Epilogo

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18 anni dopo*

"Mammaaaaaa papààààà dove sono le mie scarpe?"

"E i miei trucchi?"

Le urla dei nostri figli echeggiavano per la casa. Elena mi guardò con un sorriso divertito e continuò a sorseggiare il suo caffè con estrema calma.

"Ma siete sordi?"

Due figure apparvero sulla porta. Lui con due calzini diversi e la maglietta al contrario, mentre lei con soltanto un tacco e i capelli sparati per aria. Dovetti sorridere a quella vista. Due ragazzi quasi 19enni che si disperavano insieme. Due gemelli fin troppo simili.

Giselle era diventata una ragazza bellissima con gli occhi azzurri come i miei. Era solare, dolce e divertente. Una ragazza aperta.

Trevor era diventato il ragazzo che tutti i genitori vorrebbero. Buono, educato e gentile. Sempre sorridente e con una barzelletta sulla punta della lingua. I suoi occhi erano rimasti del bellissimo colore smeraldo di Elena.

Si assomigliavano ancora tantissimo. I capelli scuri e ondulati, il naso all'insù il fisico magro ma palestrato. Tutti e due andavano in palestra. Era il loro regno.

"Trevor la tua maglia è al contrario e vai a prendere due calzini uguali. Le tue scarpe sono nella scatola sul tuo armadio.
Giselle il tuo secondo tacco è sotto il tuo letto e i tuoi trucchi sono nel secondo cassetto dell'armadietto in bagno"

Elena era come sempre pronta a tutto. Aveva imparato a studiare attentamente i nostri figli e capire le loro esigenze. I ragazzi se ne andarono correndo.

Avevano una festa quella sera e volevano essere perfetti. Trevor doveva andare a prendere Irina la sua ragazza prima di andare alla festa mentre Giselle era stata invitata da un ragazzo della sua classe. Con le ragazze di Trevor non mi facevo tante preoccupazioni, ma con i ragazzi di Giselle diventavo peggio di Sherlock Holmes.

Elena mi diceva che a volte ero talmente insopportabile che avrebbe preferito sposare un cucchiaio che me. In quei casi mettevo il finto broncio come un bambino di due anni e il tutto finiva che la sera ci trovavamo nel nostro letto a fare "pace".

"Mamma si è svegliata Emily" sentimmo l'urlo di Giselle arrivare dal piano superiore. Elena aveva il volto stanco e ancora impastato dal sonno per la dormita pomeridiana.

"Vado io" le dissi calmo lasciandole un bacio sulle labbra.

"Grazie" sospirò lei grata.

Corsi su per le scale ed entrai nella piccola stanza in cui si trovava la nostra piccola Emily. Emily era la più piccola di tutti. È stata, come dire, un incidente?! Elena era rimasta incinta un anno prima e non voleva abortire. Io non la costrinsi e così ci ritrovammo con un nuovo membro nella nostra piccola famiglia.

Presi in braccio quell'esserino e cominciai a cullarla tra le mie braccia. Emily era completamente diversa dagli altri due. Aveva i capelli biondi e un nasino a patata. I suoi occhi risplendevano in due colori diversi.

Era un raggio di sole. Il nostro piccolo raggio di sole. Sentii i passi di mia moglie dietro di me e mi girai. La mia famiglia era in piedi sulla soglia che sorrideva.

Avevo vissuto la vita che volevo. Avevo fatto degli sbagli, ma gli sbagli che avevo fatto in passato in quel momento non contavano più, perché avevo tutto ciò di cui avevo bisogno.

Avevo l'amore della mia vita come sposa e tre bellissimi figli che erano la mia vita.

Mi avvicinai a mia moglie e ai miei primogeniti e baciai la ragazza che amavo più di ogni cosa al mondo.

"Ti amo" le dissi sorridendo.

"Vi amo" mi corressi guardando la mia famiglia. La ragione della mia felicità.

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Bene bene bene
Ecco come finisce la storia. Non credo che farò un sequel perché non saprei cosa scrivere. Intanto mi concentrerò sull'altra storia che sto scrivendo sul mio profilo.
Per chi dovesse avere voglia può andare a vedere se piace.

Vorrei ringraziare tutti voi che avete deciso di leggere questo racconto e tutti i commenti bellissimi mi hanno rallegrato la giornata.

Siete fantastici. Vi voglio bene ragazzi ❤️

Come sempre mette mi piace/stellina e commentate se volete. Mi farebbe piacere.

A presto

Hannah <3

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora