Elena era felice e lo ero anch'io. Un senso di pace si era diffuso in me.
A 19 anni stavo diventando padre. Cazzo. Questo sicuramente non era nei miei piani. Ero in ansia a volte e mi svegliavo urlando. Sembravo un pazzo.
Passai i mesi seguenti con visite dalla ginecologa a controlli in ospedale. Elena era ancora arrabbiata con me. Se non era per venirmi a dire quando ci fosse stato il prossimo appuntamento mi ignorava completamente.
Mi mancava tantissimo. Mi mancavano le giornate che passavamo insieme, i nostri baci, le nostre pazzie.
Mi sentivo vuoto senza di lei. Aveva un vuoto enorme dentro di me quando non c'era.
Avevo deciso che era il momento di fare qualcosa. Mancavano si e no due settimane al presunto parto e i miei piani erano a dir poco perfetti.
"Elena?"
Mi ero avvicinato a lei dopo che la campanella aveva suonato.
"Hmm?"
Disse lei senza alzare lo sguardo dal suo quaderno. Aveva i capelli raccolti in una coda disordinata e il trucco era messo male. Intravedevo il suo pancione che era coperto dal banco.
"Allora? Che vuoi?"
La freddezza con cui mi trattava mi faceva stare malissimo.
"Bhe ehm... Io..."
"Amore?"
Quando sentii quelle parole mi girai di scatto e vidi una ragazzo alto e moro camminare verso di noi.
"Ciao amore. Aspetta che prendo le mie cose e andiamo"
I miei occhi erano spalancati dalla sorpresa. Chi era quello?
"Posso parlarti un momento?" Ringhiai fissando il ragazzo che aveva osato chiamare le MIA Elena amore.
Lo sguardo di quest'ultima si era posato su di me e i suoi occhi avevano seguito la traiettoria dei miei.
"Simone potresti per favore aspettare fuori?"
Lui annuii e la salutò stampandole un bacio sulle labbra. La rabbia mi ribolliva dentro. Dovevo trattenermi da saltargli addosso e prenderlo a pugni.
"Dimmi, ma sbrigati che devo andare"
"Chi è lui scusa?" Le urlo addosso.
"Simone il mio ragazzo" disse lei calma come non mai.
"È da quando?"
"Da una settimana"
"Cosa?"
"James io ho dovuto continuare. Ho dovuto seguire la strada che mi aveva preparato il destino"
"Cosa cazzo dici? Tu sei destinata a stare con me"
"No James. Tu mi hai spezzato il cuore, mi hai messa incinta e per tutta la gravidanza non mi sei stato vicino. Non fai più parte della mia vita oramai"
La rabbia che mi ribolliva dentro era mischiata ad un dolore immenso. Avevo voglia di prendere a pugni qualcosa. Qualunque cosa. Mi girai e presi a pugni il muro. Le mie nocche si erano riempite di ferite. Sanguinavano. Il muro era pieno di buchi e il dolore era lanciante.
Presi le mie cose e corsi fuori dall'aula. L'avevo persa. Per sempre.
ELENA'S POV
Avevo detto un sacco di stronzate. Ero arrabbiata, incazzata nera con James. Mi aveva abbandonata. Con due figli in grembo. Cos'avrei dovuto fare. Mio fratello mi aveva sostenuto tantissimo. Alex era come un angelo sceso in terra per me.
Simone invece era un vecchio amico che si era trasferito a New York da poco. Ci siamo frequentati per un po' e in un modo o nell'altro dovevo purché dimenticare James.
I bambini scalciavano dentro alla mia pancia e a volte mi svegliavo con dei dolori fortissimi causati dalle loro litigate dentro alla mia palla enorme.
Amavo James con tutta me stessa e non volevo affatto porre fine alla nostra relazione. Mi mancava tutto di lui.
Mancavano solo due settimane al parto e ero in pre da un'ansia terribile. I miei figli sarebbero dovuti crescere senza un padre.
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La festa che aveva organizzato mia madre quella sera era a dir poco ridicola. Erano presenti tutti i miei parenti. Aveva fatto costruire un piccolo palco e il tavolo in cucina era stracolmo di regali per i bambini.
Avrò detto almeno 50.000 volte "grazie per essere venuti" e stretto altrettante mani.
"Buon pomeriggio a tutti. Volevo attirare la vostra attenzione per gli auguri di tanta felicità e serenità della nostra piccola Elena. Sei il mio piccolo raggio di sole. Sono fiera di te"
Le ero corsa incontro appena era scesa dal palco ignorando la persona che era salita dopo di lei e l'avevo abbracciata forte con le lacrime agli occhi.
"A dire la verità non so nemmeno perché mi torvo qui su questo palco a dire queste parole"
Quella voce. La voce che mi faceva salire i brividi anche solo a sentirla. Lui.
"Probabilmente perché sono un illuso o anche solo un matto. So per certo che non c'entro niente in questa faccenda o festa. Ma so anche che la ragazza della mia vita è presente qui. Mi ha rubato il cuore, cambiandomi in meglio e facendomi diventare il ragazzo più felice del mondo"
Stava in piedi sul palco, con quel ridicolo microfono in mano. Mi stava dichiarando il suo amore davanti a tutta la parentela.
"Elena io non merito ne te ne il tuo amore. Meriti qualcosa di migliore di me. Io ti amo con tutto me stesso"
Senza essermene accorta ero salita sul palco e stavo impietrita davanti a lui.
"I bambini dentro alla tua pancia sono la cosa che mi importa più di tutto insieme a te. Ti amo tantissimo. E per farti capire che non ho intenzione di perderti un'altra volta farò l'unica cosa che mi sembra giusta"
Il mio cuore si mise a battere all'impazzata quando James si mise in ginocchio davanti a me tirando fuori una scatoletta nera.
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Ciaooo :)
Magari esistessero dei ragazzi come James :(
Spero vi piaccia la piega che sta prendendo la storia.
Come sempre mettetemi un like/stellina e commentate se volete.
Ve se ama
Hannah <3
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Ti odio, ma ti amo
RomanceDopo 5 anni tornò all'improvviso. Senza nessun preavviso mi ritrovai l'essere più bello del mondo davanti. Occhi verdi smeraldo, un sorriso sempre allegro, lo sguardo penetrante e quei capelli castani sempre in disordine a causa dei ricci. Bastò un...