Ho voglia di dormire con te <3

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Ancora non ci crede. Ancora teme di svegliarsi in un letto troppo grande per una persona sola, di alzarsi e trovare Giovanni appisolato sul divano. O Luchino. O Elia.
Apprezza che gli vogliano evitare l'umiliazione di dover tornare da suoi, o di passare le nottate a passeggiare per Roma - com'era successo nei primi giorni - perché a stare in casa senza nessuno gli venivano gli attacchi di panico... Però anche la loro presenza fa male: vederli è un continuo rigirare il coltello nella piaga, che gli ricorda quello che si è lasciato scappare come un perfetto cretino.
E presto si accorgeranno di che grandissimo coglione sia Niccolò, pure loro, e se ne andranno esattamente come ha fatto Martino.

Stupido, incapace. Ci voleva poi tanto a a dire a Marti 'siamo solo amici io e Luai, ora. In passato siamo stati qualcosa di più, ma non si può tornare indietro ed anche si potesse io non lo vorrei perché ora ho già tutto, ora ho te'?
No.
E sticazzi il rischiare un picco iperglicemico per la zuccherosità delle sue parole.

È tutto vero, però. Martino è di nuovo qui, con lui.
Gli è mancato tutto, della loro vita insieme. Gli indecifrabili borbottii prima di aver preso un caffè, le fintissime proteste perché già Nico lo aveva trattenuto più del dovuto tra le lenzuola saltandogli addosso, e mò pretendeva pure di fare una doccia assieme... La colazione passata a lanciarsi pezzi di cibo, manco avessero cinque anni.
Le serate che iniziavano raccontandosi delle rispettive giornate, proseguivano tentando di guardare qualcosa su Netflix - ma una certa persona proprio non ce la faceva a non lanciargli sguardi 'bambici', eh! - e si concludevano... Be', come si può ben immaginare. Mica si son fatti un cassettino apposta per poi tenerlo sempre chiuso, no?
No, ecco.

È felice di riavere indietro perfino le nottate insonni, passate a nascondere la testa sotto il cuscino perché Marti russa troppo.

"Russerò pure, ma almeno non sbavo!" Sbuffa, indicando la grossa chiazza sul lato sinistro del torace.
Ma guarda questo, invece che essere intenerito che Niccolò si addormenti ascoltando il battito del suo cuore c'ha sempre da ridire!

"Non vedo come le due cose si possano paragonare, Marti." Se la ride, Niccolò, dopo aver svegliato Martino con un morso sulla spalla. Niente di che, assolutamente, giusto un succhiotto un po' più convinto. A sentire Marti parrebbe 'na roba assurda che gli lascerà un bel livido violaceo, ma non è mica così. Ma per favore. "Primo, perché non vedo come ciò ti possa impedì di dormire... Secondo, perché non me pare che la mia saliva ti faccia poi così schifo... Terzo..."

"Okay, okay." Gli mette un dito sulle labbra, per zittirlo. "Però io mica ti piglio a morsi quando ti metti a fare le tue disquisizioni nel sonno..."

"Perché sono discorsi interessantissimi, scommetto."

"Sì, l'ultima volta mi hai detto che avevi portato una giraffa all'autolavaggio ma non ci si poteva salire sopra perché era venerdì e ti servivano tabasco, uramaki e del salame vegano."

"Eh? Qui servono delle prove, Signor Rametta. Registrazioni. Queste sono illazioni prive di alcun fondamento, altrimenti. Menzogne!" Sgrana gli occhi, tentando di apparire scandalizzato da una tale accusa. Peccato non riesca a trattenere un sorriso...

"Come il fatto che io russi, insomma, Signor Fares." Regge comunque il gioco Martino, ricambiando il sorriso. "Finché non avrà una registrazione a supporto delle Sue parole, tenga quella boccaccia lontana dalla mia spalla."

"Mi stai sfidando, Marti?" Ed ecco che la conversazione prende tutta un'altra piega, con lui che sovrasta Martino con il proprio corpo e gli impedisce di muoversi. Che si avvicina con le labbra alla linea marcata della sua clavicola, senza però nemmeno sfiorare la pelle.

"Vuoi essere sfidato, Ni? Allora sì, sempre."

Lunga vita al nostro viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora