Capitolo 47

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Aiuto Mattheo a scendere le scale, gli sorrido. Gli sono grata per avermi accompagnata almeno mi ha mostrato davvero chi è l'uomo che chiamo mio padre. Un mostro senza cuore che pensa solo a se stesso e ai sui scopi.

"Ti rivedrò?" Sento la voce di quell'uomo dietro di me. Continuo a camminare apro la porta e prima di uscire, "Spero di no papà" abbasso lo sguardo ed esco.

"Tranquilla ce la faccio" dice Mattheo staccandosi da me, "andiamo Theo è il minimo" scuote la testa, "tu vai avrai delle valige da preparare" annuisco, "si ho delle valige da preparare ma in qualche modo dovrò tornare e mi servi tu per farlo quindi alza il culo e cammina" sorride mi prende per mano e ci smaterializziamo ad Hogwarts.

Arriviamo sul grande portone della nostra scuola mi stacco da lui non appena varchiamo il posto.
Mi fermo ad osservarlo passare per corridoi vuoti ancora un'ultima volta.

Si ferma e si gira verso di me,
"Non vieni?" Chiede confuso, scuoto la testa.
"No Mattheo io...devo andare da Silente" abbassa lo sguardo incupito. Non dice niente così decido di andarmene ma la sua voce mi ferma.

"Te ne vai così senza salutare Federica? Dopo tutto quello che c'è stato tra noi? Speri che ti dica di non andare? Che ti correrò dietro come un cane?" Scuoto la testa,

"Non ti ho chiesto niente Mattheo" alzo le spalle, non so cos'altro dirgli. Tra 5 minuti sarà tutto finito. Non avrò alcun ricordo né di lui né di mio padre e forse è meglio così. Mi volto pronta ad andare.

"Non farlo" mi blocco sui miei passi, giro leggermente la testa di lato per osservarlo ma poi continuo a camminare e mi dirigo verso la pace dei sensi.

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Arrivo alla porta di Silente ma mi blocco prima di afferrare la maniglia. E davvero questo che voglio? Sto scappando dai miei problemi proprio come ha fatto lui. Sto scappando da Mattheo da mio padre ma soprattutto da me stessa.

Non voglio essere come lui. Non voglio scappare dai miei problemi. Non voglio che tutta la mia vita sia poi paragonata un giorno alla sua perché non è così. 

Guardo la porta che mi separa dal futuro e mi allontano da essa. Non posso farlo.

Con il tempo si sistema tutto no? Beh passerò il resto del mio tempo ad Hogwarts ma senza alcun sentimento se non la rabbia. Non mi interessa più niente di quello che provo per Mattheo o di quello che provo per mio padre. Sono libera di fare qualunque cosa.

Come ho già detto mi abbandonerò a me stessa. Alla parte peggiore di me e non ho intenzione di fermarmi per colpa del primo problema che mi capita. Non questa volta.

Scendo le scale e mi dirigo di nuovo verso la mia casata. È ora di fare le cose per bene ma da sola.

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Torno in camera mia e trovo Lexi che si sta preparando per le lezioni. Faccio lo stesso mi cambio in fretta e furia e mi infilo la divisa. Vedo Lexi guardarmi confusa.

"Che stai facendo Federica?" Alzo le spalle, "mi preparo per le lezioni Lexi" aggrotta le sopracciglia.

"Mi hai detto che volevi andartene" mi alzo e mi infilo le scarpe, "ho cambiato idea Lex sono stata da mio padre sta notte e ho capito che non posso scappare dai miei problemi. Non posso essere come lui."
"E con Mattheo che farai?" Alzo le spalle, "niente è finita" resta scioccata ma poi dice, "spero tu stia facendo la cosa giusta Federica" annuisco, "si anch'io".

"Com'è stato vedere tuo padre?" La guardo implorante, "dobbiamo proprio parlarne? Ho intenzione di divertirmi amica mia non di pensare al mio ex o alla sua famiglia di matti quindi forza andiamo facciamo tardi a lezione" lei scuote la testa, "si scusa hai ragione andiamo" ci prendiamo per mano e usciamo.

A lezione non vedo Mattheo da nessuna parte, sto osservando l'intera sala da tutta l'ora. Dove si è cacciato? Ma poi che mi importa? Non stiamo più insieme è libero di fare quello che vuole.

Vedo Draco infondo alla classe seduto accanto a Blaise. Gli faccio un sorriso sincero e poi torno a prendere i miei appunti.

Do una gomitata a Lexi
"C'è qualche festa in programma questa settimana?" Sussurro per evitare di essere ripresa da Piton.

"Per la prossima c'è il party della casata perché?" Rimetto la testa sugli appunti,
"Ho bisogno di divertirmi"

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MATTHEO POV

È andata via. A quest'ora si sarà già dimenticata di me e di quello che avevamo. Non posso credere di averglielo lasciato fare. Sono un cazzo di idiota. Dovevo dirgli la verità fin dall'inizio. Dovevo dirgli che l'amavo prima che se ne andasse e dovevo farglielo capire. Ho sentito la conversazione che ha avuto con suo padre. Le ho fatto un sacco di cose orribili ed è sempre rimasta ma sta volta è diverso. Ho ucciso sua madre.

Gli ha detto che gli ho solo incasinato la vita ed è vero. Ma anche lei lo ha fatto con me e questo come può negarlo? Con lei sono diventato una persona migliore. Non penso più solo a me stesso ma anche al suo benessere anche se a volte non lo dimostro.

Entro in sala comune barcollando ho ricevuto un pugno e sto smaltendo la sbornia ottimo direi.
Vedo il suo libro a terra vicino al camino decido di raccoglierlo e di sfogliarlo ancora una volta. So che questo non la farà tornare ma almeno ho ancora qualcosa di suo.

Prendo il libro e lo porto con me in camera mia. Forse dovrei andarmene anch'io qui tutto mi ricorda lei, ogni angolo, ogni parte, ogni cosa.

Si forse è la cosa migliore da fare. La capisco sto per farlo anche io. Vado via almeno se uno dei due un giorno tornerà non avrà a che fare con l'altro.

Sento il suo profumo ovunque e la cosa mi ammazza il cuore. Vedo un paio delle due magliette sparse qua e la per la stanza ma le lascio li dove sono mi preoccupo solo di recuperare le mie e di sparire dalla circolazione. Apro il libro e strappo il messaggio che avevo lasciato per lei un paio di mesi fa. Lo metto in tasca e lascio definitivamente la mia stanza.



𝐿'𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙'𝐴𝑚𝑜𝑟𝑒 //MATTHEO RIDDLE//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora