Fanculo le anime gemelle

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Ha sempre pensato di avere un animo romantico, lui.
C'ha creduto veramente, che là fuori ci fosse una persona nata apposta per completarlo. Esattamente come era stato per i suoi genitori, e per i suoi nonni prima di loro.
Ha atteso con ansia che gli apparisse sul polso qualcosa che l'avrebbe aiutato a riconoscere la sua anima gemella. Il suo colore preferito, la prima parola che gli avrebbe detto o anche solo il suo nome... ma non era uscito nulla.
Né a diciott'anni. Né a diciannove. Neppure per i venti o i ventuno.
Dicono che se non appare nulla entro i venticinque, puoi metterti pure il cuore in pace perché vuol dire che sei destinato a restare solo.

"Tutte stronzate, Ni." Gli ricorda Martino, prendedogli il braccio che s'era imbabolato a fissare e baciandogli la pelle immacolata. "Non me ne frega un cazzo qui non ci sia traccia di me, o di chi sia questo Ludovico e perché io c'abbia il suo nome addosso. Chiunque ci voglia dividere può anche cortesemente andarsene a fanculo, okay?"

"Okay, okay." Mormora, placandolo poi con un bacio. Sarà qualche birra di troppo a rendere Martino così sboccato, ma agli occhi di Niccolò è tenero perfino quando si esprime come uno scaricatore di porto.

Ci sono attimi in cui sente che i minuti da trascorrere con Marti sono contati. Teme di poterlo perdere, da un momento all'altro. Altri, come questo preciso istante, che gli ricordano che loro - a differenza di molti altri - si scelgono ogni giorno. Ogni ora, minuto, secondo. Quanti possono dire lo stesso?

Pochissimi. Forse nessuno.
Tranne loro.

Lunga vita al nostro viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora