CAPITOLO 35

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Il tempo passa velocemente, la maturità è andata, non benissimo ma è andata, io e Giulia viviamo insieme, abbiamo preso gli abiti... organizzato tutto. Da poco lavoro come barista in un piccolo chiosco a Roma, certo, la mattina devo alzarmi presto per fare in tempo, ma è molto meglio di non avere un soldo in tasca. Giulia invece sta lavorando come capo redattrice di un blog sui diritti della comunità LGBT, hanno un enorme seguito e moltissimi sostenitori. Le è sempre piaciuto scrivere e sono così fiera che abbia trasformato la sua passione nel suo lavoro. 

"Insomma... Siamo agli sgoccioli" Dice Giulia sistemandosi quel ciuffo ribelle che ha in testa. Io dalla cabina armadio vado verso di lei e la osservo sorridendo. 

"Sono così felice!" Le dico. Il matrimonio è domani e per quanto riguarda l'addio al celibato abbiamo deciso di comun accordo di non farlo, tenendo conto dei precedenti. Passeremo la serata insieme, dopodichè lei andrà a casa di sua madre ed io rimarrò qui, ad aspettare che la mattina seguente venga mia madre per aiutarmi col vestito e tutto il resto.

"Ti va di fare una passeggiata intorno al lago?" Domando a Giulia che annuisce. Scendiamo le scale e lei mi apre la porta per farmi uscire per prima. 

Camminiamo nella pallida luce del mattino mano nella mano, cosa che a pensarci bene non abbiamo mai fatto. Ad un tratto mi siedo a terra, Giulia si siede a gambe larghe dietro di me e mi abbraccia da dietro; mi accarezza la schiena e canta. 

"Quello che potremmo fare io e te..." Canta la nostra canzone ed io rabbrividisco, mi sento come travolta da un uragano, o da uno tsunami. Mi sento tutta un fremito. 

"Non riesco a non immaginare la nostra vita tra dieci anni, noi due qui, a guardarci negli occhi, a controllare il cane e magari.. dei bambini" Dico io. 

"Sarebbe stupendo" Risponde. 

Dopo circa dieci minuti rincasiamo e ci mettiamo all'opera per preparare qualcosa da mangiare. Metto su l'acqua per preparare la pasta e nel frattempo guardo un po' tv. A tavola io e Giulia parliamo del più e del meno, di quanto siamo eccitate per domani e di tutte le vacanze che vorremmo fare una volta sposate. Durante il pomeriggio ci chiudiamo in camere diverse a scrivere su dei pezzi di carte le sdolcinate parole che leggeremo domani, ed io non riesco a poggiare la penna sul foglio senza piangere. Le parole adatte per ciò che provo per lei non sono ancora state inventate, non saprei esprimerle neanche con una nota di ironia, che tra l'altro è ciò che mi è sempre venuto meglio. Ma non mi sembra neanche il caso di scriverle quanto la mia vita fosse vuota e di quanto io fossi persa prima di lei, non sono quel tipo di persona, ma farò del mio meglio. 

"Vado a preparare le cose da portare via" Dice Giulia bussando alla porta della mia camera. 

"Perché che ore sono?" Le chiedo, poi mi volto verso il comodino e lo schermo del telefono lampeggia e mi mostra l'ora, 19:15. 

"Ah.. Quindi ci siamo" Dico alzandomi dal letto e avvicinandomi a lei il più possibile, che sorride e mi prende per i fianchi. Mi bacia la fronte, poi il naso, poi le guance, poi il mento, poi le labbra. Mi morde il labbro per poi scendere sul collo e assaporarlo dolcemente; gioca con le bretelle della mia canottiera e con la mano mi sfiora il seno, io faccio lo stesso con lei che mi toglie la maglia. 

"Hey, porta sfortuna farlo il giorno prima del matrimonio.." La fermo anche se a malincuore, lei annuisce perché sa che ho ragione. 

"Però  i baci non ce li nega nessuno, o sbaglio?" Io sorrido e mi perdo per l'ennesima volta in quella sua invitante bocca rossa, poco prima che se ne vada. 

La Sorella Del Mio Migliore AmicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora