Capitolo 27

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No
No... Non Louis. Non il mio piccolo angelo.

"C-cos'è successo??" Chiesi con voce spezzata. Tremavo su tutto il corpo.

"E-era appena sorto il sole. E-e l-lui voleva andare al parco. S-sono uscita di casa con lui e... E all'incrocio u-una macchina probabilmente non l'ha visto e è stato investito. Era tutto pieno di sangue" lo sguardo di mia madre era perso. Singhiozzava, e la sua voce tremava.

I suoi occhi erano pieni di tristezza.

"Dov'è papà?" Cercavo di stare calmo e di non sembrare agitato.

"È andato a prendere George da tua zia. Sta venendo" disse in un sussurro.

"Posso vederlo?"

Lei annuì semplicemente prima di sedersi sulla sedia e piangere come non aveva mai fatto. Le diedi un bacio sulla testa ed entrai nella stanza.

Stavo in piedi davanti a lui, non riuscivo a pensare a nulla. Per la prima volta nell'arco di dieci ore riuscì a dimenticarmi di quel maledetto "ti amo".

Era così indifeso in quel lettino, avevo smesso di combattere contro le lacrime che solcarono le mie guance. Calde e salate mi scendevano e le mie mani si intrecciarono con quelle di mio fratello.

Il suo piccolo viso tondo aveva graffi sulle guance e sopra l'occhio sinistro.

Erano passati tre anni da quando avevo pianto l'ultima volta e ora le lacrime erano comparse due volte in neanche un giorno. Tremavo all'idea di non sentire più la sua voce la mattina presto che mi diceva "ti voglio bene".

Avevo un groppo in gola e ignorando il mio orgoglio posai la testa sulla sua piccola pancia e piansi come un bambino.

Perché lui?

Perché proprio lui?

Non lo meritava. Aveva davanti ancora tutta la vita. Avrebbe dovuto vivere a fondo quello che il futuro gli preservava.

Non era giusto. Era FOTTUTAMENTE sbagliato che fosse lì in quel letto d'ospedale a combattere.

Gli apparecchi che gli avevano attaccato erano orrendi. Il suono ripetitivo del battito cardiaco trasformato nel suono metallico della macchina.

*bip*

*bip*

*bip*

Ascoltavo questo suono mentre il mio cuore batteva all'impazzata.

Passarono i minuti. Le ore. Stavo seduto lì a guardarlo. La mia pancia brontolava ma la ignoravo completamente.

Dopo quattro ore mi alzai lentamente e gli diedi un bacio sulla fronte. Le mie guance ancora rigate di lacrime gli bagnarono gli occhi.

Uscii dalla stanza trovando George seduto sulla sedia davanti alla porta con lo sguardo basso. Appena sentì chiudersi la porta alzò lo sguardo. I suoi occhi erano arrossati e anche lui piangeva.

Erano pieni di tristezza. Andai da lui e lo presi tra le braccia. Il suo pianto si fece ancora più disperato. Louis e lui erano legatissimi.

Rimanemmo la. Abbracciati.

Il suo volto sul mio petto e il mio mento sulla testa.

Mi staccai da lui guardandolo negli occhi. Non dissi niente. Lo presi per le spalle e lo portai al bar.

Ordinammo qualcosa da bere. C'era un silenzio sovrannaturale tra di noi.

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Alle sei di pomeriggio i dottori ci dissero che potevamo entrare tutti insieme da Louis.

Le speranza che si risvegliasse erano pari a zero. Il cervello era stato danneggiato troppo.

Mia madre piangeva e vidi anche mio padre asciugarsi le lacrime davanti alla scena del figlio inerte sul letto d'ospedale.

"Piccolo mio. È stata dura vederti così. Se Dio ti rivuole con se non lo fermeremo. Ci mancherai amore" le parole di mio padre erano un sussurro.

"Non ti dimenticheremo mai" mio fratello piangeva e la sua voce tremava.

"Ti ameremo per sempre amore mio. Sarai sempre nei nostri cuori. Ti vogliamo bene e..." La voce di mia madre si spezzò e non riuscì a continuare.

"N-non sono pronto per lasciarti andare. N-non sono pronto per far finire la tua vita. Non ti dimenticherò mai cucciolo" la mia voce era roca e incomprensibile.

Il silenzio era interrotto soltanto dal suono della macchina del battito cardiaco di Louis.

*bip*

*bip*

*bip*

*biiiiiiiiiiiiiiip*

Il mio cuore perse dei battiti. La vista mi si appannò quando mi resi conto che non c'era più.

Che aveva smesso di combattere quando tutta la famiglia aveva deciso di dirgli addio.

Forse era vero che le persone che amiamo aspettano che tutti si rendessero conto che era ora di dire addio per andare in paradiso.

Louis era morto dopo un incidente stradale il 30 ottobre alle 19:34 per arresto cardiaco.

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Questo capitolo lo sto scrivendo in lacrime. Non ce la faccio a non piangere.

Vorrei ringraziare il mio migliore amico Matteo che mi ha aiutata a scriverlo. Ti voglio bene cocco.

Mi dispiace.

Un bacio
Hannah <3

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora