I nodi vengono al pettine

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Hermione quella mattina, non appena si svegliò, il primo gesto che fece fu quello di portarsi le dita alle labbra, sfiorandole con delicatezza. Quasi non riusciva a credere a quello che era accaduto la sera prima. Si chiese se fosse stato tutto reale, oppure frutto di un bel sogno. Eppure, doveva essere vero. La sensazione delle mani di Draco sulla sua pelle, le sue lacrime silenziose, il suo tocco delicato, ma allo stesso tempo la sua stretta decisa, che sembrava quasi implorarla di non abbandonarlo, non potevano essere frutto della sua immaginazione.

Si rese conto di essersi infilata in una situazione complicata, che avrebbe dovuto evitare. Come avrebbe potuto spiegare a Harry, Ron e Ginny una cosa simile? Cavolo, aveva promesso a Ginny che avrebbero parlato quella mattina. Sarebbe riuscita a mentirle?
Sentì le budella torcersi dall'ansia e si infilò sotto alle coperte, come se quello bastasse per scacciare tutte le preoccupazioni che aveva in testa. Perché si era fatta baciare, che cosa le aveva detto il cervello?

Poi, però, ripensò a quanto era stata felice la sera precedente. Si era sentita in un altro mondo, si era sentita bene come mai lo era stata prima. Solo il suo senso del dovere le aveva permesso di staccarsi da lui. In cuor suo, in qualche modo, sapeva da tempo che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con i suoi sentimenti. Lo sapeva da quando aveva guardato nello specchio di Erised, ma lo sapeva anche da molto prima. Negli ultimi mesi non aveva fatto altro che soffocarli, ma non era servito a niente. Li aveva soltanto resi più forti e radicati più a fondo nel suo cuore.
Si vestì il più lentamente possibile, cercando di rimandare il momento del confronto con la sua migliore amica. Si infilò dei pesanti calzini di lana e si raccolse i capelli in un cipollotto. Si guardò allo specchio. Non era truccata, eppure il suo viso era luminoso e i suoi occhi brillavano. Si sentì all'improvviso più bella e non si seppe spiegare il motivo. Trovava belli perfino i suoi capelli crespi, in cui Draco aveva affondato le dita come se fosse una questione di vita o di morte. Sorrise allo specchio, fece un bel respiro e decise di scendere.

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"Ma ti rendi conto che sei solo una pazza furiosa?!" sentì urlare Ginny non appena arrivò in Sala Comune. "Mi chiedo come ti sia venuto in mente, stupida oca!"

Hermione sobbalzò terrorizzata, convinta che ormai lei e Draco fossero stati scoperti da tutti, ma notò sorpresa che Ginny non si stava rivolgendo a lei, bensì a Lavanda Brown, che la guardava con gli occhi colmi di lacrime.

Hermione corse da loro. "Si può sapere che sta succedendo?" chiese, ponendosi in mezzo alle due ragazze. Ginny aveva uno sguardo particolarmente pericoloso ed Hermione temette che sarebbe potuta saltare al collo della sventurata Lavanda.

"Spiegaglielo tu se ne hai il coraggio" ruggì Ginny, guardando la malcapitata con occhi incandescenti e incrociando le braccia al petto. "Spiega che cosa hai fatto a mio fratello."

"Ron? Che gli è successo?" chiese Hermione preoccupata.

"Non Ron, ma Fred."

Lavanda cominciò a singhiozzare come una disperata. Hermione l'avrebbe voluta consolare, ma non era sicura fosse una buona idea, Ginny sarebbe stata capace di incenerire anche lei in quel momento.
Lavanda singhiozzò un altro po', sotto lo sguardo privo di pietà di Ginny, che le sventolò di fronte agli occhi una boccetta contenente un liquido grigiastro e dall'odore affatto gradevole. Hermione la riconobbe subito.

"Ginny, perché hai della pozione Polisucco in mano?"

"Chiedilo a quella lì" le rispose Ginny brusca, continuando a fissare Lavanda.

Ci odiamo? | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora