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Quel debole angelo impaurito non aveva motivi per restare ancora in vita. Non aveva ragioni per andare avanti, era patetico e indifeso, e il nuovo Felix non poteva permettersi certe debolezze.

Sputò del sangue a terra e preparò ad andare verso la sua vecchia casa.
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L'odore della zuppa si diffondeva in tutta la casa, e il calore abbracciava i corpi vestiti della madre di Felix che cucinava la cena che presto sarebbe stata servita.

Il padre era sul divano a guardare notizie mentre l'illusione di Felix era intenta a scrivere qualcosa su un quaderno, era seduto di fianco al padre.

<caro, apri tu la porta!> urlò la madre dopo aver sentito il campanello suonare.

Il padre sbuffò, proprio quando stavano arrivando le notizie sul calcio.

Si alzò e si avvicinò al portone, senza curarsi di guardare l'occhiello prima.

<Felix?> disse quasi scioccato, era di fianco a lui cinque secondi fa.

Felix entrò spingendo il padre e andò subito verso l'illusione che non fece in tempo ad alzare la testa che un coltello gli aveva trafitto il petto.

Il padre urlò con orrore a quella scena, c'erano due Felix nel suo divano, e uno aveva appena ucciso suo figlio.

Era confuso e sentí la nausea salire, seguito da un dolore al petto e il sudore freddo.

<che succede car-?> la madre non fece in tempo a finire la frase che guardò la scena e tirò un urlo straziante. Subito iniziò a piangere.

<lui era falso, io sono il vero Felix> disse avvicinandosi lentamente ai suoi genitori, mentre buttava il coltello per terra.

Il padre coprì con un braccio la sua donna, e indietreggiò.

<sono stato sostituito da una copia> spiegó.

<che cosa vuoi?> il padre intimorito tremava, il fiato era corto e il battito cardiaco accelerava.

<non mi avete mai amato veramente> disse Felix battendo un pugno sul muro che fece sobbalzare i due, ormai arrivati con le spalle al muro.

<noi ti abbiamo sempre voluto bene! Eri tu che ci odiavi> ripose a tono il padre, ma non sapeva se sarebbe finita bene, quindi strinse la mano alla moglie <ti prego calmati, stai spaventando tua madre> disse, piegandosi leggermente in avanti per via di una fitta al petto.

Ci fu un attimo di silenzio, dove Felix osservò i suoi genitori.

Il corpo del padre collassò a terra improvvisamente.

<NO!> urlò la madre accasciandosi disperata sul corpo del marito <TI PREGO NON LASCIARMI> le urla erano pietose.

Le mani della donna vennero bloccate da quelle di Felix.

<infarto, non ce la farà> spiegò, infondo suo padre era abbastanza vecchio rispetto alla madre è aveva sempre avuto problemi di cuore.

La madre tremava e faticava a respirare, era scandalizzata e l'odore di bruciato si diffondeva nell'aria.

Felix ebbe un raptus e trascinò la madre verso il suo petto, le sue braccia la avvolgevano per consolarla.

<mamma, mi dispiace> disse e lacrime su lacrime cominciarono a scendere <non sono più me stesso, non ho potuto resistere, sono un debole> la voce tremava e per un attimo il vecchio Felix sembrava essere tornato <salvami> pregò ma il suo corpo cominciò a stringere quello della madre.

<mi fai male> disse lei con voce strozzata, ma non aveva più vie di scampo. Era senza forze e consumata dal dolore provato.

Le braccia stringevano e pian piano la madre cominciò a emettere dei lamenti di dolore, graffiando la pelle del figlio che sempre di più strizzava quel corpo caldo.

In pochi secondi, anche la madre cadde a terra, di fianco al padre.

Felix urlò di dolore, e si accasciò a terra in prede al panico, più azioni cattive faceva, più il vero Felix moriva in fretta e il colpo subito adesso era forte da metabolizzare, aveva ucciso i suoi stessi genitori.

Anche se non avevano mai avuto un vero e proprio rapporto, le loro anime non meritavano una morte di quel genere.

L'oscurità lo avvolgeva sempre di più, e Felix ormai combatteva contro se stesso incosciamente.

<quand'è che muori?> chiese a se stesso, sopprimendo le lacrime <sei sempre stato un debole e per sempre lo sarai, perché continui a combattere?> ringhiò arrabbiato <ora sei forte e potente e la gente non ti ferirà mai più, perché fai resistenza?> battè i pugni contro il tavolo per scaricare la rabbia che provava.

<non rendermi le cose difficili cazzo!> ribaltò alcune sedie mentre camminava in modo frettoloso per la casa in cerca di qualcosa.
Era incazzato nero e doveva calmarsi, prese il pacchetto di sigarette dalla giacca del padre insieme all'accendino e ne accese una.

La madre non l'avrebbe più rimproverato per il fumo dentro casa.

Ne prese un'altra finita la prima e l'accese di nuovo.

Ogni minuto che passava era uno strazio per il vero Felix, ormai rannicchiato nella parte più oscura della sua testa, intrappolato senza via di fuga.

Si stava uccidendo da solo, e non mancava molto.

Intorno a lui c'era solo buio, e l'ossigeno veniva a mancare ad ogni respiro.

Il suo corpo era debole e spaventato, e il dolore che provava lo stava spegnendo, ogni minuto che passava era una sofferenza.

Gli occhi erano pesanti, troppo pesanti.

Lentamente sbattè le palpebre, non poteva dormire. Non doveva arrendersi, lui poteva ancora resistere, doveva salvare Changbin da se stesso.

Felix aspirò dalla sigaretta e nervosamente batteva il piede a terra, sentiva che il vero Felix era stremato, stava solo aspettando che chiudesse gli occhi per sempre una volta dopo tutte.

Sorrise, sorrise come un matto ed  iniziò  a ridere fragorosamente.

Felix aveva chiuso gli occhi. Ora il controllo era totale.

<Changbin arrivo> ghignò uscendo da quella casa.

Ethereal |Changlix~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora