Capitolo 46

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Entriamo nella grande sala d'ingresso è tutto così buio e poco illuminato da mettere i brividi

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Entriamo nella grande sala d'ingresso è tutto così buio e poco illuminato da mettere i brividi. Seguo Mattheo in silenzio, saliamo l'enorme scalinata in mezzo alla sala e arriviamo al piano di sopra, camminiamo per il corridoio illuminato leggermente da un paio di candele e dalla luce della luna riflessa dalle finestre. 

Arriviamo di fronte a una porta chiusa a chiave, guardo Mattheo che mi fa segno di stare zitta. Poi quasi come un sussurro dice, "Alohomora" la porta si apre lentamente, e quello che vedo mi spezza l'anima. 

Mio padre con la bacchetta puntata contro una giovane ragazza a terra. 
"CRUCIO!" dice, le urla della giovane mi frantumano i timpani, non posso credere che lui sia vivo qui davanti a me e che stia facendo questo a una persona innocente. 

Resto in silenzio a guardare la scena scioccata, chi è quest'uomo? Come può essere la persona che mi ha messo al mondo? Come può essere la persona che mi ha comprato il primo gelato e che mi ha insegnato ad andare in bicicletta?
Mattheo mi guarda, è per questo che ha voluto accompagnarmi? Per dimostrarmi che mio padre non è il santo che credo? 

La ragazza smette di urlare e mio padre non perde altro tempo, "AVADA KEDAVRA!" smetto di respirare nel vedere la luce verde attraversare il corpo della ragazza, vedo la luce spegnersi nei suoi occhi e il respiro smettere di addentrarsi nei suoi polmoni. 
Sto per collassare a terra ma Mattheo mi afferra e mi aiuta a restare in piedi. E' la prima volta che vedo qualcuno morire e la sensazione è orribile, mi sento responsabile. 

L'uomo che non sembra mio padre va verso il corpo e sussurra qualcosa poi va verso la scrivania afferra un bicchiere pieno di scotch e se lo porta alla bocca. 
"Papa?" sono le uniche parole che riesco a far uscire dalla bocca. Smette di bere non appena sente lamia voce tremante di dolore.
"C-che stai facendo...?" dico mettendo una mano alla bocca leggermente aperta per lo stupore dell'omicidio dinanzi a me. Si gira verso di me molto lentamente. Guarda Mattheo che rimane impassibile poi incastra finalmente in suo sguardo nel mio. 

E' così bello come quando l'ho lasciato. I suoi occhi lanciano amore proprio come quando ero piccola e mi portava sulle spalle. Non posso credere che sia vivo. Ho pianto la sua morte ogni singolo giorno, ho visto il suo corpo venir sotterrato, gli ho fatto visita al cimitero ogni Weekend e ora me lo ritrovo davanti. 

Il mio sguardo passa da quello di mio padre al cadavere a terra, non so che mi prende ma inizio a tremare e della lacrime iniziano a cadermi dagl'occhi. 

"Mattheo?" domando, lui si gira immediatamente verso di me, "t-ti prego portami via da qui" mi appoggio a lui e guardo disgustata mio padre. 
"No aspetta" sento la sua voce dopo anni e il brivido mi trapassa le viscere è davvero lui cazzo. 
Scuoto la testa, "I-io non so chi tu sia...e non voglio scoprirlo...Mattheo ti prego portami via" fa un passo verso di me, 

"Sono io papà." alzo lo sguardo verso di lui,
"Mio padre non avrebbe mai ucciso qualcuno." dico con sicurezza, volevo venire qui e far cosa? Ottenere spiegazioni? E da chi? Da quest'essere spietato? Non voglio avere niente a che fare con lui. 

Cerca di avvicinarsi ma Mattheo gli sbarra la strada, "Non così vicino Peter." dice con superiorità, l'uomo cerca di osservarmi oltre la spalla di Mattheo.
"Mattheo ti prego voglio solo..." Mattheo scuote la testa, "Due giorni fa non la volevi neanche vedere" abbasso lo sguardo, mi sento affranta. La testa mi scoppia non ci capisco più niente. 
Manda Mattheo a proteggermi ma non vuole vedermi. Che cazzo di problemi ha?

"Ti prego" mio padre lo implora, Mattheo lo guarda con sguardo di sfida conosco quello sguardo sta per volare un pugno. Meglio intervenire. Tra le lacrime e l'adrenalina dico, "Theo...è tutto ok" Mattheo gira leggermente la testa verso di me senza staccare mai lo sguardo da quello di mio padre. 

"Theo..." gli afferro la mano e la intreccio alla mia e lo tiro lentamente indietro. 
Lo avvicino a me e dico, "Ho bisogno di un minuto da sola con quest'uomo" scuote la testa bruscamente, "non mi fido di lui" annuisco, "solo 5 minuti" dico.
Lui annuisce non molto convinto, gli poso un bacio sulla guancia e gli sussurro un grazie per poi lasciargli la mano e lasciarlo incamminare verso la porta.

La porta si chiude dietro di se e nella stanza non c'è altro che silenzio. L'uomo di fronte a me mi guarda dispiaciuto io mi limito a qualche sguardo infuriato. Una sola parola e me lo mangio vivo. 

Fa un altro passo verso di me ma io indietreggio, si ferma un attimo a guardarmi tutta per intero per poi dire, "Non avrei mai immaginato di rivederti un giorno. Sei così bella piccola mia. Mi ricord-" lo fermo immediatamente, 
"Non azzardarti a pronunciare il suo nome" lo guardo fisso negl'occhi, sputo fuori fuoco da tutti i pori. Lui abbassa lo sguardo e si sistema il giubbotto di pelle. Lo stesso identico giubbotto che io e la mamma gli abbiamo regalato. Come osa. 

"Come va a scuola?" scoppio a ridere, ma fa sul serio?
"NON MI VEDI DA 13 ANNI E LA PRIMA COSA CHE VIENI A DIRMI E' COME VA A SCUOLA?!"
"Non posso crederci" guardo il cadavere a terra disgustata. 
"E' un hobby uccidere gente innocente per te?" le lacrime sbordano dagl'occhi.
"Ti prego non piangere..." rido nervosamente, "HO PIANTO OGNI SINGOLO GIORNO, OGNI SINGOLA NOTTE PER TE! PENSAVO FOSSI MORTO CAZZO!" incrocio le braccia al petto. 

"Non usare questo tono con me, sono pur sempre tuo padre Federica" dice in tono autoritario. 
"Mio padre è morto in un incidente quando avevo 4 anni." mi avvicino e gli punto un dito al petto, 
"Tu non sei altro che una copia venuta male" tocco il giubbotto, 
"Come puoi indossarlo dopo essere stato a guardare mentre la uccidevano? Come osi farle questo?" si passa una mano tra i capelli, "E' più complicato di così" annuisco, si certo ogni scusa è buona per giustificarsi. 
"ALLORA DIMMI PAPA' COM'E'?! Scommetto che hai una scusa anche per questo vero? Mi hai lasciata sola! Mi hai abbandonata da ben 13 anni e perché? Per andare a vivere in una reggia con uno pazzo omicida?!" si  toglie la giacca e la posa delicatamente sulla poltrona dietro la scrivania, poi si avvicina di nuovo verso di me ma si ferma a circa un metro di distanza. 

"Stai meglio senza di me" rimango scioccata, mi passo una mano tra i ricci e li mando indietro. 
"STO MEGLIO?! OGNI BAMBINO HA BISOGNO DEI SUOI GENITORI! TU MI HAI PRIVATO DI SCEGLIERE! MI HAI PRIVATO DI AVERE UNA VITA NORMALE! SAI CHE COSA PASSO OGNI GIORNO OGNI NOTTE DA BEN 13 ANNI?! OGNI FINE SETTIMANA ANDAVO AL CIMITERO E PIANGEVO LA TUA MORTE, OGNI SETTIMANA SCRIVEVO UNA LETTERA DOVE TI RACCONTAVO QUELLO CHE FACEVO, OGNI GIORNO TI DISEGNAVO SUOI MIEI DIPINTI! HO INCUBI TUTTE LE NOTTI! PIANGO NEL SONNO TUTTE LE NOTTI! PER TE CAZZO! E ORA MI VIENI A DIRE CHE STO MEGLIO SENZA DI TE?!" scuota la testa, "Perché cazzo non sei venuto a cercarmi papà?!" mi metto una mano davanti alla bocca per cercare di contenere il mio pianto ma non ci riesco, crollo completamente con le ginocchia a terra. 

Mi manca l'aria nei polmoni e la testa mi scoppia, il sangue smette di pompare nelle vene e gli occhi si addolorano per l'acqua salina che li attraversa. 
Si avvicina, si abbassa al mio livello e mi prende tra le braccia. Mi sembra di tornare bambina, le sue braccia calorose attorno al mio corpo minuscolo mi riscaldano. Non posso far altro che abbandonarmi al dolore. 

"Ti prego papà fallo smettere...fallo smettere ti prego...fa male" dico con voce tramante, lui mi stringe ancora più a se, "Lo so amore lo so lasciati andare" circondo le mani sul viso e mi abbandono completamente. Piango come una disperata a terra tra le braccia di mio padre. Non avrei mai pensato di dirlo. 

"Perché mi hai lasciata sola nel nostro regno? Perché papà?" una lacrima cade anche dal suo occhio color nocciola. "Perché avevo una guerra da vincere tesoro" scuoto la testa, "E l'hai vinta?" alza le spalle, "No" sospiro pesantemente, mi stacco bruscamente da lui e mi alzo.

"Hai distrutto tutto. TUTTO PAPA'" lo guardo con aria di sfida, 
"Bella la vita eh? Te ne stai qui in questa casa ma che dico casa in questo castello con il tuo amante da strapazzo mentre tua figlia passa l'inferno ogni giorno per colpa del tuo egoismo del cazzo" 
scuote la testa infastidito per poi alzarsi, "Ho mandato Mattheo a proteggerti. Ti ho tenuta al sicuro dai Malfoy. Mi sono sempre assicurato che tu stessi bene." 

"TI SEMBRA CHE IO STIA BENE?! QUANDO HO INIZIATO CON LA MAGIA TU NON C'ERI A INSEGNARMI! QUANDO MI HANNO SPEZZATO IL CUORE IN PRIMO TU NON ERI LI A DIRMI CHE ANDAVA TUTTO BENE! QUANDO MI E' VENUTO IL PRIMO CICLO MIA MADRE NON ERA CON ME PER COLPA TUA!" gesticolo ansimante, "Hai mandato Mattheo a proteggermi ma a cosa è servito? Mi ha quasi uccisa papà! Mi ha tradita! Mi ha mentito non so quante volte mi ha tenuto nascosta la verità! Come puoi dire di averlo mandato per proteggermi?! Mi ha solo incasinato la vita!" si sta scaldando anche lui. 

"IO L'HO MANDATO LI PER ASSICURARSI CHE TU RIMANESSI VIVA NON PER INNAMORARSI DI TE!" mi spaventa il  suo tono aggressivo ma non mi lascerò mettere i piedi in testa da colui che si fa chiamare mio padre.

"RIMANESSI VIVA?! GLI HAI DETTO ANCHE DI USARE LA CRUCIATUS SU DI ME?!" rimane a bocca aperta dalle mie parole. Forse non avrei dovuto dirlo. Il suo sguardo si incupisce di colpo, avanza verso la porta in un solo passo ma prima che possa dire qualcosa per fermare la tragedia mio padre ha già afferrato Mattheo per il colletto della maglietta e lo sta già sollevando da terra. 

Lo porta dentro lo studio, "HAI USATO LA MALEDIZIONE SU MIA FIGLIA?!" Mattheo mi guarda e io abbasso lo sguardo, "Si e me ne pento ogni giorno Peter" gli arriva un pugno in pieno volto da parte di mio padre, sussulto dal colpo sferrato. Lo sbatte contro il muro e  gli punta la bacchetta contro.

"TI AVEVO CHIESTO DI TENERLA IN VITA! DI PROTEGGERLA! NON DI UCCIDERLA!" Mattheo cade a terra e io corro subito verso di lui. Prendo la sua testa tra le mani e mi metto tra lui e mio padre. 
"PAPA' BASTA!" urlo ma non credo abbia intenzione di fermarsi. 
"TOGLITI DI MEZZO FEDERICA!" non mi muovo, prendo Mattheo tra le braccia e più infuriata che mai fisso dritto negl'occhi mio padre e pronuncio le parole di una vita.
"TOCCALO SOLO UN ALTRA VOLTA E GIURO SU MAMMA CHE TI AMMAZZO" lo guardo con aria di sfida, "Lui non va bene per te" spalanco gli occhi. 

Mi alzo in fretta e furia e mi fermo a un centri metro dal suo volto. 
"CREDI DI POTERMI DIRE COSA FARE?! CREDI DI POTER INIZIARE A FARE IL PADRE DOPO 13 ANNI?! FACCIO QUELLO CHE CAZZO VOGLIO MI HAI CAPITA BENE?! LUI NON VA BENE PER ME DICI? NON SONO PROBLEMI TUOI! SPETTA A ME SCEGLIERE! IO LO AMO PIU' DI ME STESSA E QUESTO MI BASTA." 

"Smetti di sforzarti tanto papà per verificare il mio benessere. Non ho più intenzione di stare bene ne di fare la brava. D'ora in poi mi abbandonerò a me stessa. Alla parte peggiore di me e ho intenzione di farlo con lui che ti piaccia o no." un paio di anni fa non mi sarei mai permessa di parlare così a mio padre ma cazzo se se lo meritava il bastardo. 

Rimango serissima a guardarlo negl'occhi. Sa che ho ragione lo vedo ma non vuole ammettere a se stesso di avermi completamente abbandonata. Torno verso Mattheo e mi inginocchio al suo livello. Poso una mano sull'angolo della sua bocca circondata da sangue. 
"Andiamo Mattheo hai bisogno di me" lo aiuto ad alzarsi e senza prestare la minima attenzione allo sguardo confuso di mio padre esco da li più in fretta che posso.


𝐿'𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝐴𝑚𝑜𝑟𝑒 //MATTHEO RIDDLE//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora