CAPITOLO 3

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6:40. Suona la sveglia.
Stranamente riesco ad alzarmi senza passare 20 minuti nel letto per realizzare di essere viva.
Scendo in cucina e come al solito, sono sola.
Buongiorno un cazzo.
Prendo le chiavi del motorino e mi dirigo a scuola, ma prima passo a prendere Flavio, come faccio ogni giorno.
Mi parcheggio davanti casa sua verso le 7:30 e gli scrivo.
«Sonia oggi non vengo a scuola, scusa se non ti ho avvisato.. Potresti portare Giulia?» mi risponde lui.
Merda.
«No problem, falla scendere.» gli rispondo io.
Tempo cinque minuti e lei arriva con il casco già in testa.
«Buongiorno» mi dice sorridendo.
«Non ho alcuna voglia di parlare con te ora.» dico mettendo in moto.
«Per la telefonata di ieri?» mi dice lei con voce pentita.
«Si, proprio per quello. Sei una stronza, e non te l'ho neanche confidata io quella cosa, l'hai scoperta da sola. Perciò non ti puoi permettere di prendermi in giro, visto che non sono l'unica lesbica qui.» dico io. Mentre parlo lei mi tiene le mani sui fianchi. È strano ma, mi piace quel tocco.
«Hai ragione scusami. Avevo fumato e volevo sentirti con qualche scusa stupida, ma ho fatto la stronza, come sempre. Mi dispiace.» dice lei, e dalla voce capisco che dice la verità.
Voleva sentirmi?
Mentre allunga le mani sul mio ventre e poggia la testa sulle mie spalle. Il mio cuore perde un battito. Mi fa uno strano effetto quella ragazza.
«Non ti preoccupare Giu..» dico sfiorandole una mano. Passiamo il resto del tragitto in silenzio, io col batticuore e lei che continuava ad esplorare il mio corpo con le mani.
Arriviamo a scuola e lei scende dal mio motorino.
«Mi porti a casa tu dopo?» mi chiede lei sorridendo.
«Ed io cosa ci guadagno?» chiedo ricambiando il sorriso.
«Una sigaretta o.. Un bacio. A te la scelta.» dice facendo un sorriso malizioso.
«Fanculo, non voglio nessuno dei due. Ci vediamo dopo.» dico sorridendo e alzando il dito medio.
O forse li volevo entrambi?
Dopo due ore di fisica, suona la campanella della ricreazione.
Perfetto, ho 10 minuti per andare alle macchinette, cercare di prendere qualcosa ed evitare sguardi indesiderati. Ce la posso fare.
Una volta scesa alle macchinette, vedo Giulia con una ragazza, sono molto vicine. Troppo.
Tengo lo sguardo fisso su di lei finché non se ne accorge e ricambia lo sguardo, aggiungendo un sorriso. Io sposto la mia visuale sulle macchinette quando una ragazza dietro di me mi incita a sbrigarmi. Prendo il mio Lion e corro alle scale per salire al mio piano. Giulia è lì.
«Che fai ora mi fissi?» sorride maliziosa.
«Dove è tuo fratello?» cerco di cambiare discorso, se dovessi rispondere diventerei rossa.
«A casa, con la febbre. Dovrai portarmi per un altro po' di giorni.» dice facendo un sorriso dolce.
«Dopo passo da lui, diglielo. Ci vediamo all'uscita.» le dico io.
«Passi da lui, o passi da me?» mi dice facendomi l'occhiolino. Mentre salgo le scale mi giro verso lei e le faccio un sorriso.
«Bella pesca la ragazza» dice lei a bassa voce, ma io riesco a sentirla.
Forse dovrei parlarne con Flavio. Ma per dirgli cosa. "Sai che sono lesbica? Ah e forse mi interessa tua sorella?"
Hey, aspetta, ma che cazzo sto dicendo?

La Sorella Del Mio Migliore AmicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora