Babe

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Stamattina c'è il sole. Me ne accorgo perché entra nella mia camera e mi acceca non appena alzo le palpebre. Odio quando succede.

Strizzo gli occhi e mi stendo in stile biancaneve sul letto. La sveglia non è ancora suonata, manca almeno mezz'ora. E ora vaffanculo, non mi riuscirò più ad addormentare.

Sapevo che sarebbe stata una giornata di merda, è iniziata di male in peggio. Oggi è Sabato e i miei non lavorano, quindi sarò anche costretta a tornare a casa per pranzo. Da un lato non mi dispiace, è una settimana che mi riempio di Big Mac e schifezze varie, non vorrei perdere la linea che stranamente sto riuscendo a mantenere.

Mi raggomitolo tra le coperte e tento di riaddormentarmi, ma non ci riesco.

Mi maledico mentalmente e poi scelgo di alzarmi, ormai è fatta.

Tiro fuori da un cassetto lima e smalto, devo necessariamente rifare la manicure, è in uno stato pietoso.

Opto per un colore neutro, rosa numero ventitré per la precisione.

Le unghie e le faccio quadrate, mi piacciono molto ultimamente. 

Mi vesto con jeans e golfino bianco, lego i capelli in uno scignon e poi vado in cucina. Mia madre sta ancora dormendo, quindi tiro fuori un pacco di biscotti e li inzuppo nel latte.  Sono le sette e venti, tra altri venti minuti dovrò scendere di casa. Visto che ho ancora del tempo, metto a posto e preparo le tazze per mamma e papà, è una cosa carina fargli trovare tutto pronto ed apparecchiato.

Prendo la trousse dal cassetto del bagno e traccio una linea precisa con l'eyeliner. Il mascara non lo metto, troppo trucco.

Esco di casa con lo zaino e corro alla fermata, Robs è già lì.

-Babe- mi dice con sguardo accattivante.

-Fanculo-

-Sei nervosa?-

-Uhm, un pochino-

-Un pochino- cantilena.

Faccio roteare gli occhi e la ignoro per il resto del tragitto.

Nel cortile della scuola non c'è quasi nessuno; si rianima tutto pian piano, quando ormai sta per suonare la campanella.

-Non c'è il Babe?- chiede ironica Robs.

-Tu lo vedi?- rispondo acida.

-Non è compito mio adocchiarlo, sei tu che ci devi uscire-

-Non ci devo uscire, devo accompagnarlo ad una festa, e poi sappiamo entrambe che non mi cagherà minimamente-

-Sei insopportabile-

-Cosa centra? Ho solo detto i dati di fatto-

-Sì, sì, i dati di fatto, certo-

Alzo gli occhi al cielo.

-Babe, non ti conviene parlarne più, visto che Babe due sta arrivando-

-La smetti?- le dico e le dò una gomitata nello stomaco.

-Stronza!- urla.

-Impari la prossima volta, dici troppe stronzate-

-No, sul serio. È qui-

Mi giro immediatamente fingendo di cercare qualcuno, e trovo Federico e il suo gruppo poco lontani da me. Non mi ha vista.

Mi rigiro velocemente e al suono della campanella gli passo davanti, lui mi nota, sento i suoi occhi su di me. Non mi saluta, forse è troppo esposto agli altri.

Se restoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora