quiete.
Fino a qualche giorno prima, se qualcuno avesse chiesto ad Akaashi quale fosse la sensazione che più spesso provava, egli avrebbe risposto paura.
Paura, pura e crudele paura, vedendosi schiacciato da un fato indifferente, quasi ostile, convinto di aver affondato il proprio sole, non riuscendo a trovare, in sé, nemmeno un minimo moto di rilevanza.Ora era diverso. Era strano.
Stava camminando per le strade di Tokyo, stando attento a tutto ciò che lo circondava: qualche gatto sfiorava un'auto in corsa, una donna usciva di casa con una borsa in mano e dei tacchi rumorosi, un cane tirava il guinzaglio che lo portava, trascinando il suo povero padroncino.
C'era sempre stata tutta quella vita, nella città? Quante storie, esperienze, sensazioni stavano ignorando e vivendo tutti loro?
Magari aveva appena incrociato qualcuno che stava per ricevere la notizia più bella della sua vita, magari qualcun'altro il contrario. Sapevano quanto il riccio fosse stato vicino alla propria fine?
"Fa nulla." si diceva "Lo scoprirò domani, o un giorno. Prima o poi."
Era bello poterselo ripetere.La leggera felpa che portava si muoveva piano col vento minimo che tirava, tenendo coperte le sue braccia e quei ricordi cui ancora doveva abituarsi.
Vide Konoha da lontano sorridergli ed iniziare a corrergli incontro.Contemporaneamente, Bokuto agitava nervosamente una gamba, tentando di andare a ritmo di musica, così da tenere la propria mente occupata.
Sedeva su un treno, vestito comodamente con un paio di jeans morbidi ed una t-shirt di un azzurro chiaro. Teneva uno zaino sulle gambe, con un paio di cose utili da avere con sé.
Le cuffiette nelle orecchie cantavano una canzone commerciale ma movimentata, il cellulare rifletteva la schermata aperta di un'app di chat molto popolare.L'ultimo messaggio che aveva mandato ad Akaashi risaliva al primo pomeriggio, era un'emoji di un gufo, in risposta ad una conversazione precedentemente iniziata. La chat subito seguente, riportava un silenzioso "Heather."
L'ultimo messaggio?
Un "ho appena preso il treno", visualizzato.Perché sì, in quel momento Kōtarō si stava dirigendo verso la ragazza, che lo aspettava seduta con delle sue amiche in una piazzetta poco distante dalla stazione adiacente alla zona in cui viveva.
Era nervoso, e quasi avrebbe preferito non essere consapevole delle motivazioni: innanzitutto, non aveva detto ad Akaashi del suo "impegno" odierno, conoscendo il tendere del riccio a pensare ed iperanalizzare ogni minima informazione.
In secondo luogo, non sapeva cosa aspettarsi dalla ragazza. In fondo, cosa avrebbe dovuto dirle?
"Ciao Heather, sai la novità? Ho quasi ucciso la persona che amo, ma fortunatamente sono riuscito a salvarla ed ora ci stiamo sentendo! Oh, sì, quella persona è il mio migliore amico!"
Sospirò internamente, sperando di evitare una scenata.
A quel punto, il treno si fermò.Quando Kōtarō era ormai a due passi da quella piazzetta troppo affollata, rimosse gli auricolari dalle orecchie, gettandoli a caso nello zaino, che chiuse.
Notò la ragazza avvicinarglisi, avendolo avvistato per prima, mentre le sue amiche le ridacchiavano dietro.Diamine.
Portava i capelli legati in una lunga treccia, verticale, che oscillava mentre camminava. Il leggero vestito rosa pallido, che la copriva sino a poco prima del ginocchio, svolazzava, la sua pelle bianca rifletteva la luce del sole. I suoi occhi erano più chiari del solito, ma nulla più in loro attirava la sua attenzione come precedentemente.
Prese un profondo respiro prima di salutarla, senza farsi notare. Le sorrise gentilmente, come avrebbe sempre fatto. Non si baciarono, né tennero la mano.
Lei parve aspettarselo.
Bokuto non perse tempo, ed infilò le mani in tasca, nascondendo le nocche in guarigione.
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Sweet death. /BokuAka/
Fanfic"Cosa si scrive, quando non si ha più tempo per farlo? Cosa si dice, sapendo che quelle saranno le ultime parole che potrai mai pronunciare? Cosa si pensa dell'amore, quando questo diviene la causa della tua fine?„ Il giovane liceale Akaashi Keiji...