Bussai alla porta cercando di farmi sentire ma non troppo. Il buio divorava come al solito i corridoi dell'orfanotrofio mentre l'unica fonte di luce che c'era era la piccola torcia elettrica dal barlume freddo e privo di ogni sfaccettatura colorata che ricordasse la luce solare.
Ero consapevole che fosse notte fonda e che i proprietari della stanza alla quale avevo bussato stavano dormendo già da un bel pezzo, ma non avevo sonno. Amelia stava dormendo ed io avevo bisogno di parlare con qualcuno. Nel profondo speravo che Will fosse ancora sveglio e lo consideravo molto improbabile.
O almeno credevo così finché la luce di una lampadina illuminò di poco il corridoio attraverso la toppa della porta. Qualche secondo più tardi l'uscio si schiuse facendo entrare nel mio campo visivo un ciuffo scompigliato di capelli biondi.
Dopo il bacio, quando Will si era allontanato, era rimasto a fissarmi per qualche secondo e, contro ogni mia aspettativa, mi aveva proposto di insegnargli a suonare il piano. Credevo che, subito dopo avermi baciato, sarebbe scappato via come aveva già fatto in precedenza, ma invece era rimasto nella mia stessa stanza, con un sorriso smagliante stampato in viso pretendendo di imparare a suonare il grande strumento a tasti.
«Hilary...» sussurrò mentre un grande sorriso si dipingeva velocemente sul suo viso. Si vedeva dalla faccia assonnata che prima che io bussassi stava dormendo.
Ricambiai il sorriso. «Ehm... Indovina? Non riesco a dormire.»
«A che ora sei tornata in camera questa notte?» domandò sapendo già che era un orario che sorpassava di un bel po' il coprifuoco che Kaitlyn ci imponeva.
«Un'ora fa. Sai, è bella la sala della musica di sera.»
Si appoggiò allo stipite della porta con la spalla sinistra senza mai smettere di sorridere.
I nostri sussurri riempivano il corridoio altrimenti privo di rumori o parole.
«Fammi indovinare: hai fame e vuoi andare in cucina?»
Annuii con un ghigno poco affidabile stampato in viso.
Si sentì una specie di urlo sommesso proveniente dall'interno della stanza che diceva chiaramente "Vengo anche io". Riconobbi immediatamente la voce di Gideon che comparve qualche istante più tardi dietro Will con la sua altezza spropositata e i suoi capelli ricci scompigliati che gli coprivano gli occhi marroni profondi e dolci.
Entrambi indossavano dei pantaloni della tuta ed una felpa col cappuccio.
Will si era voltato leggermente verso il suo compagno di stanza alzando un sopracciglio come per chiedermi se andasse bene. Era da tanto che non parlavo con Gideon, quindi alzai le spalle in risposta al biondino e poi iniziai a camminare verso le cucine seguita dai due ragazzi.
Per tutto il tragitto si sentiva solo Gideon che, energico e contento per la scappatoia in cucina, cercava di parlare con Will esprimendo la sua felicità per quella piccola avventura. I due ragazzi camminavano dietro di me ed io sentivo lo sguardo insistente del biondino posato sulla mia nuca coperta da un ammasso di capelli scompigliati. Cercavo di ignorarlo, e quando Gideon si accorse che il suo compagno di stanza non lo stava ascoltando, sbuffò incrociando le braccia al petto iniziando a guardare davanti a sé.
Io illuminavo con la torcia i corridoi camminando di soppiatto per evitare che Kaitlyn ci scoprisse in piedi a quell'ora.
Gideon iniziò a camminare più velocemente per raggiungermi. Mi prese la torcia dalle mani e poi continuò a camminare più velocemente per arrivare per primo alle cucine lasciando me e Will, che nel frattempo si era affiancato a me, a qualche metro di distanza.
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The Anchor Of Destiny
Teen FictionOrfanotrofio: un posto triste e monotono, che lega il passato col presente. Ma è così anche quando hai degli amici con cui condividere la tua tristezza, il tuo sarcasmo, le tue battute e le tue preoccupazioni? È così anche quando scopri fatti di cui...