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gufi vs gatti.

Quella sera stessa sera, Keiji ricevette un messaggio dal suo migliore amico: "Giovedì ci sarà la partita, tieniti pronto!" a cui il minore rispose con un semplice "Chiaramente." privo di qualsiasi emoji o altro segno di eccitazione.

Non era sicuro di aver raggiunto il livello dei due del Nekoma, anzi era sicuro di non averlo fatto. Tuttavia, aveva un buon presentimento che gli alloggiava sul petto, probabilmente infondato.
Sospirò, iniziando a sistemare tutto il materiale scolastico che gli sarebbe servito il giorno successivo.

Il tempo parve mettere il turbo, e quei due giorni che li separavano dallo "scontro" volarono come nulla.
La mattina del giorno prescelto Akaashi stava quasi dimenticando di avere quell'incontro, nonostante anche il giorno precedente si fosse "allenato" con il suo amico. Tuttavia, durante il tragitto verso scuola, come colpito improvvisamente da un fulmine, se ne ricordò.
Sentì un leggero formicolio sulle mani, che sfregò tra di loro. Cos'era quel nervosismo, adesso?
Essendo realisti, chiaramente non erano a livello dei due del "liceo avversario", i quali praticavano lo sport ufficialmente, nonostante Bokuto battesse di gran lunga Kuroo.
Ma se non potevano contare sulla pratica e sull'esperienza, cos'altro potevano utilizzare..?
"...La chiave, in questo sport, sta nella squadra. Nella collaborazione, nella fiducia reciproca, nell'empatia tra giocatori".

Quel pomeriggio, la palestra del Nekoma era libera. Gli allenamenti erano saltati a causa dell'assenza dell'allenatore, il quale aveva quindi deciso di dare ai propri allievi un giorno di riposo. O almeno a tutti meno che a due di loro, a quanto pareva.
Quando arrivarono, di primo pomeriggio, trovarono i loro avversari già pronti ad aspettarli.
Kenma, un ragazzo non troppo alto, sempre con lo sguardo abbassato e tra le mani un videogioco, stava alzando alcuni palloni al compagno, Kuroo, il quale era carico come non mai: già si vedeva vincente su Kōtarō, impaziente di ottenere questa sua tanto attesa "gloria".
Non appena i due del Fukurodani furono adocchiati, Tetsuro si fermò, bloccando il pallone tra le mani.
«Allora? Posticipare la vostra sconfitta non la annullerà!» esordì, ottenendo come risultato un Bokuto non esitante a rispondergli a tono.
«Come anticipare la vostra perdita non la renderà meno dolorosa.» affermò, prima di accelerare il passo verso gli spogliatoi, già fremente "Forza Akaashi, facciamogli vedere di che pasta siamo fatti!"
L'interessato, che era stato fino ad allora in silenzio, non poté fare altro se non rilasciare un lieve sospiro, sempre più sbalordito dalla quantità di energia contenuta in quel singolo liceale. Fece un cenno d'assenso col capo, seguendolo con calma.
Nello spogliatoio Bokuto era davvero impaziente: non riusciva a stare fermo, neppure mentre si cambiava, e fortunatamente questo specifico aspetto distrasse il moretto dall'esposizione esplicita del corpo dell'altro ai suoi occhi.
Costui sentiva il nervosismo salire, e con esso quel senso di estrema razionalità che, stranamente, vi conseguiva.

I due più grandi, Kuroo e Bokuto, lanciarono una moneta per decidere a chi spettasse quale campo e chi dovesse iniziare, mentre Akaashi poteva chiaramente sentire lo sguardo, indagatore, di Kenma su di sé. Date le non particolari caratteristiche fisiche di quest'ultimo, non era difficile immaginare come la sua principale arma fosse l'intelletto. Tuttavia, vi era una domanda: che tipo di intelletto sfruttava? Sapeva predire le azioni degli avversari? Saper sfruttare ogni azione al massimo? O saper tirare dai suoi compagni il massimo?
Immediatamente il corvino si appuntò a mente di stare attento a lui.

La "squadra" di Bokuto ed Akaashi dovette iniziare per prima.
Sul tabellone dei punti, furono riportati i nomi. "Gufi VS Gatti". Per niente scelti da Kōtarō, assolutamente.

Gli fu passata la palla, e si mise sul fondo.
Era raro giocare a pallavolo due contro due, e sicuramente diverso dalla normalità. Si dovevano trovare altre tattiche.
Akaashi pensò velocemente a chi mirare: occupare l'alzatore con una battuta sarebbe stato comodo, ma allo stesso tempo rischioso; Kenma era posto vicino la linea del campo, ed un minimo errore sarebbe stato abbastanza per sbagliare traiettoria e concedere loro un punto.
No, la tattica migliore consisteva nel fare una battuta illusoria, mandando la palla sul fondo del campo, centralmente: le posizioni chiaramente strategiche dei due si sarebbero infrante, e sarebbe risultato anche più difficile riprendere la palla e posizionarla correttamente. Inoltre, il rischio di mandarla fuori era minore.
Sì, come inizio poteva andare.

Sweet death. /BokuAka/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora