C CAZZ GUARD?

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Entro nello studio di mamma senza bussare e mi siedo su una poltrona senza disturbare il suo colloquio con un detenuto.
"Ricci non voglio può vederti qua dentro se no finisce male." Urla mamma con tutta la forza che aveva in corpo all'improvviso il comandante entra e fa alzare il ragazzo dai capelli neri.
"Direttrì è a figlia vostr?" Mi squadra da capo a piedi.
"Vuò na fotografij?" Dico indifferente, sogghigna e il comandante lo trascina via.
"Mà?" Mi siedo davanti a lei.
"Dimmi tesoro." alza lo sguardo e sorride.
"Tien bisogn e ripos." Dico indicando il divano.
"Non posso riposarmi non ora Teresa." Annuisco.
"Senti mà fuori ho parlato con le ragazze sono tutte molto simpatiche... mi domandavo perché non fare un corso d'arte magari potrei farlo io." Dico abbassando lo sguardo.
"Ma certo tesoro sarà un iniziativa per tutti i ragazzi." Dice alzandosi con il bastone.
"Puoi dire al comandante di far venire tutti nel cortile?" Annuisco.
"Comandà." L'uomo si volta.
"Dic piccrè."
"A detto mamma che deve riunire tutti quanti nel cortile." Annuisce e va via.
"Vieni mà." Andiamo verso il cortile dove i ragazzi e le ragazze erano già posizionati.
"Allora ragazzi abbiamo aperto una nuova iniziativa e voglio che voi ne facciate parte uno o due anche tutti mi farebbe molto piacere. Un corso d'arte diretto da mia figlia." Dice indicandomi sorridendo mentre i ragazzi fanno facce abbastanza maliziose.
"Direttrì gliela posso insegnare io l'arte?" Dice un ragazzo grasso e abbastanza incazzato con la vita. Non fa tempo a parlare che intervengo.
"Se vuoi finire con il collo spezzato mi farebbe piacere." Dico facendo un sorriso da pazza e lui capisce la mia ironia. Da parte di altri ragazzi arriva un flebile "ten e pall." Mamma prende il bastone e inizia a camminare.
"Voglio andare a fare pure io una passeggiata come punto e virgola." Dice un ragazzo con i capelli biondi. Mi volto incazzata verso di lui.
"Giatven va che è meglij." Dico indicando i loro dormitori. Scoppiano a ridere.
"Piccrè ma sai domani che tempo fa?" Mi domanda il ragazzo con i capelli rossi.
"Mà mi concedi un attimo?" Annuisce. Il comandante come anche altri poliziotti rimangono ad osservare.
"Secondo te piove guardiamo in cielo." Dico facendo alzare il viso al ragazzo grasso e al rosso prendendo un secchio d'acqua e gettarglielo addosso.
"Me sa che piove." Tutti iniziarono a ridere anche il comandante e gli altri sorveglianti.
"Crè m vuò vattr?" Domando facendo finta di essere spaventata. Lui tira le mani indietro e continua a guardarmi con sguardo omicida.
"C cazz guard?" Rimangono lì ad osservare mia madre che va via e io con lei. Qua non si scherza ma non mi faccio nemmeno comandare da una mandria di animali.

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