Londra era ricoperta dal solito manto grigiastro dall'aria cupa e spenta. Tra gli alberi quasi completamente spogli, passava un leggero venticello freddo che mi punzecchiava il viso arrossandolo leggermente. Spostai lo sguardo sulla biondina al mio fianco. Gli occhi azzurri perlustravano il parco in ogni minimo dettaglio, quasi desiderando di imprimere quell'immagine nella sua mente. Aveva le guance e la punta del naso arrossate dal freddo pungente. I capelli ricci le contornavano il viso dandole un aspetto delicato. Mentre guardava con attenzione l'erba verde del prato, sembrava persa nei suoi pensieri, disattenta a qualsiasi cosa succedesse al di fuori della sua mente. Qualcosa la preoccupava.
«Stavo pensando che è abbastanza strano che Kaitlyn ci abbia lasciato uscire: va contro il regolamento dell'orfanotrofio.» disse all'improvviso. «E se con questo strano comportamento c'entrassero i tuoi genitori o... te?»
Aggrottai la fronte confusa. «E perché? Non ha senso, Amelia.»
«Okay, ma magari c'è un filo sottilissimo che ti lega a lei e di cui tu non sei a conoscenza. È troppo strano.» mi fissò aspettando la mia risposta.
Poteva anche aver ragione, ma cosa potevo c'entrare io con la fredda governante dell'orfanotrofio? Certo, era stata la migliore amica dei miei genitori e poteva anche essersi affezionata a me perché le ricordavo i suoi vecchi amici, ma non pensavo che questo affetto potesse arrivare anche ad infrangere una delle regole più importanti dell'orfanotrofio.
«Sarà, Amy, ma per il momento non ci voglio pensare. Potrà anche avere un istinto protettivo nei miei confronti, ma poteva dimostrarmi affetto prima di oggi. Lo sai quanto tempo io abbia passato a sperare in qualcuno che mi volesse bene come un parente e lei poteva benissimo essere la "zia Kaitlyn" - anche se non le si addice molto.» spiegai, cercando di evitare il suo sguardo. «E poi non voglio venire a conoscenza di qualcosa che non desidero sapere. Lo so che è un ragionamento stupido, ma preferisco ignorare tutto quello che riguarda i miei genitori prima della loro morte, almeno per ora.»
Ci fermammo in mezzo al sentiero e ci guardammo negli occhi. Il suo sguardo non lasciava trasparire molta comprensione. Capitava spesso che io e lei la pensassimo in modo diverso (non solo su quell'argomento), ma non eravamo mai arrivate ad una vera e propria discussione. Preferivamo lasciare il discorso in sospeso per poi riprenderlo più avanti.
«Non dico di cercare qualcosa suoi tuoi genitori. Ti capisco benissimo e sinceramente anche io preferisco lasciar perdere i miei. In fondo non hanno mai fatto parte dei miei ricordi. Per me loro sono solamente coloro che mi hanno messo al mondo, ma non fanno parte della mia vita e a me sta bene così. Però credo che Kaitlyn stia passando qualcosa di davvero opprimente. Non dico di stressarla per dirci quello che le succede, ma semplicemente cercare di capire il motivo del suo comportamento.» si sistemò il berretto che aveva in testa e poi infilò nuovamente le mani nelle tasche della giacca.
«Sono affari di Kaitlyn, non nostri. Se li deve sistemare da sola. In più ho il presentimento che sia qualcosa di molto complicato ed io preferisco starne fuori.» dissi liquidando il discorso con un movimento veloce della mano.
Con la coda dell'occhio notai un gruppetto di tre ragazzi venire nella nostra direzione. Sembravano avere all'incirca due o tre anni in più di me e Amelia e camminavano spavaldamente sulla stradina di selciato. Il ragazzo al centro aveva i capelli castani e mossi che gli ricadevano scompigliati sulla fronte mentre soffocava una risata per qualcosa che gli aveva detto l'amico che era alla sua sinistra. Quest'ultimo aveva i capelli neri come la pece e gli occhi di un verde acceso molto particolare. Sul viso aveva un leggero cenno di barba scura e fissava il castano al suo fianco. L'ultimo ragazzo era appena scoppiato a ridere. Aveva i capelli biondi e gli occhi di una tonalità ambrata inusuale.
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The Anchor Of Destiny
Teen FictionOrfanotrofio: un posto triste e monotono, che lega il passato col presente. Ma è così anche quando hai degli amici con cui condividere la tua tristezza, il tuo sarcasmo, le tue battute e le tue preoccupazioni? È così anche quando scopri fatti di cui...