CAPITOLO 33

1.4K 60 0
                                    

Sono passate già due settimane da quando siamo tornate e va tutto alla perfezione, ci stiamo concentrando molto sul matrimonio e sul nostro futuro insieme. Però si sa che quando si guarda troppo avanti, si rischia di riprecipitare nel passato.

Il telefono squilla ed io esco dalla doccia di fretta e ancora tutta insaponata per andare a rispondere.

-Numero privato- Rispondo.

"Pronto?" Domando.

"Ciao Sonia, sono Marco volev-" Smetto di ascoltarlo al volevo. Marco? Ma che vuole dalla mia vita ora? Non gli è bastato tentare di stuprare la mia ragazza?

"Scusami non voglio ascoltarti" Prendo e attacco.

Torno nella doccia e mi faccio attraversare dalla calda acqua che mi scivola addosso, ed a quel tocco penso a lei. Colei che sta per diventare mia moglie. L'idea di un matrimonio mi aveva sempre spaventata dopo l'esperienza dei miei, e poi, va detto, bisogna essere coraggiosi per scegliere di passare il resto della vita vincolati ad una sola persona, che tra l'altro, è sempre la stessa; ma con lei è diverso, mi sento sicura di quello che dico e provo, non mi sento mai giudicata, non mi squadra mai da testa a piedi quando dico qualcosa di sbagliato, se mi guarda dall'alto al basso poi le esce un "sei bellissima". Noi non litighiamo molto, per quanto mi sembra difficile dirlo visto che comunque in questa relazione ci sono io, una persona paranoica e con manie di protagonismo, eppure lei non mi da modo di farmi venire paranoie. è sempre sincera e disposta nei miei confronti.

Questi miei pensieri vengono interrotti dalla porta della camera che si apre, e da un inconfondibile rumore di passi. Pensando di fare una mossa da furbi, esco nuda dal bagno, ma non appena apro la porta a mò di stripper...

"Sonia! Che cazzo fai?" Mi urla Flavio lanciandomi una felpa addosso. Io divento rossa come un peperone e mi appresto ad infilarmi gli indumenti.

"Scusami, credevo fossi Giu-" Mi interrompe. "Aah, ti prego non farmi pensare a te e mia sorella in ambiti non convenzionali" Dice e poi ride, io rido con lui.

"Come stai?" Mi chiede lui. "Immagino non sia facile programmare un matrimonio a diciotto anni.." Colgo una nota di sarcasmo nelle sue parole.

"Sto bene, mamma mi da una mano con i preparativi. Abbiamo già deciso il posto, ma devo comprarmi ancora l'abito." Rispondo prontamente, non è affatto difficile sposarsi a diciotto anni, e poi cosa ne vuol sapere lui che neanche i film romantici guarda. Non ha una cultura in ambito romantico.

"Io non so se ti rendi conto che hai diciotto anni, e Giulia venti." Si ferma e porta le mani giunte sulla fronte. "Siete ancora due ragazzine, questo è un errore Sonia. E se poi te ne penti?" Dice.

"Io non capisco dove sta il problema, noi ci amiamo tanto, davvero tanto. Io sono convinta di volerla sposare, come non sono mai stata convinta di niente prima d'ora. Sì, magari saremmo anche giovani per un matrimonio, ma la decisione non spetta a te." Dico. "E il discorso per me si chiude qui, se sei venuto solo per dirmi questo puoi anche andartene."

"Veramente ero venuto per dirti che mi sto frequentando con una persona. Con Aria. Speravo di suscitare il tuo interesse nei miei confronti con questa cosa, ma a quanto pare il matrimonio e tutto il resto sono più importanti per te." Dice e fa per andarsene.

"Sono importanti sì, ma anche tu lo sei. So chi è lei, dovrei averla vista nei corridoi di scuola. Mi sembra una tipa apposto." Dico e lui si gira verso di me. Ora che lo osservo, è cambiato moltissimo, è diventato davvero bello, non mi sorprende che molte ragazze gli vadano appresso.

Richiude la porta e viene verso di me, mi guarda dall'alto ed io percepisco una certa tensione sessuale tra noi, che mi mette leggermente a disagio.

"Io so che non dovrei dirtelo, ma credo di provare qualcosa per te. E non potrò mai saperlo se non faccio questo." Si avvicina in modo pacato, mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Io resto come pietrificata, senza riuscire a muovere un muscolo o dire né se né ma. Non bacia male, ma mi stacco nel momento in cui realizzo ciò che è appena successo.

"No, no, no! Che hai fatto?" Dico facendo avanti ed indietro per la stanza, per poi buttarmi sul letto.

"Mi dispiace, ma dovevo farlo, altrimenti non avrei capito." Dice vendendosi a sedere vicino a me. "Cosa non avresti capito?" Chiedo io "Che non mi piaci come credessi."

Bastardo.

"Rischi di farmi mandare in aria il matrimonio, e poi neanche ti piaccio?" Gli dico, e do il via ad una risata isterica che lui placa con un abbraccio.

"Ti voglio bene" Dice Flavio.

"Anche io"

La Sorella Del Mio Migliore AmicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora