Dopo le occhiatacce avute dai ragazzi vado con mamma nel suo ufficio.
"Tesoro sai che hai esagerato vero?" Dice ridendo ancora.
"Mamma io faccio parte del meteo quindi dovevo dirgli che tempo faceva no?" Scoppio a ridere ancora di più.
"Madonna mi farai morire." Si mantiene il petto dalle risate. Sentiamo bussare, mi metto dietro di lei a guardare dalla finestra il mare.
"Direttrì il giovane qua si è menato addosso a Filippo." Dice con voce spinosa.
"Ciro ci risiamo?" Mi volto di scatto davanti a mia madre e mi siedo sulla poltrona vicino alla finestra.
"Direttrì a me mi provocano e sanno che io non so brav a sta ferm." Dice facendo uno sguardo da pazzo.
"Lo so ma potresti anche risparmiarti na volta tanto no?" Scoppia a ridere.
"Direttrì io sto qua dentro da un anno e mi creda quando le dico che non vedo l'ora di morire." Il mio cuore si blocca di scatto come può un ragazzino della mia stessa età pensare queste cose.
"Ricci da domani tu inizierai il corso di psicologia. Quindi mia figlia ti aiuterà ad aprirti." Spalanchiamo gli occhi all'unisono.
"Mamma ma che stai dicendo?"
"Quello che hai sentito. Domani preparati Ricci." Lo fa uscire dalla stanza.
"Mamma avevamo detto che domani lo dovevamo passare assieme." Dico guardandola negli occhi.
"Questi ragazzi tesoro hanno la tua età e pensare già alla morte li porta a cacciare il peggio di loro. Tu sai cosa vuol dire ti prego fallo per me." Dice appoggiando una mano sulla spalla.
"D'accordo mamma. Mo vado dalle ragazze vabbene?" Annuisce. Vado verso il laboratorio di arte oggi non ho tanta voglio di mettermi a parlare con le ragazze.
"Pccrè ti ha fatto rimanere solo a te mammt?" Mi volto spaventata ed è Ciro Ricci.
"Fatt e fatt tuoij." Dico senza guardarlo e continuo a camminare verso le tele da disegno.
"Sai chi sono io?" Mi domanda incazzato nero.
"Eccert." Dico ridendo lui mi prende il viso tra le mani e prende il coltellino.
"Che re mo non le cacci le palle?" Lo guardo negli occhi.
"Aesh Cirù tu pensi veramente che io abbia paura di te? Ho subito di peggio." Dico scoppiando a ridere in faccia. Inizia ad appesantire la mano attorno la mia gola.
"Nun m faij paur Ricci. Il mio vecchio papà mi violentata ogni giorno." Dico guardandolo con gli occhi da pazza. Non solo lui è davvero problematico. Allenta la presa e toglie il coltello.
"Mi dispiac." Mi dice guardandomi. Mi tiene ancora ferma.
"Lasciami stare mo." Dico togliendo la sua mano violentemente dal mio viso e prendo il foglio da disegno e vado via.
"Strunz e merd."
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Gli occhi più belli di Napoli
Fanfictionpartiamo dal principio due ragazzi con problemi di rabbia e di personalità. Lei è una ragazza stramba non gli piace uscire né tanto meno la violenza. La madre di lei è la direttrice dell'IPM. molto diverse ma qualcosa di uguale. Teresa inizierà un c...