Capitolo 36

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Luise mi ospita da lei, in una delle camere per gli ospiti. Mi presta un pigiama e raccomanda di non esitare a chiamarla per qualunque cosa, alla fine mi lascia sola dopo aver chiuso la porta della stanza alle sue spalle.

Sinceramente dubito di riuscire a dormire, così non spreco nemmeno il tempo ad indossare il pigiama, mi butto pesantemente sul letto e passo le ore tra guardare il soffitto e asciugarmi le guance rigate dalle lacrime. Credo di essere crollata per la stanchezza per forse un'ora o un'ora e mezza prima che arrivi mattina.

Nate è tenuto all'oscuro dei dettagli della notte appena passata, sa soltanto che suo zio è ricoverato in ospedale e che io ho dormito lì. Anche se la tavola è imbandita con un sacco di cose buone per la colazione, io non me la sento di mangiare nulla e mentre aspetto che Luise abbia finito scambio qualche debole sorriso con Nate che mangia i suoi cereali nel latte.

Lui rimane a casa con la baby sitter mentre io e Luise ci dirigiamo finalmente in ospedale.

Quando arriviamo il personale medico ci informa che Hayden è sveglio e sta bene, ma è permesso solo a Luise entrare a vederlo. Nonostante le suppliche, seguono la prassi e cioè solo la famiglia o, come in questo caso, il contatto di emergenza.

Io e Jack rimaniamo ancora una volta fuori ad aspettare.

Quando Luise esce dalla stanza noi ci avviciniamo a lei.

"Come sta?" le chiedo subito.

"Sta bene. Alla fine la ferita non è grave e si rimetterà presto. Gli servirà un po' di riposo, dovrà tenere il braccio fermo per un po' ma potrebbero dimetterlo già domani" ci dice.

Una bella notizia, ma il senso di ansia e paura non svanisce ancora.

"Credo di aver bisogno di prendere un po' d'aria" dico semplicemente.

"Vengo con te" aggiunge prontamente Jack.

"Vorrei stare da sola" dico perchè davvero non voglio compagnia in questo momento.

"Vengo con te lo stesso. Conoscendo Hayden non ci perdonerebbe se ti lasciassimo da sola" dice Jack scambiando un'occhiata con Luise.

Alla fine della giornata che ho passato a passeggiare senza una meta dentro e fuori dall'ospedale, dico ai miei due baby sitter che voglio tornare a casa mia stasera. Riesco a convincerli, un po' dicendo che ho tutte le mie cose a casa, ma soprattutto hanno ceduto quando ho detto che sarebbe tornata anche la mia coinquilina.

Così mi faccio riaccompagnare a casa da Jack che si ferma in salotto finché non arriva Vicky mentre io mi chiudo in camera perchè nel salotto non riesco proprio a starci.

So per certo che Jack racconterà a Vicky quanto è successo, non so quanto nel dettaglio entrerà ma a dire la verità non me ne importa molto.

La mattina dopo esco presto evitando la mia coinquilina che, dopo aver fatto una chiacchierata con Jack la sera prima, ha passato svariato tempo a bussare alla mia porta senza che io mi decidessi ad aprirla.

So che tutto quello che è successo non migliorerà la sua opinione su Hayden. E per istinto di protezione nei miei confronti non sarebbe nemmeno d'accordo che andassi in ospedale, ma ho bisogno di vederlo.

Oggi dovrebbero dimetterlo e a me basta vederlo, non mi serve parlarci anzi se posso avrei tutte le intenzioni di evitarlo. Ma ho bisogno di vedere con i miei occhi come sta per cercare di calmare l'ansia che mi assale da quella notte.

Quando lo vedo a metà corridoio mi blocco di colpo. È in piedi e sta parlando con Jack che in questo momento mi sta voltando le spalle. Non riesco a muovere un passo in più.

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