Buon viaggio

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Note:  Non potendo tramortirmi fino all'atterraggio né far stare zitti i bambini urlanti - che poi partito uno, hanno fatto un bel coro di strilli per due ore - mi son messa a scrivere questa flashfic. 

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Pace. Finalmente. Dopo ore di bimbetti urlanti - 'no, scusa Nico c'avranno pure le loro ragioni, so' io l'insofferente, ma proprio me sale... l'astio, hai presente?' - è calato il tanto agognato silenzio. O almeno una relativa quiete, quanto basta per potersi riposare un po'.

È da più di venti ore, tipo, che non chiude occhio. Sai com'è, la prima notte di nozze... Più il fatto che s'è sposato l'uomo più disorganizzato dell'universo, che ha finito di fare la valigia quella mattina alle 10, quando c'avevano il volo alle 14...

C'ha avuto da fare, lui. Seguire i suoi millemila progetti, seh. Come se Martino non fosse altrettanto impegnato, allo studio. Dottor Rametta, chi l'avrebbe mai detto?

S'era un attimo immaginato medico, a diciannove anni. Assolutamente non per vocazione, quanto più per ragioni utilitaristiche e venali. Forse anche un po' di rivalsa nei confronti di una certa ex, come a dire "Visto, mo' faccio il dottore pure io!". Un po' stupido, c'è da riconoscerlo. E sua madre era stata così felice quando l'avevano ammesso al Sacro Cuore, ma...

"Dai, Martì, per favore. Già te vedo a fare 'scusi, potrebbe agonizzare senza fare tutto 'sto casino?' ai tuoi pazienti." Elia l'aveva subito pungolato, e non c'aveva tutti i torti.

"Rose, hai una vasta scelta di strade davanti a te ma eviterei quelle a stretto contatto con la gente... Misantropia portami via, proprio." Esagerato all'inverosimile come sempre, Filippo.

Però aveva dato voce ai suoi dubbi. Dopo una sessione disastrosa nei primi mesi del 2021, aveva preferito cambiare.

Restando sempre nell'ambito del diagnosticare, curare, salvare vite. Non umane, però.

Niccolò ancora ci sperava, che lo assumessero al Bioparco per occuparsi delle giraffe... A lui andava bene anche il suo tran tran quotidiano in un piccolo ambulatorio della capitale. Però, chissà, magari un giorno...

'Guardi. Non si scomodi a svegliarlo. Mio marito è schizzinosissimo quando si tratta di cibo. Un po' quando si tratta di tutto, in realtà.'

Mio marito. Marito. Ancora gli mozzava il respiro, ancora faceva perdere un battito al suo cuore per poi mandarlo in tachicardia, sentirsi chiamare così da Nico.

Aspettò che l'hostess - carina, osservò ad occhi socchiusi, ma suo marito l'aveva appena degnata di uno sguardo - se ne andasse, poi si accoccolò sulla sua spalla.

"Chi sarebbe lo schizzinoso, scusa?" Domandò, borbottando.

"Tu?" Non riusciva a vederlo, ma era sicuro che Niccolò stesse sorridendo.

"Ah sì?" Insistette.

"Sì." Ah, ora si stava mordendo il labbro.

"Ah sì? Okay, allora se so' tanto schizzinoso coi tuoi fluidi corporei non ce voglio più avere a che fare. Arrangiati."

"Martiiiii!"

Lunga vita al nostro viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora