per chi dovrei prenderti? - dico accarezzandole la mano col pollice e guardandola con intensità.
- L'unica persona che vuoi al tuo fianco.
Sorrido e incrocio le dite alle sue.
- Lo sei, non voglio niente di più, tu sei già tutto.
- Ti amo Haze e per ogni volta che dovrai lasciarmi la mano quando potrai la stringerai ancora più forte.
- Ti amo anche io. - le stringo forte la mano prima di lasciarla e cominciare a mangiare.Alex's pov
Mentre mangiamo mi giro spesso a osservarla, il modo in cui mangia e parla con gli altri bambini per cercare di distrarli dalla noia mi fa venire voglia di prenderla in braccio e baciarla qui davanti a tutti ma la amo troppo per rischiare di perderla così, per una mia stupida uscita di testa o per qualcosa che è possibile evitare.
- Tutto bene? - dice girandosi a guardarmi - sembri triste.
- È che l'istinto mi dice tante cose stupide.
- Se è l'istinto a parlare, non saranno mai cose stupide, mai chiaro?
- Non so perché ma sapevo lo avresti detto. -sorrido sentendomi subito meglio e torno a prenderle la mano avendo finito tutti gli innumerevoli primi. Tra pasta lunga, corta, lasagne, assaggini varo, penso che potrei essere apposto così per il resto della mia vita.
- Anche tu stai scoppiando vero?
- Oh si Haze, mi sento una mongolfiera.
- E non è ancora finito il tutto. Potrei dire di stare male e andarcene ma voglio giocare questa carta più tardi.
- Ah si?
- Certo! Non penserai di restare qui fino alla fine?
- Come no!? Io voglio stare con la mia amata pseudofamiglia a festeggiare fino all'alba. - dice con fare altezzoso tenendo il mento alto e guardando davanti a te con fierezza.
- Pseudo?
- Beh si, tu sei la mia vera famiglia.
Mi blocco improvvisamente dopo aver detto quelle parole e arrossisco, le stavo pensando e le sento davvero da un po' ormai ma non pensavo che le avrei potute dire con così tanta facilità.
Mi giro verso di lei, una lacrima le sta scendendo dall'occhio destro. Le accarezzo la guancia asciugandole la lacrima.
- Non pensavo l'avrei confessato proprio ora.
- È ciò che mi serviva. Ora sì che questa sarà una bella serata. In realtà basta averti vicino perché tutto sia più bello. Ogni cosa.
Sorrido guardandola con gli occhi pieni di lei e improvvisamente mi sembra che intorno a noi non ci sia più nessuno.

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Ridipingimi Il Cuore
RomanceAlexandra 20 anni, Hazel 18. La madre di Hazel si innamora di un importante uomo d'affari, Alexandra è sua figlia. Sono due ragazze apparentemente diverse, due mondi distanti, che quando entreranno in contatto non potranno vivere l'uno senza l'altro...