Un giorno come un altro

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Lo sa benissimo, che Niccolò non si aspetta nulla.
Né per il suo compleanno, che sarà tra poco più una settimana, né tantomeno per oggi. È un giorno come un altro, in fondo.
Una fredda domenica da passare spaparanzati sul divano, facendosi una maratona dei filmetti più melensi disponibili su Netflix. Non che ventiquattro ore bastino, per sciropparseli tutti.
Una splendida giornata di sole, perfetta per un pic-nic. Be', forse 'perfetta' quando ci sono meno di 10 gradi è un parolone, ma lui e Nico troveranno senz'altro modi molto piacevoli di scaldarsi... Messa così pare un'ottima prospettiva, no?

Eppure, c'è qualcosa che stona. Si è alzato alle cinque, stamattina, per preparare tutto e non gli sembra abbastanza.
È tutto così... Scontato. Dozzinale. Vorrebbe potergli dare di più, di questo. Dirgli 'prepara la valigia, che ti porto a fare la vacanza più bella della tua vita', ma poi apre il portafoglio e si rende conto che è meglio tenere a freno la fantasia. Sarebbe bello, però... Portarlo a spasso per l'Europa, concludendo il loro giro proprio per il suo ventiduesimo.
Invece finirà con la solita festa con gli amici, la stessa di tutti gli anni. Birra, giochi di società, risate per i regali che sono uno più idiota dell'altro - è quasi certo ci sia una sfida a chi trova il più kitsch e inutile, tra i suoi amici - e, per carità, alla fine non è poi così ma.. Che du' palle.

Non poteva nascere ricco sfondato? Così da potergli lasciar sparsi per casa qualcosina di più di post-it e paccottiglia varia, presa perché gli ricordava Nico... Tipo quella una matita con le chiazze della giraffa, sì, esatto.
Che poi magari ora starebbe comunque a farsi le paranoie, chiedendosi 'ma sarà il caso di sbattergli in faccia che c'ho i soldi? crederà che io stia cercando di comprarmi il suo amore? no, dai, accontentiamoci di andare a mangiare panini seduti in un prato come i povery'

Gli viene quasi voglia di buttar via tutto e tornarsene a letto. Svegliarsi direttamente il quindici.
Però non se ne esce, perché rimane comunque la questione di cosa prendergli la settimana prossima.
Cazzo.

"Ehi, ma come ti permetti di essere triste proprio oggi?" Nico lo fa quasi sobbalzare, baciandogli una guancia. Non l'aveva nemmeno sentito entrare, assorto com'era nei suoi pensieri.

"Perché scusa, che giorno è?" Ribatte, voltandosi verso Niccolò e sgranando teatralmente gli occhi.

"Guarda, Marti, che non sei per nulla credibile." Sussurra, tirandolo verso di sé per poi appoggiare la propria fronte sulla sua.

"Ah no?" Mormora Martino, a un soffio dalle sue labbra.

"No." Ribadisce, sorridendogli. Fa scorrere le dita fra i suoi riccioli, reclamando un bacio che li lascia entrambi col fiato corto e le gambe molli. "Che ne diresti, di tornare a letto per festeggiare come si deve?"

Direbbe che è un'ottima idea. Geniale. Straordinaria.

"Seh, te piacerebbe. No, ho ben altri programmi." Gli dice, invece. Ora che Nico è qui, tutti quei suoi pensieri gli paiono così stupidi. Venali.

"Ah sì? E mi includono, per caso?" Lo interroga, come se già non sapesse la risposta.

"Be', seguimi e lo scoprirai."

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