CAPITOLO 28

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Mi sveglio di soprassalto durante la notte per via del mal di pancia, provo ad alzarmi dal letto ma la testa mi pesa e stare in piedi è un attentato alla mia salute. Urto contro la porta del bagno, e Giulia si sveglia, mi viene in contro e mi accompagna davanti il gabinetto. Mi tira su i capelli in una coda e attende che io vomiti.
Dopo aver espulso tutto l'alcol che avevo in corpo, mi sento finalmente meglio, mi faccio una doccia e Giulia rimane vicino a me in silenzio, per controllare che non mi facessi male. Esco dalla doccia e mi metto un accappatoio addosso, mi dirigo a letto senza dire una parola e Giulia mi segue. Mi sdraio e lei si mette vicino a me, mi accarezza i capelli e canta.
«Quello che potremmo fare io è te, non l'ho mai detto nessuno.. però ne sono sicuro..» Come nelle favole, di Vasco Rossi. La nostra canzone. Sussurra qualcosa ma non riesco a decifrare la frase, e quasi immediatamente scivolo in un sonno profondo.
«Sonia, svegliati amore...» La dolce voce di Giulia mi sveglia. Apro lentamente gli occhi e il mal di testa non tarda ad arrivare.
«Ahia» Dico io toccandomi la testa.
«La prossima volta vacci più piano» Dice Giulia sorridendomi.
«Non mi ricordo nulla di ieri sera ci credi?» Dico cercando di tirarmi su. lei annuisce e sistema la cabina.
«C'è un'aspirina sul comodino. Prendila, ti sentirai meglio.» Dice con un tono strano.
«Che hai? Sei troppo silenziosa?» Le chiedo mentre prendo l'aspirina.
«Niente, tanto non te lo ricordi. Non è importante.» Mi risponde secca.
«Voglio parlarne... Ho fatto o detto qualcosa che non va?» Le chiedo.
«Sonia» Dice.
Passa un interminabile minuto di silenzio, in cui lei sembra trovare e poi perdere di nuovo il coraggio di dire qualcosa.
«Sonia ma tu vuoi sposarmi?»
Io a quelle parole rimango paralizzata.
«Ottimo» Dice lei, prendendo il mio silenzio come una risposta.
Io riesco a sbloccarmi e sorrido, una lacrima riga il mio volto ma non me ne curo. Mi alzo dal letto e le vado incontro.
«È una domanda seria?» Le chiedo.
«Sì, aspetta..» Va verso la valigia e tira fuori una scatolina bianca con un laccio d'oro.
Si inginocchia davanti a me ed io porto le mani alla bocca.
«G-Giulia» Dico io. «Io si... Si, che voglio sposarti.»
Lei mi infila l'anello e poi si tira su. Le prendo il volto tra le mani e la bacio, come se tutto il resto fosse nulla, come se ci fossimo solo noi in tutto il cosmo.
Io e lei, ora e per sempre.
«Avrei voluto chiedertelo una volta arrivate, in un altro modo e in altre condizioni... Ma l'importante è la risposta..» Dice lei ed io la fermo subito.
«È stato perfetto, Giulia.»

La Sorella Del Mio Migliore AmicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora