XVIII

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Alex's pov
Mi sveglio perché dell'aria fredda sfiora il mio viso e apro piano gli occhi. Durante la notte mi sono girata e ora ho il viso rivolto verso la porta finestra, davanti la quale c'è Hazel, con il pigiama addosso e le mani sulla porta finestra per non farla aprire troppo.
- Scusa volevo far cambiare un po' d'aria.
Dice lei chiudendo la finestra e sorridendomi.
- Buongiorno Alex.
- Buongiorno Piccola.
Viene verso di me e sale sul letto in ginocchio, spostando le coperte, io la prendo per i fianchi e la faccio mettere a cavalcioni su di me.
- Come hai dormito?
- Bene con te accanto e tu ? - sorride dopo questa affermazione e mi passa una mano tra i capelli.
- Ho dormito molto bene credimi.
- Certo un po' russavi...
- EHI! IO NON RUSSO! - scoppio a ridere e la avvicino a me stringendole con forza i fianchi, lei geme a bassa voce e si morde il labbro, mi mordo il labbro anche io a questa reazione e punto gli occhi sulle sue labbra -che ore sono piccola?
- Sono le 6:30. - porta l'altra mano sul mio collo e poi la fa scendere sul braccio, riempiendomi di brividi.
- Come mai ti sei svegliata così presto?
- Non riuscivo a dormire...avevo voglia di baciarti. - si abbassa su di me e poggia le labbra sulle mie, prima piano, poi con sempre più foga.
Sposto le mani sotto la sua maglia e accarezzo la pelle nuda dei fianchi.
Non basta. Ho bisogno di più, ho bisogno di lei al 100%. Salgo con le mani sui seni e li stringo mentre il bacio si fa più intenso e lei mi spinge sdraiata sul letto.
La sento trattenere i gemiti e un brivido mi passa lungo la schiena.
- Haze non trattenerli.
Dico mentre sposto le mie labbra dalle sue al suo collo.
- S-scusa. - mentre lo dice le stringo i seni con più forza e geme a voce alta. Non faccio nemmeno in tempo a godere della soddisfazione di quell'attimo che suona il telefono.
- Cazzo è mio padre. -sbatto la testa indietro sul cuscino e sospiro chiudendo gli occhi. Non è possibile che riesca sempre a rovinare i momenti più belli.
- E come lo sai? -si mette a sedere accanto a me sistemandosi la maglia.
- Perché ho lasciato la suoneria solo a lui, non volevo essere disturbata da nessuno di non necessario.
Mentre lo dico mi sollevo e mi sporgo verso il comodino, prendo il telefono e effettivamente leggo "padre", sì "papà" sarebbe stato troppo affettuoso per lui.
Decido di rispondere velocemente e togliermi il dente.
- Papà, dimmi.- mentre parlo guardo Hazel, che si alza sospirando e prende qualcosa da mettersi per passare la giornata con sua madre e i preparativi.
- Devi venire con me oggi dobbiamo sistemare le ultime cose e accompagnare lo sposo dal prete.
- E devo venire già ora?
- Si assolutamente, facciamo colazione insieme nel bar qui di fronte e poi andiamo. Ti aspetto giù tra 15 minuti.
- Va bene - sospiro e spengo - mi vuole giù tra 15 minuti.
Hazel esce dal bagno con dei pantaloncini di jeans e una maglia nera a maniche corte.
- Lo odio sempre di più, non riesco a sentire altro.
- Lo so...siamo in due piccola.
Mi alzo e vado da lei prendendole una mano che lei stringe automaticamente nella sua.
- Io non so se ce la faccio a starci appiccicata tutto il giorno Alex, con mia madre, non è mai successo e non volevo succedesse.
Scoppia a ridere ma non è una risata di divertimento è una disperata.
- Andrà tutto bene.
L'abbraccio e le lascio dei baci tra i capelli, lei mi accarezza la schiena sapendo che nemmeno per me è facile, riesce sempre a capire cosa provo, in un modo o in un'altro.
- Io ti voglio da morire, penso che ucciderò mio padre dopo l'interruzione di prima.
Scoppia a ridere di gusto e mi sento subito più sollevata.
- Vestiti e baciami. Poi ti lascio andare.
Scoppio a ridere anche io e annuisco prendendo un paio di pantaloni neri e una maglietta bianca a strisce nere. Entrata in bagno mi guardo allo specchio e mi passo una mano tra i capelli scompigliati.
Mi faccio una doccia velocemente e poi mi vesto uscendo, per avere almeno qualche minuto con lei.
La trovo di nuovo davanti alla finestra.
- Come mai sei sempre lì davanti? Mi sembri un animale in gabbia...
- Il mare Alex, ho troppa voglia di andare al mare, solo io e te, nessun altro.
Vado da lei e la prendo per i fianchi girandola verso di me e la bacio.
- Ci andiamo piccola, ti ci porto ad ogni costo, dobbiamo solo superare questa giornata.
- Non vedo l'ora! - si illumina e torna a baciarmi attirandomi a lei.
Vorrei che il tempo non passasse mai ma il destino di solito mette i bastoni tra le ruote.
Mi stacco tenendo gli occhi chiusi e poggio la fronte contro la sua.
- Ora devo proprio andare, o non avrai qualcuno con cui andare al mare.
- Vaii ma ti prego scrivimi quando riesci.
- Anche tu, sorpattutto se hai bisogno o stai male.
- Allora dovrò scriverti ogni secondo.
La guardo negli occhi staccandomi da lei e sorrido, lei ricambia ma so quanto si stia sforzando.
- Almeno sta sera possiamo abbuffarci di brutto.
- Ecco perché ti amo.
- Cosa...!?
Arrossisce di colpo e sorride.
- Ti amo Alex, davvero molto, ma ora devi andare, ti vorrei vivere ancora un po' sai?
Le sue parole mi toccano nel profondo, la guardo seria.
- Ti amo e ora so cosa vuol dire.
Sorrido poi la bacio piano trasmettendole il tremore del mio cuore e esco dalla stanza.
- A dopo piccola.
- A dopo Sorellona.
Rido scuotendo la testa uscendo dalla stanza e correndo da mio padre.

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Finalmente sono riuscita a pubblicare di nuovo, scusate l'assenza ma ora sono tornata e spero di riuscire a concludere questa storia.
Vi ringrazio tutti e soprattutto llunexa per il sostegno continuo e Moon_Light_s.
Spero vi piaccia.

Ice

Ridipingimi Il CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora