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Era unico, un esemplare raro e contronatura tremendamente potente.

Ma lui non lo sapeva. Gli erano state strappate via le cose che gli davano un valore, e i ricordi erano svaniti lasciando un vuoto incolmabile.

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<il suo spirito era mio> ringhiò il più basso correndo verso l’altro demone che ridacchiava soddisfatto, lo prese per il colletto e lo spinse verso un albero, rompendogli qualche ossa che dopo neanche un secondo si aggiustarono, una caratteristica dei demoni era appunto essere invulnerabili.

<Changbin da quand’è che sei così possessivo con gli spiriti semplici?> chiese ghignando il più alto che rispose con un pugno, creando un tuono nella tempesta formata grazie al litigio dei due demoni.

Changbin si riprese un attimo dal pugno, ok che era invulnerabile ma la forza sovrumana di Minho ogni tanto lo stordiva. Riprese la rincorsa e scaraventò il più alto leggermente più lontano per poi andare verso di lui e colpirlo con un calcio sullo stomaco.

Insomma, erano andati a cacciare degli spiriti da dei semplici umani, Changbin ne aveva trovato uno abbastanza buono per cibarsi, ma Minho come al solito glielo aveva fottuto uccidendolo. Era da più di un millennio che stavano insieme ma erano come cane e gatto, finivano sempre per litigare e spezzarsi qualche ossa.

Entrambi si consideravano fratelli e si amavano di bene, ma erano troppo fieri per ammetterlo, quindi passavano la maggior parte del tempo a tirarsi merda dietro, ma era il loro rapporto.

<io vi ammazzo> un ragazzo dai capelli verdognolo si avvicinò, prese per il colletto Changbin e lo scaraventò addosso ad una quercia che grazie alla forza che aveva impiegato si spezzò, cadendo verso un edificio dietro.

<cazzo> bisbigliò vedendo il danno che aveva provocato <è tutta colpa vostra, avevo detto che in questa città dovevamo fare i bravi> esclamò il verdognolo indicando i due colpevoli, Changbin che si stava alzando dolorante dal tronco e Minho che si stava aggiustando la mandibola rotta grazie al pugno del più basso.

<scusa Chan> disse Minho scrocchiando l’ultimo osso del collo.

<scusa ma potevi andarci più leggero> sorrise Changbin afferrando il braccio rotto e aggiustandolo come niente fosse.

BangChan era come un padre per loro, il loro leader e uno dei demoni più forti dell’intero universo.

Vivevano insieme da ere, e non si erano mai stancati l’uno dell’altro, erano come una famiglia e viaggiavano insieme.

Essere demoni non era facile, ogni tot di anni dovevano cambiare paese per non destare sospetti agli umani.

<non siamo in questa città neanche da cinque minuti e voi avete appena distrutto una scuola> rise Hyunjin scendendo giù da un ramo di un albero <patetici> commentò poi rivolgendo il suo sguardo ai due litiganti che se non fosse stato per la presenza di Bangchan gli avrebbero spaccato la faccia seduta stante.

<penseranno che sia stata la tempesta> commentò Bangchan <ora andiamo a casa prima che vi faccia fuori qua>

I quattro andarono verso la villetta a schiera che avevano gentilmente comprato per i prossimi anni, finché la città non avrebbe scoperto della loro esistenza.

L’ultima città in cui erano stati era un piccolo paese dell’Italia, ma la loro permanenza non durò a lungo per alcuni problemi con gli umani.

<la prossima volta ti rompo l’osso del collo> lo minacciò Changbin.

<contaci> rispose indietro Minho ridacchiando.

Arrivati la casa non era né’ troppo piccola né’ troppo grande, era ben arredata, i colori prevalenti erano il grigio, bianco e il legno di betulla, molto minimale.

Hyunjin corse al piano di sopra e prese la prima camera matrimoniale che trovò.

Minho si buttò sul divano e accese la tv a plasma nuova di zecca, sorprendendosi per l'ottima risoluzione delle immagini.

<in teoria ci sono cinque matrimoniali, due studi, quattro bagni e un seminterrato> spiegò Bangchan prima di uscire dalla porta per prendere le valigie in macchina.

Changbin sbuffò e andò al piano di sopra occupando la prima camera libera, entrò, gli piaceva la casa era molto moderna e sofisticata.

Andò verso il bagno, aveva una bellissima vasca idromassaggio, una doccia spaziosa, un lavandino e un gabinetto.

Andò verso la doccia, ma qualcosa allo specchio lo attirò, facendolo bloccare in mezzo alla stanza, con sguardo fisso verso quel vetro.

C’era una sagoma dall’altra parte, lo osservava e lui ricambiava il suo sguardo pur non riuscendo a capire cosa o chi fosse.

<ma che cazz-> bisbigliò prima di essere soffocato da una sensazione strana, sentiva come se qualcuno gli stesse stringendo il collo, le sue ali si spalancarono e le sue mani cercarono di togliere via quella sensazione, graffiando e irritando la pelle del collo.

Non capiva cosa gli stesse succedendo, di solito non avrebbe provato nessun tipo di dolore o sofferenza, eppure ora era quasi senza respiro.

Si appoggiò al muro con la schiena e cercò di urlare ma la voce gli morì in gola.

Che fosse stata quella sagoma? Ovvio. Ma cos’era esattamente quella sagoma?

La sensazione di soffocamento finì di colpo e Changbin si riprese subito grazie alle sue abilità demoniache.

Si guardò intorno spaesato, era confuso ma fortunatamente non aveva più male da nessuna parte, il suo respiro era tornato regolare.

Changbin stralunò gli occhi per l’idea che gli era appena passata in mente. No, era impossibile.

Fece scorrere l’acqua dal lavandino e si sciacquò il viso agitato.

“é andato per sempre” pensò “impossibile” si asciugò il viso e poi uscì dal bagno come se niente fosse successo.


Ethereal |Changlix~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora