Telefonata

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Ti eri scordata l'emozione di vedere il suo nome sul display.
Avresti preferito ti fosse risparmiato questo tuffo carpiato nel passato, che ti fa battere il cuore a mille e sudare le mani tanto da farti quasi sfuggire il cellulare di mano.
Non sai neanche se rispondergli.

Cosa potrà mai volere, dopo tutti questi mesi? Sapere come stai?
No, figuriamoci.
Accordarsi per venirsi finalmente a prendere quegli scatoloni?
Neppure.

Sarebbe bastato anche solo un messaggio, per entrambe le eventualità.
No, deve trattarsi di qualcosa di serio. L'unica cosa che entrambi avete mai ritenuto tale: Martino.

"Ehi. Da quanto tempo..." Rispondi, maledicendoti subito per la banalità delle tue parole. Avresti dovuto essere fredda, glaciale, e andare subito al punto chiedendogli il motivo della sua chiamata.

"Troppo." Commenta lui, senza scomporsi. "Mi dispiace essere sparito così, e so che dovrei decidermi a portar via le mie ultime cose rimaste lì da voi..."

Sospiri, non sapendo cosa fartene delle sue scuse. È sempre stato così, il tuo ex marito.
Sempre pronto a chiedere perdono, senza mai fare nulla di concreto per ottenerlo.

"Ognuno ha le sue priorità." Tagli corto. "Ma ti avviso che non so per quanto Martino sopporterà ancora di vederli lì in corridoio. Un giorno di questi li porterà giù in strada." Il tono si addolcisce, nel parlare di tuo figlio.
Forse starebbe meglio con lui e Paola. Loro sì che se ne saprebbero prendere cura. Lo sai, eppure speri davvero non intenda avanzare una proposta dal genere. Perché non riusciresti mai a dirgli di sì.

Sei troppo egoista per lasciarlo andare, per lasciartelo strappare proprio dalla persona che già ti ha tolto tutto.

"Immagino. A proposito di nostro figlio... Ti chiamavo per dirti che finalmente siamo riusciti a metterci d'accordo per una cena il 14 dicembre. Forse lui te ne ha già parlato, ma ci tenevo a fartelo sapere casomai non l'avesse fatto." Quanta magnanimità, signor Rametta.
Quale tardiva onestà e correttezza...

"Certo che sì." Rispondi, alquanto seccata. "Io e Marti ci diciamo tutto."

"Be', allora ti avrà già sicuramente menzionato Niccolò." Ribatte serafico, prendendoti in contropiede. "Bene. Non mi preoccuperei, è giovane e confuso... ma proprio per questo ti chiederei se potessi suggerigli di non portarlo con sé. Non che non voglia conoscerlo, per carità, ma magari un'altra volta in cui ci siamo solo noi tre?"

"Non sia mai che un bambino possa scoprire anche due ragazzi o due ragazze si posso amare, già. Difficile da spiegare. Ma non sono sua madre, quindi..." Quindi ti risparmi giudizi sulla sua educazione. Non avrai grande stima di Paola come donna, ma non ti permetteresti mai di giudicarla come madre. "Lasciamo perdere, okay? Diglielo tu e vedi come la prende. Che se mi ci metto di mezzo io potrebbe anche pensare che questa cosa per me sia un problema..."

"E non lo è?" Sembra così sorpreso che vorresti chiudergli il telefono in faccia.

"Ma sei serio? Perché mai dovrebbe esserlo?" Okay, i nipotini se li immaginano un po' tutti ma c'è sempre l'adozione. E la ramanzina sulle malattie sessualmente trasmissibili gliela avresti fatta pure se si fosse trattato di una ragazza, per cui... Non vedi dove mai possa esserci, questo gran problema.

Semmai fa male sapere che Martino ha convissuto così a lungo con questo segreto, convincendosi che tu non saresti mai stata in grado di accettarlo.

Ma perché? Dove hai sbagliato?

"Meglio che eviti di rispondere. Martino è ciò che più importante io abbia nella mia vita. Questo conta. Il resto è secondario. Ma non mi aspetto certo che tu possa capire." Chiudi la telefonata bruscamente, e ti metti a fare la valigia per Cecina. Hai bisogno di qualcosa che ti distragga, mentri attendi il ritorno di Martino.

Hai come l'impressione che non sia andato affatto da Giovanni. Magari è di nuovo da questo Niccolò, come ad Halloween.

Chissà che tipo è. Non vedi l'ora di incontrarlo... Che se ti aspetti di avere informazioni da Martino, si fa Pasqua 2040.

Ti aspetti che rientri a casa raggiante.

Ma non è così.

Si barrica in camera sua, sconvolto e distrutto.

Che diavolo è successo? Devi andare a fondo di questa storia, una volta per tutte.

Ne hai abbastanza di stare nell'ombra, a vederlo soffrire senza poter fare nulla.

È venuta l'ora di farsi avanti, di stargli accanto.

Che lui lo voglia o no.

Lunga vita al nostro viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora