La palla rotolò silenziosa sul suolo, lasciando tutti, compreso Akaashi, col fiato sospeso. Non solo la velocità di riflessi del corvino, che era riuscito a strappare a morsi un punto agli avversari, fu notevole, ma anche l'attenzione di Kenma nel comprendere che il colpo sarebbe stato interno al campo.
Quell'innaturale silenzio che si era creato fu improvvisamente interrotto da Bokuto, il quale emanò un urlo carico di orgoglio e fierezza, stringendo i pugni in segno di vittoria.
«Abbiamo vinto!» Esordì, andando verso il compagno e sollevandolo in un abbraccio scomposto per l'appena avvenuta vittoria.
L'altro, con la fronte imperlata di sudore ed il fiato pesante, si fece sollevare dal più grande, ancora non totalmente conscio di cosa fosse accaduto.
Bokuto continuò indisturbato a scuoterlo e sollevarlo per un altro paio di volte, lasciandolo poi per rinfacciare la loro vittoria ai due del Nekoma.
«Di cosa sa la sconfitta? Perché la gloria ha un sapore magnifico!» esclamò, ingigantendo il tutto, come suo solito.
«Oh, non parlarne come se fossero i nazionali! E quello era solo un set!» rispose prontamente Kuroo, lanciando all'amico un occhiata di fuoco.
«Tutte scuse!» ribatté Bokuto, facendo una linguaccia di rimando.
Immediatamente, l'altro aveva preso a richiedere una rivincita, ma tutta quella confusione che stavano provocando fu bloccata dalla voce di Kenma:
«Non abbiamo tempo per un altro set, tra pochi minuti la scuola chiuderà e teoricamente non saremmo autorizzati nemmeno a stare qui.» disse, con calma e con un tono di voce talmente basso da far sembrare impossibile il suo aver bloccato le urla di Bokuto e Kuroo.
Akaashi, dal suo canto, annuì semplicemente al suo "avversario", seguendo Kōtarō mentre si avviava, sempre pavoneggiandosi, verso lo spogliatoio. I due del Nekoma rimasero indietro.Dopo essersi cambiati, ed esser stati raggiunti dagli altri, lasciarono il liceo. Durante il tragitto, inizialmente, i due più grandi continuarono a battibeccarsi continuamente, lasciando Kenma ed Akaashi in "disparte".
Quest'ultimi ne approfittarono per fare due parole, nonostante il biondino non sembrasse troppo loquace, anzi: fargli dire due parole sembrava un'impresa.
«Giocavi a pallavolo?» gli domandò improvvisamente costui, dopo qualche minuto di silenzio.
«Sì, alle medie. Ricoprivo il ruolo di alzatore.» gli rispose il corvino. «Tu sei nella squadra del Nekoma, giusto?»
L'altro annuì "Ho iniziato a giocare per Kuroo."
Akaashi fece cenno di aver compreso, volgendo lo sguardo al proprio migliore amico, il quale ciacolava indisturbato con il ragazzo dai capelli color pece.La felicità che aveva visto nei suoi occhi quando il pallone aveva toccato terra, segnando il punto definitivo, era imparagonabile a qualsiasi altra emozione avesse mai incontrato. Era quel tipo di felicità che ti crea una dipendenza, un bisogno costante di provarla ancora una volta.
Avrà mai guardato qualcuno, con quello sguardo?Il corvino stava per scivolare lentamente nei propri pensieri, ma lo sguardo attento di Kenma su di sé pareva bruciare. Sfarfallò leggermente le palpebre, girandosi verso quest'ultimo giusto in tempo per non esser beccato dallo stesso Bokuto a fissarlo. Costui, infatti, si volse verso i minori assieme a Kuroo.
«Accompagno Kenma a casa, quindi giriamo qui. Ci vediamo.» disse quest'ultimo, sorridendo e facendo cenno ai due con una mano, allontanandosi poi seguito dal biondino.Bokuto ed Akaashi proseguirono la loro strada tranquillamente ed in silenzio, almeno per i primi sette secondi. Poi il maggiore prese a parlare.
«Comunque sei stato grande, Akaashi! Da dove hai preso quei riflessi? Non credevo fosse possibile averne!»
L'interessato fece un mezzo sorriso, passandosi una mano tra i capelli. Era sicuro di esser riuscito ad effettuare quel colpo unicamente grazie ad una spiccata fortuna, ma preferì non dirlo ad alta voce: voleva godersi quegli sguardi carichi di stima che l'altro gli stava mandando.
Chiaramente, tra migliori amici questo è normalissimo.Ebbene sì, erano ormai mesi che il corvino vedeva il proprio amico in modo diverso, sotto una luce più diffusa e dolce, dalle note romantiche, ma si ostinava a pensare fosse solo un'ulteriore evoluzione della loro amicizia. Sì, non poteva essere nient'altro.
«Dovresti davvero ricominciare a giocare a pallavolo. Io e te saremmo il fulcro vincente della squadra!» continuò ininterrotto il più grande.
Akaashi ci rifletté seriamente, indirettamente attratto da quella gioia che aveva captato negli occhi dell'altro quando avevano vinto. E pensare che non aveva segnato nemmeno lui, quel punto.
Ricordava di divertirsi con la pallavolo, ma non abbastanza da spingerlo a continuare anche al liceo.Perché non ricominciare?
Inoltre, avrebbe avuto l'occasione di spendere ancor più tempo assieme a Bokuto, anche più di quanto già non passassero assieme.
Scosse la testa in risposta, nonostante avesse un lieve sorriso che gli marcava le labbra.
«Ci sarebbe troppo contrasto tra me e gli altri, anche rispetto ai primini.»
Kōtarō smise di camminare immediatamente, guardando Akaashi dritto negli occhi:
«Sei matto, per caso?! Hai già dimenticato la partita che hai appena giocato, e vinto?»
Il corvino, che si era fermato a sua volta ed aveva girato lo sguardo, confuso, sul più grande, fece spallucce. «Fortuna del principiante.»
«Ne sei davvero così sicuro?» domandò improvvisamente l'altro, stupendo il minore per il suo non star ulteriormente insistendo. Ottenne come risposta un cenno d'assenso.
Un sorriso furbo quanto provocatorio si formò quindi sul suo volto, mentre allungava un braccio ed indicava Keiji, prima di parlare:
«Provalo!» esordì. Quando l'interessato gli mandò un ulteriore sguardo interrogatorio, prese a spiegare:
«Se dici che è stato tutto un colpo di fortuna, allora il divario tra te e gli altri giocatori dovrà essere esplicito già dai primi giorni di prova nel club-»
Akaashi lo interruppe: «Oh, non pensarci nemmeno!»
«Ma come? Non eri così sicuro delle tue parole?» lo provocò Bokuto. Diamine, gli anni di amicizia con Kuroo si vedevano chiaramente.Keiji lo guardò per un istante. Se avesse ceduto così a quella provocazione, si sarebbe ritrovato a dover prender parte al club, subendo anche gli eco di "te l'avevo detto!" da parte di Bokuto, in quanto era consapevole di non esser messo così male per quanto riguardava la pallavolo.
No, non aveva né tempo né voglia di impegnarsi così, già era abbastanza pieno di pensieri.
Stava per ribattere fermamente quando, come un flash, quella felicità che aveva visto negli occhi dell'altro s'impossessò della sua mente. Come se ve ne fosse stato contagiato, un pensiero gli balzò in mente:
"voglio sapere cosa si prova."
Deglutì, improvvisamente non più così titubante all'idea di iscriversi a quel club.«Bene.» affermò «Farò i giorni di prova per il club, ma se il divario è eccessivo, mollo tutto.»
Bokuto sorrise vittorioso: «Perfetto! Ai prossimi allenamenti verrai con me, e domani chiedi per l'iscrizione in segreteria.»
L'altro annuì, riprendendo a camminare. Dopo poco si dovettero separare.
«Ci vediamo domani, Akaashi!» lo salutò il maggiore.
«A domani, Bokuto-san.» parlò decisamente in modo più tranquillo il corvino.
Non appena voltò l'angolo, poté sentire il più grande esclamare un «Non perdo mai, in nessun ambito!» tutto orgoglioso, prendendo ad avviarsi mentre canticchiava il tifo che solitamente gli era rivolto durante le partite.
Il minore non riuscì a trattenere una risata; quel ragazzo era proprio singolare.Author's note:
Heyy babieees.
Questo capitolo è unicamente di transizione, dunque è un po' vuoto. Scusate. :(Al prossimo aggiornamento~
-H.

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Sweet death. /BokuAka/
Fanfiction"Cosa si scrive, quando non si ha più tempo per farlo? Cosa si dice, sapendo che quelle saranno le ultime parole che potrai mai pronunciare? Cosa si pensa dell'amore, quando questo diviene la causa della tua fine?„ Il giovane liceale Akaashi Keiji...