Capitolo 25

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Dopo un pranzo veloce decidiamo di andare da Luise, a casa dei genitori di Hayden, per prepararci per la festa di stasera. Hayden l'ha chiamata per avvisarla e da quello che ho capito si è fatto consegnare anche l'abito in maniera da andare direttamente alla festa senza dover passare dal suo attico.

Quando prendiamo la sua auto, una Audi rs6 avant di un grigio scuro, apprezzo mentalmente il suo gusto per le macchine.

Durante il tragitto non parliamo molto, ma il nostro non è un silenzio pesante, è il semplice fatto che non sempre servono parole per capirsi. La musica ci fa da piacevole sottofondo.

Quando entriamo nel vialetto di quella casa, riprovo esattamente la stessa sensazione di stupore della prima volta che ci sono stata.

La grande porta d'ingresso nera risalta sui muri bianchi che la circondano, le aiuole e il prato sono finemente curati. Sembra una casa perfetta, ma so che per Hayden è tutt'altro che perfezione.

Scendo dall'auto e lui mi raggiunge facendo il giro della macchina ed insieme ci dirigiamo verso l'entrata.

"Conoscerai Nate" dice tranquillamente mentre facciamo i pochi gradini che ci avvicinano al portoncino d'ingresso.

Solo ora realizzo che quel bambino, il figlio di sua sorella e suo nipote abita lì con Luise a occuparsene. Ed io davvero non so come dovrei comportarmi. Mi sta salendo un po' di panico pensando a quel povero bimbo ed a tutta la storia di sua madre Danielle.

Di solito non me la cavo male con i bambini, anzi mi piacciono, ma questa volta è diverso.

Questo bambino è il nipote di Hayden ed anche se lui non ne parla spesso, si capisce quanto ci tiene. Sua madre è morta suicida quando lui era talmente piccolo che gli è impossibile ricordare probabilmente ed io sto entrando in casa sua, non so nemmeno come mi dovrei presentare.

"Tranquilla, andrà bene" dice Hayden per rassicurarmi capendo che strada hanno preso i miei pensieri dopo le sue parole. Suona il campanello.

Ci apre la porta una domestica, una signora sulla sessantina che rivolge un saluto professionale ed un sorriso ad Hayden. "Buongiorno signore"

"Buongiorno Maria" contraccambia Hayden rivolgendole un caloroso sorriso.

La casa al suo interno ha muri bianchi contornati da numerosi dettagli di legno scuro. Una grande scala inizia proprio dall'atrio e sale al piano superiore dove suppongo ci saranno le camere mentre un corridoio porta alle stanze del piano terra.

Sento l'abbaiare di Leyla che arriva proprio dal corridoio e si fa sempre più vicino. Appena sbuca da dietro l'angolo corre incontro al suo padrone per dimostrargli tutto l'affetto di cui è capace. Dopo aver preso qualche carezza da Hayden sposta la sua attenzione su di me ben sapendo che non avrei resistito dal farle una coccola.

"Ziooooo!" grida una vocina a me sconosciuta ma che attira subito il mio sguardo e solo in quel momento mi accorgo che poco dopo Leyla era sbucato un bambino da quel corridoio.

Quel bambino dai capelli castano chiaro avrà circa cinque anni e corre incontro ad Hayden con un sorriso tale da essere contagioso ed infatti non riesco a trattenerne uno a mia volta.

Dopo aver accolto tra le braccia il bambino, Hayden si alza in piedi tenendo in braccio suo nipote.

"Come va ometto?" gli chiede Hayden.

"Bene Zio!" risponde prontamente il bambino.

Entrambi si rivolgo dei meravigliosi sorrisi e si capisce anche da lontano quando siano legati l'uno all'altro. Incrocio lo sguardo di quel bambino e quegli occhi marroni mi ricordano fin da subito quelli di Hayden anche se forse sono un po' più chiari rispetto a quelli dello zio, ma hanno la stessa intensità. Sono entrambi stupendi e ne resto incantata.

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