Capitolo 25

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Il corridoio che portava al nido era completamente illuminato mentre lo percorrevo velocemente in direzione di Rebecca. Si sentivano le urla di Rebecca dal punto in cui mi trovavo. Non capivo cosa fosse successo. Mi sembrava di muovermi lentamente, come se il mondo fosse rallentato tutto d'un colpo, come se gli altri fossero diventati immobili mentre io facevo fatica a muovermi tra l'aria pesante.

Rebecca era solo una bambina. Allora perché sentivo il bisogno di proteggerla? Perché stavo correndo verso di lei nel bel mezzo della notte quando avrei benissimo potuto rimanere in camera di Derek e parlare con lui? Perché ero tanto decisa ad aiutare quella piccola bambina dai capelli corvini e gli occhi verdi ipnotizzanti?

Entrai nella stanza scostandomi i capelli dagli occhi e cercando con lo sguardo Ruby. Il resto dei suoi coetanei la stava fissando come se fosse stata un alieno mentre la mora si muoveva spaventata sotto le coperte del suo piccolo lettino situato sotto la finestra da cui entrava la brillante luce lunare.

Mi inginocchiai non appena arrivai ai pressi della bambina.

«Ehi, Ruby, sono qui.» le sussurrai poggiandole una mano sulla fragile spalla. Era sdraiata di lato, con gli occhietti chiusi e il nasino arrossato mentre alcune limpide lacrime di paura le percorrevano le guance rosee. «Reb, per favore, svegliati.»

La mia voce si incrinò sotto lo sguardo di tutti quei bambini spaventati, stanchi ed irritati, ma non mi importava. Non mi importava di tutti quelli che vedevano la scena da fuori. Ruby era importante. Solo lei e nessun altro.

Le accarezzai la guancia col pollice cercando si spostarle i capelli scuri dal viso per poterla guardare meglio. «Svegliati, Ruby. Ti prego.»

Pian piano socchiuse gli occhi verde smeraldo puntandoli direttamente nei miei, senza paura, come se sapesse che con un semplice sguardo poteva chiedermi di fare qualsiasi cosa e io l'avrei fatta più che volentieri. Un po' mi spaventava l'effetto che lei aveva su di me, come del resto accadeva con Will, ma cercavo di reprimere la paura di essere legata a qualcuno, qualcuno per cui mi sarei catapultata in mezzo alle fiamme, se fosse servito, qualcuno a cui mi ero legata perché sentivo il bisogno di farlo, non perché ero costretta. Guardandola da fuori, sembrava che Rebecca fosse un angioletto appena sveglio, ma lei era alle prese col dolore che il suo brutto sogno le aveva causato. Sapevo che brutti scherzi potevano fare gli incubi e mi dispiaceva moltissimo che lei lo stesse vivendo. I suoi genitori l'avevano abbandonata e neanche nel sonno aveva la possibilità di sfuggire dalla realtà.

I suoi grandi occhioni erano sul punto di rilasciare tante piccole lacrime limpide sulle guance arrossate e alcune ciocche di capelli corvini le erano scivolate davanti al viso.

«Hilary!» esclamò aprendo le braccia per stringermi in un abbraccio iniziando a piangere. «Ho fatto un sogno bruttisimo

«È tutto okay.» sussurrai mentre le poggiavo una mano sulla schiena e l'altra sul capo accarezzandole i morbidi capelli scuri.
«Non voglio rimanere aquì.»

Cercai di rimettermi in piedi con la bambina che ancora mi stringeva forte forte per non lasciarmi andare. La presi in braccio normalmente non appena riuscii ad alzarmi e poi guardai dritto verso Meredith. Cullavo la bambina tra le mie braccia cercando di placare il suo pianto disperato. Si aggrappava con le piccole manine ai miei capelli castani pettinandoli con le sottili dita.

«È possibile far dormire Rebecca con me e Amelia? Solo per stanotte, Mer.» domandai alla donna che stava in piedi davanti alla porta che dava sul corridoio. Era appoggiata allo stipite dell'uscio, con i capelli castani sciolti sulle spalle e gli occhi dolci che osservavano la scena. Al suo fianco erano comparsi Derek e Will ed entrambi mi fissavano molto colpiti.

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