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<merda> esclamò Felix appena gli scivolò il telefono dalle mani, cadendo a terra rovinosamente per via del forte tuono.

Aveva cominciato a piovere ininterrottamente da quel pomeriggio e non aveva smesso e sembrava puntare a peggiorare.

Pensò quasi che il cielo si stesse disintegrando sopra alla sua testa.

Per fortuna era chiuso in casa al caldo, con una bella coperta morbida sulle gambe, una tazza di cioccolata calda in mano ed il computer con qualche serie tv accesa.

Le vacanze erano quasi finite e presto si sarebbe ritrovato di nuovo fra i banchi di scuola, con la testa sui libri.

Sospirò, non voleva pensarci. A scuola non aveva amici semplicemente perchè non si ricordava di essere mai stato in quella scuola, e quel poco che poteva ricordare era un'immagine di lui da solo.

<FELIX> urlò sua madre dal piano di sotto <è pronto> continuò abbassando leggermente il tono di voce, infondo suo figlio non era sordo.

Felix si tolse la coperta da sopra alle gambe e scese al piano di sotto con tutta la calma del mondo, non aveva fretta e poi non ci teneva a stare con suoi.

Non perché lo trattassero male, solo che non aveva mai sentito tra di loro un vero rapporto d’amore e affetto, si  sentiva solo un pezzo di carne da nutrire e curare fino a non diventare indipendente del tutto.

Si sedette nella sedia e osservò un attimo i suoi, sua madre come sempre aveva il solito sorriso in faccia stampato, contenta della sua cena, mentre il padre era sempre a guardare il giornale sul tablet.

Felix si chiese cosa ci fosse di così tanto importante da dover leggere le notizie ogni secondo, ma scrollò le spalle fregandosene.

Non si ricordava di momenti passati con loro, forse qualche scena di loro insieme al mare ma niente di più. Non si ricordava nemmeno l’ultima volta che aveva dato un abbraccio a sua madre.

<com’è andata oggi a scuola?> chiese la madre spensierata.

<deve ancora iniziare> rispose Felix scombussolato da quella domanda così stupida e ovvia, ok che era stato tutta la mattina chiuso in camera, ma era un po’ esagerato pensare che fosse già andato a scuola.

<giusto! Che sbadata che sono> rise mentre Felix la guardava perplesso, continuando a mangiare il cibo, almeno era brava a cucinare.

<cosa fai stasera?> chiese la madre sempre spensierata.

Felix roteò gli occhi <ma sta piovendo da più di cinque ore dove vuoi che vada?> chiese quasi ovvio.

<magari volevi andare a casa di qualche tuo amico> alzò le spalle la madre.

Felix la guardò come se fosse un alieno, ma la pioggia l’aveva mandata in corto circuito?

Lei sapeva benissimo che Felix non aveva amici, in più stava sparando domande a caso e una più stupida dell’altra.

<ma che cazzo> bisbigliò Felix perplesso.

<oddio Felix le parole!> la madre si coprì la bocca sconvolta <caro hai sentito cosa ha pronunciato?> chiese al marito che confuso alzò lo sguardo ricordandosi dell’esistenza del mondo.

<no cara cosa ha detto?> chiese sistemandosi gli occhiali.

<ha pronunciato la parola con la c e le due z> bisbigliò quest’ultima come se avesse paura di essere punita.

Felix nel frattempo gli guardava completamente spaesato. I suoi stavano delirando completamente.

<Felix non usare questi gerghi inappropriati> lo rimproverò il padre ritornando a guardare il tablet, mentre la madre di fianco faceva dei gesti di vittoria.

Facevano quasi paura. Felix cercò di mangiare il più veloce possibile, appena finì tolse il piatto appoggiandolo in lavastoviglie e corse in camera sua evitando altri discorsi da parte dei suoi.

Entrato chiuse la porta a chiave ed andò nel suo bagno personale a farsi una doccia.

Si risciacquò per bene, si mise il suo shampoo preferito allo zucchero a velo così da profumare come una caramella e uscito si avvolse l’asciugamano intorno alla vita e ne prese un altro asciugandosi i capelli arancione.

Si sentiva strano, come se qualcosa stesse arrivando ma non capiva che cosa, si guardò intorno e la stanza c'era un silenzio quasi assordante.

Alzò lo sguardo e osservò la sua immagine allo specchio, ma si accorse di qualcuno dall’altra parte dello specchio, capì che lo stava guardando ma non riusciva a comprendere la sua forma.

Il suo respiro si fece più pesante e appoggiò i palmi al lavandino.

Non capiva cosa gli stesse succedendo ma di sicuro nulla di buona visto che le grandi cicatrici che gli ricoprivano la schiena cominciarono a pulsare provocando delle urla strozzate a Felix che col cuore a mille cercò di non urlare troppo forte, non voleva che i suoi si chiedessero cosa stesse facendo.

Anche perché i suoi non sapevano delle sue cicatrici.

E sinceramente neanche lui sapeva il perché di quei segni, era nato così molto probabilmente.

Un’altra fitta lo colpì e questo giro le sue gambe cedettero a terra e lacrime cominciarono ad uscire copiose per riflesso dai suoi occhi.

Voleva chiedere aiuto ma le parole gli morirono in bocca appena sentì una voce chiamarlo, era leggermente alterata quindi non fece altro che confondere Felix che ormai era accasciato sul pavimento freddo.

Un altro forte tuono si fece sentire e rimbombò nelle orecchie del ragazzo che le premette per cercare di non sentire più niente, ma fu inutile visto che quel suono gli rimbombò in ogni singola parte della sua testa che stava scoppiando.

Poi di colpo tutto finì, il dolore era scomparso come il rimbombo dei tuoni e lo scroscio della pioggia.

Si alzò tremante e prese dei grandi respiri controllando il battito del cuore che era ritornato normale di colpo.

Quella tempesta aveva portato il male in casa sua, i suoi genitori erano impazziti, le sue cicatrici aveva cominciato pulsare e Felix non capiva il perchè di tutto questo.

Si vestì subito dopo cercando di ignorare la sensazione al petto, non capiva neanche lui cosa stesse provando.

Dopo qualche minuto era a letto, disteso da un lato per guardare il cielo sereno fuori dalla finestra.

Forse stava solo sognando, forse era solo un brutto scherzo della sua mente.

E senza neanche accorgersene cadde in un sonno profondo.

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