"Adda essr a mij Eduà." Gli dico guardando lei che gioca a pallavolo con le ragazze.
"Che cul va ten maro." Mi metto le mani tra i capelli e li sistemo.
"Staij sciumnut fra." Scoppia a ridere per darmi un piccolo schiaffo sulla gamba.
"Uagliù vnit ca." Totò e Pirù corrono subito verso di me.
"Che è succies Cirù?"
"Mata fa nu piacer." Gli dico. Annuisco.
"Mi dovete portare a Teresa nel classe nostra agga fa na cos tra 2 minuti o tiemp ca m n vac e voi glielo andate a dire vabbuò?" Annuiscono. Esco dal campo diretto in classe prendo posto al mio banco e aspetto che lei entri. Quando entra però cerca di uscire ma i miei "amici" la fanno entrare chiudendo la porta a chiave.
"Avevi pianificato tutto?" Mi domanda arrabbiata formando una piccola ruga in mezzo alla fronte.
"Eccert." Si siede qualche banco più avanti al mio e volta la sedia verso di me.
"Embè ja che vuò?" Appoggia il suo cellulare sul banco dietro di lei.
"Raccontami di te." Spalanca gli occhi.
"Nun agga capit." Mi dice.
"Parlam e te famm capi chi si." Le dico guardandola negli occhi avvicinandomi con la sedia.
"No." Dice abbassando lo sguardo.
"Allor parl prim ij ja così piglij coraggio." Le sorrido senza mostrare i denti.
"Sono il figlio del boss più potente di Napoli. Al compleanno di mio fratello Pietro mio padre mi aveva ordinato di uccidere il mio migliore amico... Francesco. Mi aveva tradito non aveva esitato a prendere la pistola dentro la mia giacca e puntarmela contro. Nun c vulev crerr... o vulev ben com a nu frat." I suoi occhi diventano lucidi insieme ai miei, si asciuga velocemente le lacrime che ha versato.
"Tocc a te." Si volta verso la porta e inizia a parlare senza guardarmi.
"Sono nata il 17 aprile del 2005 la mia vera mamma non mi voleva e all'età di 2 anni mi ha portata in un'orfanotrofio e da li so iniziati i guai. Sono stata adottata da ben 18 famiglie e quasi tutte mi rimandavano di nuovo all'orfanotrofio... l'ultima famiglia che mi ha adottata era strana. Lui era un animale, non sapeva che cosa fosse il rispetto di una donna e suo moglie non sapeva il rispetto dei bambini. Lui mi picchiava e violentava ogni giorno, ero così stanca che scappai di casa e poi mi trovo Paola ed eccomi qua." Indica se stessa.
"Hai coraggio." Le dico alzandomi dalla sedia e mettermi difronte a lei.
"Anche un codardo lo avrebbe fatto." Abbassa lo sguardo.
"Ma mo se io ti tocco come ti toccava quell'uomo come ti sentiresti?" Le domando, i suoi occhi vengono tinti si rabbia e odio.
"Nun capisc nu cazz Ciro. Avevo pensato che forse avresti capito." Dice asciugandosi le lacrime di rabbia. Mi avvicino e le accarezzo il viso.
"Non ti arrabbiare volevo solamente capire se ero io il problema." Chiude gli occhi beandosi delle mie carezze.
"Nun si tu." Mi dice solo appoggiando la testa sulla mia spalla iniziando a piangere pesantemente.
"O problem so semb ij. Può arrapì a port?" Alza lo sguardo verso di me con gli occhi gonfi.
"Totò arrap." Se ne va lasciando il cellulare sul banco.
"Ciù ciù." Si volta verso di me e si tocca le tasche.
"Grazie." Mi da un bacio sulla guancia e esce all'IPM.
"Sta femmn m fa ascì pazz."
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Gli occhi più belli di Napoli
Fanfictionpartiamo dal principio due ragazzi con problemi di rabbia e di personalità. Lei è una ragazza stramba non gli piace uscire né tanto meno la violenza. La madre di lei è la direttrice dell'IPM. molto diverse ma qualcosa di uguale. Teresa inizierà un c...