Capitolo 6

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Quando torno a casa, sto ancora pensando che praticamente non lo conosco ma sono già stata a casa sua e ci tornerò domani mattina. Per prendermi più tempo il ritorno l'ho fatto camminando anziché correndo così, quando apro la porta dell'appartamento, non ho il fiato corto.

Faccio appena a tempo a chiudermi la porta alle spalle dopo essere entrata che Vicky si precipita e mi assale portando le sue braccia al collo, gridando come fosse una bambina.

"Amy! Amy, Amy, Amy!" grida e ce l'ha lei il fiato corto.

"Che succede?" chiedo anche se un'idea già ce l'ho. E non mi sbaglio.

"Dove sei stata?!" chiede.

"A correre" rispondo tranquillamente.

Lei si rimette in piedi di fronte a me prima di iniziare a parlare ininterrottamente.

"Sí, lo vedo! Ma ieri sera sei tornata tardi, molto tardi visto che io dormivo anche se ho cercato di aspettarti sveglia." prende fiato prima di continuare "Dov'eri?! Steph mi ha detto che eri andata via dal locale ed era preoccupata così mi ha chiamato, ma tu non sei tornata direttamente a casa, dove sei stata? Ci hai fatto preoccupare tutti!" ammette.

"Ho preferito prendere una boccata d'aria e così ho fatto due passi"

"Ma quale boccata d'aria. Steph mi ha raccontato tutto"

Rimango per un attimo paralizzata da questa affermazione, ma Vicky sembra non accorgersene.

"Steph mi ha detto che c'è stata una rissa nel locale dove eravate. Un energumeno ha gonfiato di botte due tizi. E mi ha detto che tu eri presente, erano tutti preoccupati per te e lo ero anche io, soprattutto quando non ti ho visto rientrare."

"Calmati Vicky, sto bene." dico passandole oltre per dirigermi in camera mia a prendere un cambio e poi andare direttamente sotto la doccia. "E poi era solo una rissa. Non credo sia tanto strana una rissa in un bar" aggiungo felice che nessuno sappia la situazione reale.

"Sì, ma quel tipo sarà stato come minimo ubriaco per iniziare una rissa con due tizi. Avrebbe potuto fare del male anche a te."

Sorrido senza farmi vedere mentre penso che Hayden è stato l'unico ad aiutarmi, altro che farmi del male. Quanto è sbagliato il loro punto di vista.

"Ma ti rendi conto che a uno dei due ha rotto il setto nasale a forza di pugni!" esclama credendo che io non la stia ascoltando con la dovuta attenzione.

Ma io ero lì, so perfettamente come sono andate le cose, non mi serve il resoconto di nessuno.

"Sai è stato portato in ospedale e si è deciso a denunciare il suo aggressore. Così impara a prendere a pugni la gente" dice.

Mi volto di scatto a guardarla.

"Ferma, ferma! Ripeti. Chi ha denunciato chi?" chiedo incredula.

"Il tizio col naso rotto ha denunciato il suo aggressore! Che avrebbe dovuto fare?! Fargliela passare liscia?" dice severa.

La doccia dovrebbe aiutarmi a liberare la mente e invece permane un chiodo fisso: perché lui non mi ha detto nulla della denuncia.

La giornata scorre tranquilla come un normalissimo sabato qualunque, ma io non riesco proprio a togliermi dalla testa quella questione. Lui e stato denunciato a causa mia.

Vicky stasera è uscita con Matt il suo storico ragazzo dai tempi del liceo. Anche lui, come lei, è un tipo tranquillo e un bravo ragazzo, ci siamo sempre trovati in buoni rapporti e non vedo coppia più bella di loro.

Mentre io sono a casa da sola e non smetto di pensare a lui. È così difficile capire quell'uomo, ma una cosa la so, non voglio che paghi per avermi aiutata, non è giusto.

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