Draco Malfoy si mette nei guai

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Era tutta colpa di quella stupida mezzosangue. Era bastato un solo ballo, a malapena cinque minuti in cui non si erano nemmeno parlati, perché tutti i suoi sforzi dei mesi passati si vanificassero. Le voci su loro due giravano già da molto tempo, soprattutto tra i Serpeverde. Aveva dovuto faticare per ristabilire il suo prestigio e far capire a tutti che non gli importava nulla di una mezzosangue ed ora, in nemmeno cinque minuti, aveva rovinato tutto. Gli occhi di tutta la scuola erano puntati su loro due.

Sì dileguò in fretta, ci avrebbe pensato la Granger questa volta a mettere a tacere le voci. Inevitabilmente, ripensò al ballo. Era stato intenso. Non pensava che la ragazza avrebbe retto i ritmo dei suoi passi, invece lo aveva seguito con naturalezza. Si chiese come facesse ad essere brava anche in quello. Quanto la detestava. Da quando l'aveva conosciuta –realmente conosciuta- gli aveva rovinato la vita. E gliela aveva rovinata perché, per la prima volta, gliela aveva resa bella.


"Hermione!" urlò Ginny, mentre la afferrava al volo prima che cadesse. Aveva uno squarcio sul petto e il sangue stava cominciando a sgorgare copioso, macchiandole il bel vestito.
Harry e Ron corsero verso di loro, in preda al terrore. "Che cosa succede? Che cosa succede?" cominciò a urlare Ron a ripetizione, mentre Harry tirò fuori la bacchetta, pronto ad attaccare chi aveva colpito l'amica. Ma nel corridoio non c'era nessuno.

Ginny alzò lo sguardo pieno di angoscia, capendo dove fosse il problema. "Deve essere successo qualcosa a Malfoy."
Harry la guardò impressionato, era incredibile come la rossa riuscisse a mantenere la lucidità in un simile momento.
"Ron, porta subito Hermione in infermeria. Harry, io e te dobbiamo salvare Malfoy" disse perentoria Ginny, prendendo il controllo della situazione. Harry e Ron le obbedirono all'istante.


E ora che cosa avrebbe dovuto fare? Si chiese, mentre scendeva le scale. Continuare a tenerla lontano, continuare a ferirla. Rimanere arroccato nel suo status di purosangue e continuare a frequentare gente come lui. E vuota come lui.

Si odiava. Era un debole, per tutta la vita non aveva fatto altro che scappare, nascondersi dietro al suo sangue puro, senza prendere mai nemmeno una decisione, lasciando che le sue origini decidessero per lui. Ma era quello vivere?

Odiava la Granger. La odiava con tutto sé stesso. Avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare indietro nel tempo e continuare a odiarla come la odiava da bambino, disprezzandola solo per il suo sangue. Ma ormai era troppo tardi, ormai non la odiava più in quel modo. La odiava in modo diverso, in un modo talmente forte che gli faceva male al cuore.


Harry e Ginny arrivarono ai dormitori senza fiato. Harry corse subito nella sua stanza, cominciando a tirare fuori dal suo baule tutte le cianfrusaglie inutili che vi aveva accatastato dentro. Ma perché non era più ordinato? Finalmente trovò la Mappa del Malandrino. Corse da Ginny, aprendola forsennatamente. "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni."

Tanti piccoli puntini cominciarono a muoversi sulla mappa. Ron era quasi arrivato in infermeria, ma Harry sapeva che non sarebbe bastato. Quelle erano ferite magiche, quella che doveva essere curata non era Hermione, ma Malfoy.

"Ma dove sta quello stupido furetto?" esclamò in preda all'ansia, non vendendolo sulla mappa.

"Harry, eccolo!"


L'aria fredda dell'esterno gli faceva bene. Non si era nemmeno messo una giacca, ma non ne sentiva il bisogno. Lo sferzare del vento freddo sulla pelle gli appiccicava il sudore sulla camicia, ma serviva anche a sbollire la rabbia e farlo pensare più lucidamente. Prese a camminare senza una meta precisa. Voleva solo mettere il più strada possibile tra lui e la mezzosangue, anche se solo per poche ore. Voleva solo togliersela dalla testa, impresa che sembrava impossibile.

Continuava a rivivere in loop tutto quello che avevano passato insieme. Tutte le risate e gli scherzi, non quelli crudeli dei primi anni, ma quelli fatti senza cattiveria dell'ultimo periodo. E quella strana avventura in quel mondo parallelo. E quel bacio. Quel cavolo di bacio che aveva rovinato tutto. Chissà se la Granger lo sapeva che era stata il suo primo bacio. Di certo se qualcuno avesse saputo che lui, Draco Malfoy, aveva baciato una Mezzosangue e che per di più fosse stato il suo primo bacio, come minimo avrebbe dovuto cambiare paese ed identità. Non avrebbe più avuto il coraggio di guardare in faccia suo padre, né i suoi compagni di casa. Nonostante tutto, però, in un piccolo anfratto polveroso del suo cuore, non custodiva vergogna per la sua azione, ma orgoglio.


"Che cosa ci fa quell'idiota ai limiti della Foresta Proibita?" sbraitò Harry, correndo a rotta di collo giù per le scale.
"Quel cretino non poteva scegliere giorno peggiore per farsi ammazzare!" esclamò Ginny con rabbia, detestando con tutta se stessa quel vestito che le intralciava i movimenti. Lo tirò con una mano fin sopra alle ginocchia e si tolse le scarpe con il tacco, abbandonandole per i corridoi.
Il vento gelido dell'esterno paralizzò Ginny per un istante. Era vestita troppo leggera per una notte come quella e non aveva neppure le scarpe. L'erba bagnata la feriva ad ogni passo.

"Ginny, tu torna dentro, ci penso io" gli disse Harry, urlando per sovrastare il vento.
"Non se ne parla, non ti lascio solo" urlò la rossa di rimando, proseguendo ostinata. La sua amica aveva bisogno di lei e non l'avrebbe abbandonata. Così come non avrebbe lasciato il ragazzo che amava ad affrontare da solo l'ennesimo pericolo. Questa volta non c'erano Ron ed Hermione ad aiutarlo, c'era solo lei.

Harry la guardò in un modo che Ginny non riuscì a decifrare, ma non aveva il tempo di pensare. Doveva assolutamente andare a salvare Hermione. O meglio. Andare a salvare Malfoy.


Quanto aveva camminato? Di certo non poco, si trovava quasi al limitare della Foresta Proibita. La luce della luna piena lo illuminava a stento, donandogli un'atmosfera spettrale. Quel luogo gli metteva i brividi tutte le volte, nonostante ormai lo conoscesse bene. Ci era anche dovuto entrare. Ad ogni modo, era meglio stargli alla larga. Fece per tornare indietro, quando sentì il suono di rami spezzati e un profondo gorgoglio provenire dalla Foresta. Si girò di scatto, per capire quello che stava succedendo, quando qualcosa di grosso, che odorava di bagnato, gli venne incontro e lo colpì al petto.

Cadde per terra, boccheggiando e cercando di riprendere aria nei polmoni. Cercò freneticamente la bacchetta, indietreggiando sulla schiena, cercando di ignorare il dolore lancinante della ferita e il sangue che stava perdendo.

Cominciò a strillare con la voce piena di panico tutti gli incantesimi che gli venivano in mente, ma non sapeva contro cosa stava combattendo. Non ci vedeva, non c'era abbastanza luce. Ma era grosso e aveva gli artigli.

Continuò a indietreggiare lanciando incantesimi, quando un'altra unghiata lo colpì di striscio sulla guancia, aprendogli un solco che prese a sanguinare copiosamente. Una nuova artigliata, questa volta sulla gamba, gli impedì definitivamente di alzarsi in piedi e camminare.
Alcuni dei suoi incantesimi stavano colpendo nel segno, ma non era sufficiente a salvarlo. 

Servivano solo a rallentare quel mostro, che presto avrebbe superato nuovamente le sue difese. Sentiva i sensi venirgli meno, non avrebbe retto a lungo.

Poi all'improvviso, sentì un urlo sovrastare il ringhio della bestia. "Non azzardare a farti ammazzare, bastardo di un Malfoy!"
Era la voce di Potter.
Malfoy si chiese se non fosse già morto. Poi svenne.



Ciao a tutti! Vi ringrazio per star seguendo la mia storia, se potete lasciate qualche stellina o commento!✨ Sto cercando di pubblicare con regolarità, ma purtroppo in quest'ultimo periodo ho davvero molto da studiare e non riesco ad essere puntuale come prima. Spero di riuscire a non farvi aspettare troppo per il prossimo. Un bacione!💕

Ci odiamo? | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora