Il primo caduto.
I giorni passarono, lenti e tranquilli quanto intoccabili da quelle che potevano essere le mille preoccupazioni umane.
Loro scorrevano, noncuranti, e portavano con sé settimane e settimane.Akaashi si era ormai ambientato perfettamente nel club di pallavolo, cui partecipava tre volte a settimana.
Era riuscito a perfezionarsi notevolmente, seppur in un lasso di tempo relativamente breve, specialmente per l'impegno e la volontà che vi metteva.
Iniziava a sentire la pallavolo come una parte di sé, una propria nuova qualità, in particolare quando lo salvava e distraeva.
Era capitato più volte, infatti, che alcune liceali del Fukurōdani venissero a tifare, o comunque ad assistere, durante gli allenamenti. Difficile non era immaginare tutta la visibilità che Bokuto, in quanto capitano ed uno dei cinque migliori schiacciatori liceali del Giappone, assumesse in quei momenti.
Ed ecco che, ogni tal volta che una ragazza gli si avvicinava estremamente, cercando di attirare la sua attenzione o farsi invitare ad un "appuntamento", l'unica valvola di svago del povero corvino diveniva la pallavolo.
Puntava lo sguardo sul pallone, lo analizzava velocemente ma precisamente, incanalando poi tutta la tensione che sentiva nelle proprie braccia.
L'impossibilità di fare nulla per quella sua cotta, il dover sopportare e sopportare chiacchiere sempre più civettuole di quelle liceali, la minima ma costante paura di veder Bokuto andare via, catturato da una di loro...tutto ciò diveniva energia.
Incanala nel punto giusto, e puf.
Un'alzata di perfetta precisione nasceva, accompagnata da un senso di liberazione nel petto del corvino.
La sua attenzione, da quel momento in poi, era completamente dedita allo sport.
Cercò di concentrarsi anche sulla ricezione, ma la scoprì ben presto il suo tallone d'Achille. Il tallone d'Akaashi.Così proseguendo, il coach non perse tempo nell'organizzare un'amichevole con un liceo lì vicino, il Date Tech High, conosciuto in particolare per il proprio muro di ferro, rafforzato ora anche maggiormente dall'arrivo di un primino: Koganegawa Kanji. Nonostante avesse solo sedici anni, costui sfoggiava un'altezza di ben 191cm.
Il motivo di tale invito era ben chiaro: il coach voleva affinare l'attacco, arma d'oro del Fukurōdani, e quale squadra scegliere se non quella con la miglior risposta all'attacco stesso?Il pomeriggio della partita era decisamente ventoso, ma non troppo freddo.
Il sole pareva scaldare pigramente il pianeta, non lasciando liberi molti dei propri raggi.
Un piccolo uccellino si posò sulla finestra dello spogliatoio, volando immediatamente via.
«Nervoso, Akaashi?» domandò ad un certo punto Akinori, sedendosi di fianco al corvino, che solo in quel momento si rese conto di esser rimasto a fissare quella finestra da un po', ormai.
Sfarfallando le ciglia voltò lo sguardo verso il compagno, scuotendo il capo in riposta.
«Non eccessivamente.»
«Beh, meglio così. Sarà la tua prima occasione di splendere come nostro nuovo alzatore titolare.» lo motivò il biondo, alzando un pollice in su per enfatizzare.
Senza nemmeno che il riccio potesse parlare ancora, sentì una pacca leggermente forte arrivargli sulla schiena, facendolo saltare di qualche centimetro.
«Forza Akaashi! Andiamo a rompere in mille pezzi quel muro di carta stagnola!» esclamò Bokuto alla sua destra, entusiasta come pochi ed ancora a petto nudo.
Dannata forza da schiacciatore.
«Non penso che spaccargli la schiena ci porterà fortuna, Ace.» commentò il loro libero, Haruki.
L'interessato borbottò qualche scusa al corvino, finendo poi di prepararsi.
Quando furono tutti pronti, uscirono dallo spogliatoio.L'altra squadra era già arrivata, prontamente in riga nella grande palestra. Non appena gli avversari si posero l'uno di fronte all'altro, fecero un profondo inchino, esclamando un comune "buona fortuna!".
Akaashi studiò attentamente tutti i giocatori, identificando subito il primino data la sua notevole altezza. Non appena Koganegawa si accorse di essere osservato, però, gli rivolse un ampio sorriso, alzando il pollice ed esclamando:
«Che sia una buona partita!»
Keiji annuì in risposta, un leggero sorriso a dedicargli le labbra.
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Sweet death. /BokuAka/
Fanfiction"Cosa si scrive, quando non si ha più tempo per farlo? Cosa si dice, sapendo che quelle saranno le ultime parole che potrai mai pronunciare? Cosa si pensa dell'amore, quando questo diviene la causa della tua fine?„ Il giovane liceale Akaashi Keiji...