Sbronza

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Gaia.

-Io...- Federico ripete il monosillabo, e a questo punto inizio veramente ad innervosirmi. Cazzo, dovrebbe finire la fottuta frase, non continuare a ripetere 'io' e a baciarmi.

No okay, mi correggo.

Dovrebbe finire la fottuta frase,non continuare a ripetere 'io'.

-Hai intenzione di dirmelo?- scosto le sue labbra dalle mie e aspetto.

Cazzo, dillo.

-Lascia perdere- dice e si scosta da me.

Sbuffo e mi avvicino a lui, è strano.

-Allora? Perché te ne sei andato?- chiedo, tamburellando con il tacco dodici sul parquet.

-Sono ancora qui- dice acido.

Alzo gli occhi al cielo e mi accascio al lato opposto del muro.

-Cosa è successo ora?- urlo.

-Niente, assolutamente nulla-

-Vaffanculo- gli faccio il medio e attendo che quei tre idioti aprano la porta.

-Sei stupida per caso?- ringhia.

Eh no, questa potevi proprio risparmiartela Federico.
Io stupida? Beh forse un po' ha ragione, mi sono letteralmente fatta abbindolare da un coglione, e adesso lo mando a fanculo senza un preciso motivo.

Sì, esattamente, sono stupida.

Sebbene lo abbia appena ammesso a me stessa,mantengo la mia posizione preferendo di non assecondarlo, stiamo ricominciando a litigare.

-Non sono stupida, coglione- ribatto acida.

Sento la sua risatina del cazzo e sbotto.

Odioso, davvero odioso.

-Ti sto parlando- dico minacciosa, anche se sappiamo tutti che non potrei mai spaventare neanche una vecchietta sulla sedia a rotelle, ma sono dettagli questi.

-E io ti sto ascoltando- ribatte e si alza in piedi.

-Bene- deglutisco nel momento in cui me lo ritrovo davanti agli occhi.

Perché cazzo deve essere così altalenante?

-Dimmi cosa hai da dire, Gaietta- le parole fioriscono ed escono dalle sue labbra ben scolpite sulla pelle liscia e rosea.

-Mi chiedevo semplicemente per quale motivo non volessi dirmi cosa avevi in quella testolina di cazzo- tento di essere il più convincente possibile, ma non so fino a che punto sembri davvero una bulletta o una tipa "trasgressiva".

-Ah, quello ... - butta lo sguardo da un'altra parte e ride.

Giuro che adesso gli butto la testa nel muro.

-Non era niente di importante- ghigna, e mi squadra. Inizio a sentirmi in imbarazzo.

-Oh- accenna fissando la mia scollatura.
Apre le labbra increspandole e a quel punto capisco che la sua prossima frase da coglione riguarderà senza dubbio me.

-Direi che forse hai un po' esagerato con la scollatura- ridacchia amaro, e a quel punto non posso fare a meno di abbassare la testa.

A dir il vero non è scollato, per niente, ma evidentemente gli piace scherzare, e lo fa anche abbastanza duramente, visto che sono alquanto incazzata.

-Non c'è nessuna scollatura, l'unica cosa scollata qui è il tuo cervellino da demente- rispondo torva.

-Calmati, BABE- alza la voce marcando quella cazzo di parola che ormai sono stanca di sentire.

Se restoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora