VI

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Quando mi sveglio trovo Alex sveglia, in piedi vicino all'armadio che si mette una maglia.
- Buongiorno.- sbadiglio mettendomi seduta.
- Buongiorno nana.- si gira verso di me.
Mi alzo e vado da lei.
- Non smetterai mai di chiamarmi nana vero?
- No piccola - ridacchia e mi scompiglia i capelli- ora devo andare a vedere che ha combinato quel coglione e la sua banda ieri sera. Tu resta qui.
- No vengo anche io che se cerchi di ucciderlo mi metto in mezzo.
- Mm va bene.
Usciamo dalla stanza e per poco Alex non urla, il pavimento non si nota nemmeno tanto è lo sporco per terra, ci sono persone addormentate nei posti più impensati e altre che escono di casa.
- Non ti arrabbiare per favore- è Josh comparso ai piedi delle scale, dai suoi occhi si nota il mal di testa dovuto al post sbornia - hanno anche rotto uno dei vasi.
- Nono io non è che mi arrabbio, ti ammazzo direttamente.- Alex scatta in avanti ma mi paro davanti a lei.
- No Alex ! - le metto le mani sulle braccia e la guardo negli occhi, lei non oppone resistenza ma con gli occhi mi fa capire la sua rabbia.
- Hazel spostati non voglio farti male.- mi mette le mani sui fianchi cercando di spingermi di lato
- Non me ne farai e non la farai nemmeno a lui.- dico stringendo un po la presa sulle sue braccia.
- Josh sei fortunato, ti ammazzerò un'altro giorno.
- Tra poco arrivano quelli delle pulizie e sistemano tutto.
- Devi sistemare soprattutto tu!
- Sisi ora comincio.
Alex sbuffa arrabbiata.
- Alex...ti faccio la colazione va bene?? - dico piano guardandola cercando di capire quanta rabbia provi.
- Non dovevi fermarmi.
- Si dovevo.
- Io esco, torno poi quando sto casino sarà sistemato.
- Dai ti prego resta.
- No ciao Hazel.
Non ho il tempo di controbattere che esce sbattendo la porta.
Sospiro e decido di aiutare a sistemare la casa, verso il pomeriggio tardi vado in un negozio dell'antiquariato che avevo visto in centro per ricomprare il vaso, la forma è la stessa ma non possiede alcun disegno, è grezzo.
Per fortuna quel vaso l'ho notato e riprodotto il primo giorno su carta perché mi è piaciuto, così una volta a casa lo ridipingo con lo stesso stile.
Alla fine del lavoro sono sfatta ma almeno la casa è tornata a lucido e il vaso è a posto, Josh mi ringrazia e salgo in camera per cambiare il letto visto ciò che ci era stato fatto sopra la sera prima.
Poi mi metto a leggere seduta a gambe incrociate per rilassarmi finalmente.

Alex's pov
Passo gran parte della giornata ad un parco poco conosciuto, leggermente fuori dalla città così da non rischiare di incontrare qualcuno.
Josh è l'unica persona che riesce a farmi perdere le staffe così tanto e mi è dispiaciuto rispondere in quel modo a Hazel, in fondo voleva solo evitare che peggiorassi la situazione.
Verso sera quando ricevo una chiamata da Josh per poco non lancio il telefono nel laghetto ma decido comunque di rispondere.
- Cosa vuoi?
- È tutto sistemato qui, dovresti tornare. Hazel ha fatto più di tutti, ha sistemato quasi tutta la casa e ha ricomprato il vaso, poi lo ha dipinto ora è identico a quello precedente. Lo so che sei arrabbiata con me ma con lei dovresti sistemare, non ha fatto niente di male.
- Lo so...per una volta non hai sparato una stronzata, tra poco arrivo.
Esco dal parco velocemente e corro in una famosa cartoleria che conosco per comprare alcune cose per Hazel facendomi fare un pacchetto regalo poi torno a casa.
Una volta entrata mi colpisce il silenzio assordante e Josh compare subito.
- Ben tornata.- dice cauto.
- Dov'è? - chiedo seria guardandolo negli occhi.
- Nella sua stanza.
- Vado.

Hazel's pov
Sento bussare alla porta e metto il segnalibro al libro.
- Avanti.
La porta si apre con cautela e compare Alex sull'uscio.
- Ehi Haz.
- Ehi Alex, sei tornata.
- Si.- chiude la porta e si viene a sedere sul bordo del letto difronte a me.
- Josh mi ha detto tutto ciò che hai fatto...
- So quanto ti ha fatta arrabbiare e quanto ci tenevi che tutto tornasse come prima quindi è stato il minimo.
- Hai fatto tantissimo e mi volevo scusare per come mi sono comportata sta mattina...
- Va tutto bene, eri arrabbiata è normale.
- Si ma non avrei dovuto prendermela con te... comunque ti ho preso una cosa.
Aveva una mano nascosta dietro alla schiena e quando me la mostra mi porge un pacchetto.
- Aprilo.
Lo apro un po in soggezione, ho sempre odiato scartare i regali davanti alle persone.
Una volta scartato noto che sono un set di pennelli molto ricercati, una volta me li hanno fatti provare e da quel giorno non ho pensato ad altro, ma non pensavo di averli mai potuti avere prima di un po' di anni ovvero quando avrei potuto comprarmeli da sola.
- Non ci credo...ma dove li hai trovati??
- In una libreria che a quanto pare non conosci.
Alzo lo sguardo e la trovo sorridente, io stessa sorrido felice.
- Grazie grazie grazie.- l'abbraccio legandole le braccia al collo, praticamente le volo addosso finendo in ginocchio, all'inizio è reticente poi però sento le sue mani sulla mia schiena e ricambia l'abbraccio.
- Dovrei essere io a ringraziare te per quello che hai fatto anche se non è stata colpa tua.
Mi stacco dall'abbraccio lasciandole le mani sulle spalle e lei sposta le sue sui miei fianchi.
- Credo tu mi abbia già ringraziato abbastanza.
- Hai evitato un bel casino perciò no non sarà mai abbastanza.
Sorrido e mi stacco da lei andando a mettere i pennelli sul tavolo.
- Senti Haz qui fa davvero freddo, probabilmente c'è un problema con il riscaldamento magari domani chiamo qualcuno intanto vieni a dormire con me.
- Con te? Non hai paura che mi abitui?- la guardo e lei si avvicina.
- Ho detto per oggi non per sempre.-mi sposta una ciocca dietro l'orecchio e nei suoi occhi leggo che non crede totalmente in quello che dice.
- Va bene vengo.- mi strofino un occhio con la mano e sbadiglio.
- Sei tanto stanca eh?
- Si molto.
Prima di andare in camera sua mi metto un pigiama vero: pantaloncini corti e maglietta a maniche corte, poi la raggiungo scalza.
Mi siedo sul letto sbadigliando di nuovo.
- Tu dormi pure io resto sveglia ancora un po per lavorare al computer.
Mi sdraio rivolta verso di lei.
- Cosa devi fare?
- Devi dormire nana.
- Posso resistere sveglia, il tempo di una risposta.
Ci guardiamo negli occhi.
- Studio ingegneria ma amo la letteratura e ho un blog dove posto citazioni, poesie, pagine di libri oppure cose mie.
Mi sollevo sedendomi accanto a lei.
- Non avevi detto il tempo di una risposta?
Sorride guardandomi.
- Posso leggere qualcosa?
Scorre col cursore fino ad una poesia.
- Solo una. - dice guardandomi.
Annuisco e comincio a leggere.

Mia viva morte, amore delle viscere

"Mia viva morte, amore delle viscere,
io aspetto invano una parola scritta
e penso, con il fiore che marcisce,
che se non vivo preferisco perderti.
L’aria è immortale. E la pietra nessuna
ombra conosce, né, immobile, la scansa.
Non ha bisogno nel profondo il cuore
del freddo miele che sparge la luna.
Ti sopportai. Mi lacerai le vene,
tigre e colomba, sulla tua cintura
in un duello di gigli e veleno.
Calma la mia follia con le parole,
o nella notte dell’anima oscura
per sempre, lascia ch’io viva sereno."

Federico García Lorca

- Amo Lorca.- sussurro guardando lo schermo.
- Anche io... - lo dice in modo dolce tenendo gli occhi su di me - ora devi dormire.
- Va bene ma se hai bisogno svegliami.
- Buonanotte Nana.
Mi sdraio e mi copro.
- Buonanotte Alex.

Ridipingimi Il CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora