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La cosa più strana? Il cuore di Felix aveva cominciato a battere forte, sembrava stesse per uscirgli dal petto e lo odiava soprattutto perchè era Changbin a provocare questo effetto.

<vedi di starmi lontano> ringhiò Changbin prima di andarsene via turbato, lasciando Felix da solo e confuso.

-

Changbin era incazzato, turbato e altamente perplesso.

Non era riuscito a leggere i ricordi di Felix e questa cosa lo infastidiva molto perchè gli era successa solo tre volte nella sua vita: quella volta che aveva incontrato un demone leggendario, uno dei più potenti, la volta dell'angelo che era sceso dal paradiso sulla terra e l'ultima volta era stata con lui.

Sentì male al cuore appena pensò a quello e cercò subito di pensare ad altro.

Gli mancava.

Felix se n'era andato via abbastanza confuso non capendo il perchè di tutto quello successo qualche minuto prima.

Scrollò le spalle tornò verso casa ma a metà strada si ricordò della sua cazzo di lattina nel pavimento del supermercato e tornò indietro.

Entrò di nuovo seccato e ritornò nel reparto bibite e la sua lattina era ancora a terra, là da sola abbandonata.

'scusa lattina' pensò afferrandola e andando verso la cassa.

Mentre camminava si perse a pensare a Changbin e distrattamente andò a scontrarsi contro qualcosa.

Appena alzò lo sguardo constatò che quel qualcosa era un qualcuno.

<mi scusi ero distratto> si giustificò ma rimase paralizzato, quel ragazzo era veramente bello, aveva i capelli di un rosso tinto e sparati in aria, sopracciglio tagliato ed era vestito in modo molto stiloso almeno per i gusti di Felix.

<scusami tu non ti avevo visto> sorrise <sei Felix giusto?> chiese.

Felix corrugò le sopracciglia, come faceva a sapere il suo nome?

<perché?> chiese diffidente.

<conosco i tuoi genitori e poi sei famoso per le tue lentiggini> sorrise nuovamente ma a Felix non piaceva quel ragazzo.

<Taeyong> chiamò una voce e il ragazzo dai capelli rossi si girò verso uno molto alto, capelli neri rasati ai lati e con aria ancora meno rassicurante del rosso.

L'espressione di Taeyong si fece di colpo seria e fredda.

<arrivo Johnny> disse con tono fermo prima di allontanarsi e uscire dal supermercato affiancato da quel Johnny.

'non verrò mai più in questo supermercato' pensò andando alla cassa e pagando, uscì e andò verso casa sua.

Odiava il tempo da quando c'era stata quella tempesta l'atmosfera si era come trasformata, sembrava tutto così surreale e c'era un'aria gelida che faceva venire i brividi ogni secondo.

Felix si strinse nella sua giacca per riscaldarsi e finalmente entrò a casa tirando un sospiro di sollievo. Non si sentiva al sicuro fuori ed era strano perché il suo era sempre stato un paese pacifico.

Tornato a casa era già l'ora di cena e si sedette tavola con i suoi come al solito.

<cosa hai comprato?> chiese la madre.

<solita lattina di tè verde>

<fantastico> sorrise la madre come se suo figlio avesse appena compiuto un'impresa.

<cara mi passi il sale?> chiese il padre e la madre obbedì.

Appena il padre prese il sale in mano lo appoggiò sul tavolo e avvolse la mano della madre stringendola.

La madre arrossì e abbassò la testa sorridendo contenta per il gesto.

Felix si sentì completamente fuori luogo e solo.

<Felix quando ti trovi una bella ragazza?> chiese il padre.

<penso mai> rispose.

<perchè dici così? Non sei mica un brutto ragazzo> lo consolò la madre <piaci di sicuro ad un sacco di ragazze>

Felix pensò a lui mano nella mano con una ragazza e sinceramente non se la sentiva.

<lasciamo stare> rispose.

<ma Feli->

<lascia stare> ripetè interrompendola stavolta con tono più serio.

La madre abbassò lo sguardo.

<Felix non rivolgerti così a tua madre> lo rimproverò il padre.

<fanculo> bisbigliò, era iniziata la scuola, si era già fatto un nemico, un altro già lo tormentava, il tempo faceva schifo e incontrava persone inquietanti per strada e mancava solo che i suoi rompessero.

<vai subito in camera> ordinò il padre dopo aver sentito benissimo la parola bisbigliata prima.

Felix sbuffò e con un movimento brusco si alzò dalla sedia andando verso camera sua.

Qualcosa lo tormentava.

Qualcosa lo perseguitava.

Una maledizione, un peccato, non lo sapeva neanche lui. A dir la verità non voleva neanche scoprirlo.

Andò in bagno e si tolse la felpa che indossava insieme alla maglietta e girò la schiena verso lo specchio per vedere meglio.

Le cicatrici erano ancora là insieme ad altri segni, e lui se ne vergognava tantissimo.

Nessuno lo aveva mai visto a petto nudo o solamente toccato.

Perchè si vergognava troppo di quei segni, li trovava brutti e antiestetici.

Una volta aveva provato a chiedere ai suoi di come se gli avesse procurati quei segni, ma loro lo avevano semplicemente ignorato.

Le osservò un attimo e notò che erano leggermente più arrossate, stavano peggiorando.

Sospirò e si mise addosso il pigiama - che consisteva in una felpa a caso e dei pantaloni della tuta - e si buttò a letto.

Si addormentò subito dopo avvolgendosi nella coperta per sentire un po' di calore.

Ethereal |Changlix~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora