Guai in vista

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Gaia.

-Dove vuoi andare stasera?- Federico preme il suo naso contro la mia guancia generando in me i soliti brividi.

-Andiamo al Night?- domando.

-Hai voglia di ballare- sorride, mi allaccia il casco e accende il motore.

Salgo dietro di lui e aspetto che la sua moto sfrecci per le strade fino ad arrivare sotto casa mia.

-Andremo al Night allora- dice baciandomi.

-Ti passo a prendere a mezzanotte- mi fa l'occhiolino.

Gli sorrido e mi avvicino al porticato del palazzo, lui rimane lì ad aspettare che entri.
Tiro fuori le chiavi dallo zaino e mi volto per guardarlo. È lì, bello come al solito, con il casco che gli schiaccia il ciuffo.

Faccio una smorfia e gli mando un bacio volante, poi infilo le chiavi ed entro in casa.

-Stasera metti il vestito- la voce di Robs squilla nelle mie orecchie mentre lavo le mani.
Siamo al telefono programmando per stasera.

-Oh no, non quel vestito- alzo gli occhi al cielo.

-Non alzare gli occhi- tuona scorbutica Robs, mi guardo la manicure leggermente scorticata.

-Tu metterai quel vestito stasera - continua la rompiscatole, sospiro ed entro in camera.

-Abbiamo comprato tante cose giovedì .... quel vestito è l'ultimo di quelli che metterò- dico spostando ogni singola gruccia alla ricerca di qualcosa di meno appariscente.

-Non voglio ripetertelo, per le undici e mezza vieni a casa mia- sbuffa.

-Mi viene a prendere Federico- le ricordo, lei lancia qualche maledizione attraverso il telefono e poi riprende a parlare.

-Io verrò con i ragazzi, ci vediamo al Night, e guai se non ti trovo con quel vestito- fa con tono minaccioso.
Metto giù ridendo e corro in cucina, mamma ha lasciato un post it sul frigorifero, c'è l'insalata nel frigo.

Stasera sono sola, i miei tornano domani sera.

Mangio velocemente e poi corro a fare i compiti, due ore dopo sono pronta per andare a danza.

Ho le prove intensive, a breve ci sarà il saggio di fine anno e Angela ci vuole preparate più che mai, quest'anno si terrà alla Scala.

-Amore- rispondo alla chiamata di Federico, sono le dieci e venticinque e sono sdraiata sul letto con l'asciugamano ancora umidiccio, amo rilassarmi dopo la doccia.

-Piccola ci vediamo a mezzanotte- mi ripete.

-Non me lo ero dimenticato- sorrido.

-Lo so, a dopo- mi manda un bacio.

Blocco il telefono e cado in un sonno profondo, sono estremamente stanca. A mezzanotte qualcuno suona al campanello, e io sono ancora così, seminuda, con un'asciugamano avvolta intorno alla vita.

Impreco contro tutti i santi che conosco nel momento in cui realizzo che è maledettamente tardi e che Federico è qui.

Corro ad aprirgli tentando di pensare a tutto tranne che al mio aspetto.

-Sei ancora ... - il suo sguardo si blocca sulle mie gambe, risale con gli occhi fino al mio viso e fa un ghigno.

-Credevo volessi andare a ballare- ha ancora quel fare malizioso.

-Io ... io ... mi sono addormentata- farfuglio correndo in camera, lui mi segue.

-È stato meglio così- mi dice sfilandomi l'asciugamano, lo blocco prendendogli il polso.

Se restoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora