CAPITOLO 31

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Dopo circa trenta minuti usciamo di casa, chiamiamo un taxi e ci facciamo portare al bar chiamato "Paradise", che se ci penso bene mi sembra un nome al quanto familiare, oltre ad essere banale.
Entriamo in questa struttura con le pareti rosse e i pavimenti in legno scuro, ha uno stile antico e mi fa sentire molto a mio agio. Ci avviciniamo alla cassa, dove una ragazza un po' troppo esuberante prende le nostre ordinazioni e ci accompagna ad un tavolo.
«Le piace guardare eh» Dico io a Giulia, che fa spallucce come se non sapesse di cosa sto parlando.
«Ti si è mangiata con gli occhi, c'era davvero bisogno di renderlo così esplicito?» Continuo inacidita, lei sorride tranquilla.
«Lei ha mangiato me con gli occhi, non io lei. Stai tranquilla» Dice accarezzandomi la mano, ed io mi tranquillizzo davvero.
Dopo poco la stessa ragazza ci porta delle patatine accompagnate da dei crostini al patè di olive e delle noccioline.
«Amore, te lo dico, non so quale mistica divinità mi stia trattenendo dall'ucciderla» Lei sorride, si avvicina a me e mi bacia, proprio mentre la ragazza si appresta a portarci i cocktail.
«Thank you- guardo il cartellino sulla maglia- Emily» Le dico con un sorrisetto falso stampato in volto.
Io ho perso un vodka lemon, mentre Giulia un Caipiroska alla fragola.
«Sai, c'è una cosa che forse non ti ho mai detto» Dice lei.
«Vuoi parlarmene?» Chiede.
«Si, visto che stai per diventare mia moglie è giusto che tu sappia tutto di me»
Annuisco.
«Vedi, io una volta ho conosciuto una ragazza. Una ragazza davvero stupenda, me ne innamorai a prima vista.» Si ferma improvvisamente, ma poi riprende.
«Lei era più grande di me ed io ero così ingenua e stupida che le credetti quando mi disse che mi amava. Passavamo ogni giorno insieme, ed io ogni giorno dipendevo sempre più da lei.»
«Va avanti» Le dico io con tono rasserenante.
«Lei mi aveva promesso di non farmi mai del male, ma un giorno... un giorno mi portò con lei in una specie di casa abbandonata, letteralmente un buco di drogati e alcolizzati. Mi diede una pasticca, non chiedermi cosa fosse perché non ne ho idea, e mi fece sdraiare su un sudicio divano dicendomi che fosse tutto ok. Ma non era tutto ok, lì tutti, uno per volta, abusarono di me. Compresa lei. La donna che io amavo mi aveva fatta stuprare da degli scarti umani.» Dice cercando di non incrociare il mio sguardo, stringe i pugni e cerca di non piangere.
«Hey, hey... Guardami, ti ringrazio per avermene parlato, e ti ringrazio così tanto anche perché ti sei fidata di me. Io non ti tratterò mai, mai e poi mai in una maniera simile. È orribile ciò che ti ha fatto, ma io ti amo, ricordatelo sempre.» Mi fermo e la guardo negli occhi, che sono lucidi come una goccia d'acqua.
«Giulia, tu per me sei sinonimo di felicità, e non lascerò mai che nessuno, tanto meno io, ti ferisca.»
«Lo so, e ti ringrazio per questo.» Dice lei, accennando un sorriso.
«Come sei stata?» Le chiedo io. «Intendo dopo tutto quello che è successo, ne hai parlato con qualcuno? Che fine ha fatto lei?»
«Non l'ho mai detto a nessuno, stavo orribilmente, ero caduta in una spirale autodistruttiva che nessuno sopportava, perciò ero sola. Non andavo d'accordo neanche con Flavio in quel periodo, continuavo a rispondergli a malo modo, anche se avevo solo bisogno di un abbraccio. - si ferma- Ah e lei, lei è sparita. Ci siamo riviste due giorni dopo e le ho detto che doveva morire, lei se n'è andata. Non ha avuto né il coraggio di guardarmi in faccia, né di chiedermi scusa.» Finisce lei, ed io mi affretto a stringerle la mano e rassicurarla.
«Mi dispiace così tanto che tu abbia dovuto passare tutto questo da sola. Non lo sarai più finché ci sono io.» Le dico alzandomi dalla sedia ed andando ad abbracciarla, lei mi stringe forte.
«Grazie di tutto... Comunque non voglio rattristare la serata, ti va di andare in qualche altro locale?» Chiede lei.
«Si, certo che mi va. Però sappi che non rattristi nulla, mi fa piacere ascoltarti amore.» Le rispondo e lei mi bacia, senza pensarci due volte. Così, davanti a tutti. Le farfalle nello stomaco non tardano ad arrivare, come sempre.
Paghiamo, salutiamo la cordiale Emily, dirigendoci dove ci porta il cuore.

La Sorella Del Mio Migliore AmicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora