7.

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Hangover.

Quando il corvino aprì nuovamente gli occhi non era sicuro di che ore fossero. Né, tantomeno, di dove si trovasse e come ci fosse arrivato.
Ricordava poco della sera precedente, e sentiva la propria testa come stretta da una pinza, fino a scoppiare, assieme ad un estremo bisogno d'acqua.
Nonostante ciò, non si mosse di un millimetro.
Era circondato da un profumo virile quanto forte e piacevole, il quale faceva nascere nel proprio petto un senso di pace e calore, decisamente contrastante con tutto ciò che stava provando in quel momento, ed aveva il capo posato su una superficie tonica e sicuramente troppo soda per essere un cuscino. Il proprio corpo stretto in un tenero ma sicuro abbraccio, le gambe intrecciate con quelle di una seconda persona.
Un calmo, lento e rilassato respiro gli carezzava la fronte e la punta del naso.

Akaashi impiegò qualche secondo per realizzare cosa stesse accadendo: aveva dormito sul petto di Bokuto, strettamente abbracciato a lui per l'intera nottata.
Un pensiero irruppe burrascoso nella propria mente: che avessero..?
Il cuore gli salì repentinamente in gola, e deglutì a fatica; volse lo sguardo verso i loro corpi, sotto le coperte, cercando di ridurre i movimenti al minimo: erano entrambi vestiti, seppur la maglia che il maggiore indossava fosse lievemente alzata, scoprendo il suo addome ben allenato.
Realizzando di portare ancora gli stessi vestiti di ieri, un minimo ed impercettibile sospiro di sollievo uscì dalle labbra del minore.
Permase in quella posizione, paradisiaca se non fosse stato per l'emicrania ed il senso di disidratazione sempre più gravi, per altri pochi minuti. Era rilassato, ed il tocco dell'altro sulla propria pelle sembrava semplicemente così giusto.

Quando realizzò di non riuscire più a resistere, delicatamente sgusciò dalla presa del più grande, il quale emise solo qualche piccolo grugnito senza svegliarsi, mettendo i piedi a terra. Di fianco al comodino, sostava un secchio vuoto. Lo guardò confuso, uscendo da quella stanza mentre tentava di ricordare cosa fosse accaduto la sera prima.
Ringraziò il mondo intero per avere un'ottima memoria fotografica ed esser già stato a casa di Kuroo una volta, così riuscendo ad orientarsi fino alla cucina. Guardando l'ora, notò fossero le sette e mezzo.
Diamine, era presto. Come poteva svegliare il proprietario di casa per il proprio futilissimo post-sbornia?
Si passò una mano tra i capelli, emanando un leggero verso di frustrazione quando percepì le proprie tempie pulsare, e così arrivo in cucina. Con sua estrema sorpresa, non era solo: Kenma, con addosso una t-shirt di un bel po' di taglie più grandi e dei pantaloncini da basket, sostava con le spalle verso Akaashi.
Si girò lentamente, porgendogli un'aspirina ed un bicchiere particolarmente alto ricolmo d'acqua. Senza nemmeno farsi domande, il corvino fece un minimo cenno di ringraziamento e scolò dapprima il bicchiere, poi riempiendolo ancora e prendendo la medicina. Bevve in totale altre sei o sette volte prima di sentire quel senso estremo di disidratazione svanire.
Nel mentre, l'aspirina lentamente faceva effetto.

«Grazie mille, Kozume.» disse infine, appoggiandosi stanco al tavolo in quella stanza presente.
L'interessato alzò le spalle, ignorando il modo in cui gli si era rivolto, riprendendo in mano il proprio cellulare:
«Immaginavo avresti avuto i postumi della sbornia, ieri eri messo male. Mi sarei svegliato presto comunque, quindi tanto valeva evitarti una mattinata infernale.»
Ottenne come risposta un cenno d'assenso, mentre nella mente del corvino alcuni spezzoni inerenti alle ore precedenti presero a riaffiorare: ricordò di aver bevuto decisamente troppo, come non mai, di essersi ritrovato addirittura a ballare in mezzo a decine di persone ubriache e di aver così "conquistato" una ragazza, che era stata poi indirettamente rifiutata quando Bokuto l'aveva trascinato via.
Ma perché farlo?

Akaashi scosse il capo, come a far cedere tutti quei pensieri che vi si stavano accumulando, controllando ancora l'ora. Erano le 07:44.
«Quei due non saranno svegli prima delle dieci, ti conviene approfittarne.» gli suggerì Kenma, mettendosi il telefono in tasca ed avviandosi verso quella che doveva essere la camera di Kuroo.
Keiji decise di ascoltarlo, annuendo e dirigendosi verso la stanza degli ospiti.

Sweet death. /BokuAka/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora