Dopo quelle parole Elena mi aveva chiuso la porta in faccia, senza potermi far pensare a quello che avevo appena scoperto.
In meno di trenta secondi ero diventato padre e smesso di esserlo. Non avevo realizzato quello che mi aveva detto. Non ci volevo credere.
Io amavo Elena e niente al mondo sarebbe stato meglio che la notizia che avremmo avuto un esserino che ci univa. Ma il fatto che l'avevo ferita mi era chiara. Ero stato uno stronzo. Senza avere un fottutissimo motivo per il mio tradimento.
Quello che provavo quando vedevo Elena, quegli occhi smeraldo, quel sorriso meraviglioso e quella faccia d'angelo era unica. Non avevo mai provato niente del genere.
Non mi sarei mai aspettato di trovare la ragazza che mi faceva alzare il battito cardiaco. Prima usavo le ragazze come dei giocattoli. Le usavo. Pensavo fosse quello il divertimento.
Ma in quell'istante mi ero accorto che non c'è divertimento senza felicità. E la mia felicità era Elena.
Dopo che lei mi chiuse la porta in faccia mi sentii un assassino. Avevo dato vita, per quanto presto fosse per dirlo, ad un bambino, togliendogliela per uno sbaglio.
Uno sbaglio che mi costò l'amore della mia vita.
Sapevo che Elena era ancora in piedi davanti alla porta dall'altra parte. Sentivo i suoi singhiozzi disperati.
"Elena io sono stato un coglione e ti sto facendo soffrire. So di essere una persona orribile per te in questo momento, ma il bambino non c'entra nulla. Non dare fine alla sua vita soltanto perché ho sbagliato. Elena io ti amo. Lo farò sempre perché sei la ragazza che mi ha fatto cambiare in meglio. Sei la ragazza che mi fa sorridere sempre.
Tieni in vita nostro figlio. Non ti chiedo tanto. Solamente di non porre fine alla sua vita e se il prezzo da pagare è il nostro amore allora lo pagherò. Ti scongiuro di pensarci."Feci una pausa. Ascoltavo i suoi singhiozzi mentre mi torturavo le mani.
Dopo un breve silenzio aprii di nuovo la bocca e dissi l'unica cosa che volevo dire in quel momento
"Ti amo Elena"
-----
Ormai erano passati cinque mesi da quando Elena mi aveva confessato di essere incinta. La vedevo camminare per i corridoi di scuola e in classe.
Cercavo di ignorare il fatto che non ero riuscito a dimenticarla. Lei aveva cercato di farsi una nuova vita ma si vedeva che per lei era difficile quanto per me.
Non mi aveva più rivolto la parola. Non mi aveva chiamato. Non mi aveva mandato messaggi. Mi aveva scacciato completamente dalla sua vita.
Era lunedì mattina prima dell'intervallo. Stavo mettendo i miei fogli scarabocchiati in cartella mentre i miei compagni si avviavano velocemente fuori dalla classe.
"James?"
Quando sentii una voce insicura e piena di timore che chiamava il mio nome mi girai verso la figura esile di Elena.
Era stanca e si vedeva. Aveva le occhiaie sotto alle sue pozze smeraldate e il suo sguardo era basso.
"Dimmi"
Il mio tono era insicuro quanto il suo ma in confronto a lei la scrutavo da capo a piedi. Era bellissima come sempre con un piccolo rigonfiamento sulla pancia.
"O-oggi vado dalla ginecologa per scoprire il sesso del bambino. Come padre pensavo volessi venire"
"Oh... Ehm certo"
"Ok. Ti passo a prendere oggi pomeriggio"
E senza dire un'altra parola se n'era andata. Era uscita dalla porta correndo e sentii chiaramente un singhiozzo. Era lieve ma ero sicuro di non essermelo immaginato.
----
Stavo seduto su una sedia in una sala d'attesa. Stavo sudando tutte e sette le camice e il nervosismo mi era salito nel momento esatto in cui Elena si era presentata davanti alla mia porta di casa.
Le pareti erano piene di disegni di bambini piccoli. Era pieno.
Il nervosismo saliva ogni minuto che passava. Ero quasi in panico. Non sapevo perché mi faceva un effetto così quella situazione.
"Tompson"
Cazzo. Sono fottuto. Non ce la posso fare. Aiuto.
"James, stai bene? Sembri un po' teso"
Elena stava trattenendo una risata e si vedeva benissimo. Appena entrai nella stanza mi sedetti sulla sedia vicino alla specie di lettino dove stava distesa Elena.
"Buongiorno ragazzi. Allora adesso guardiamo come sta il bambino. Oggi dovremmo vedere se riconosciamo il sesso del piccolo. Per iniziare ecco il battito cardiaco"
Sentii un suono metallico. Veloce. Ritmico.
"Ehm mi scusi ma non va troppo veloce?"
La mia domanda era ridicola ma sembrava davvero andasse a 140 battiti al minuto.
"Ha ragione. C'è qualcosa che non va"
Il volto della ginecologa si era rabbuiato, come se avesse scoperto qualcosa di tragico. Il viso di Elena era allarmato e sentivo di starmi innervosendo ancora di più di quanto non lo fossi già prima.
"Controlliamo se sta bene"
Sul monitor vicino al lettino era apparso uno sfondo quasi completamente nero. C'era qualcosa che si muoveva.
"Allora qui abbiamo un piedino e qui c'è l'altro. E qui abbiamo... Un momento"
La dottoressa si era aperta in un sorriso enorme.
"Complimenti! Sono gemelli"
La mia bocca si spalancò cercando invano di far toccare il mento per terra. Due? Cioè due bambini?
Elena si era girata verso di me cercando di leggere il mio sguardo. Lei era raggiante. Mi aprii in un sorriso anch'io.
Stavo diventando padre.
---------------------------------------------
Scusatemiiiiii
Scusatemi davvero il ritardo ma mi sono beccata la bronchite. -.-
Spero vi piaccia il capitolo.
Un bacio
Hannah <3

STAI LEGGENDO
Ti odio, ma ti amo
DragosteDopo 5 anni tornò all'improvviso. Senza nessun preavviso mi ritrovai l'essere più bello del mondo davanti. Occhi verdi smeraldo, un sorriso sempre allegro, lo sguardo penetrante e quei capelli castani sempre in disordine a causa dei ricci. Bastò un...