La mattina seguente Amelia mi svegliò spalancando la porta della nostra camera e facendo irruzione all'interno. Urlò il mio nome come se ci fosse stato un attacco zombie all'interno dell'orfanotrofio per poi correre alla finestra per aprirla.
La stanza era illuminata come al solito da alcuni timidi raggi solari che erano riusciti a superare la barriera composta dalle bianche nuvole londinesi che ricoprivano il cielo come un candido mantello.
Alzai il viso dal cuscino del mio letto per guardare la biondina che stava in piedi affianco a me.
«Alzati!» esclamò velocemente.
«C'è un assassino nell'orfanotrofio?» domandai invece sostenendo il suo sguardo sorridente.
«Oggi è sabato!»
«Proprio per questo avrei il diritto di dormire visto che mi sono addormentata solo tre ore fa.»
Amelia sbuffò inginocchiandosi a terra. Gli occhi blu le risplendevano più del solito. La ragazza aveva sempre avuto gli occhi di un azzurro abbastanza scuro, ma quella mattina quel colore assomigliava di più agli occhi profondi di Will. Una cosa che avevo notato in tutti quegli anni, era che gli occhi di Amelia cambiavano colore in base al suo umore. Di certo non passavano dall'azzurro al marrone, ma cambiava la tonalità di blu. Quando era felice, il colore si schiariva, quando invece era arrabbiata o triste, i suoi occhi diventavano quasi neri.
«Io e gli altri abbiamo deciso di fare colazione tutti insieme. Nessuno è più in sala da pranzo, quindi è tutta per noi.» mi sorrise sinceramente per poi voltarmi le spalle e dirigersi verso la porta. «E sbrigati a prepararti: tra un po' Aalis deve togliere tutto.»
Così, una decina di minuti dopo, mi ritrovai a varcare la porta della sala da pranzo scostandomi una ciocca di capelli scuri da davanti gli occhi. Notai immediatamente che quello che Amelia aveva detto era reale: nessuno era in quella stanza a parte Amy, Gideon e i tre ragazzi nuovi.
Il primo che vidi fu Will che era seduto al tavolo mentre guardava fuori dalla finestra. Un raggio di sole gli arrivava proprio sul viso costringendolo a socchiudere gli occhi azzurri. I capelli biondi erano illuminati dalla luce solare proveniente dall'esterno e in mano teneva stretto un biscotto al cioccolato. Nonostante l'aria angelica che gli dava il raggio solare, sembrava quasi turbato e perso nei suoi pensieri. Riuscivo a scorgere i ricordi e i pensieri che affioravano alla sua mente tramite i suoi occhi fissi su un punto fuori dalla finestra. Sapevo che, qualsiasi cosa lui stesse guardando, in realtà non la vedeva. Ero al corrente della sensazione che ti invade quando la tua mente pensa a cose spiacevoli. In quei momenti guardi con gli occhi, ma non riesci a riconoscere gli oggetti perché la tua mente è incentrata su qualcos'altro.
Spostai lo sguardo su Derek che come al solito aveva i capelli scuri raccolti in un codino sulla nuca e gli occhi color caffè che esprimevano agitazione nell'osservare il biondino seduto affianco a lui. Si vedeva lontano un miglio che il moro era preoccupato per Will e per quello che stava passando. Era capitato poche volte che io vedessi Derek con quell'espressione piena di inquietudine. Indossava una maglietta a maniche lunghe bianca e nera e pantaloni della tuta scuri quanto i suoi capelli.
Amelia, Meghan e Gideon davano le spalle alla grande parete composta da vetrate.
Meghan sembrava felice come sempre. Gli occhiali le erano scivolati sulla punta del naso e i capelli biondi le coprivano di poco il viso pallido. Appena mi notò mi sorrise facendomi un cenno di saluto e attirò l'attenzione di Gideon che sedeva affianco a lei.
Lui aveva i capelli marroni più scompigliati del normale facendogli cadere i riccioli più definiti davanti gli occhi color nocciola. Anche lui sembrava abbastanza preoccupato per Will, lo si capiva dal modo in cui lo guardava, eppure, a differenza di Derek, lui cercava di nascondere la sua paura per il biondino. Sembrava che lui sapesse qualcosa di cui Derek non era al corrente.
Infine c'era Amelia che quando mi vide mi invitò a sedermi affianco a Will facendomi in seguito un occhiolino. I riccioli le sfuggivano dalla coda bassa che si era fatta mentre si infilava in bocca un biscotto inzuppato nel tè.
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The Anchor Of Destiny
Подростковая литератураOrfanotrofio: un posto triste e monotono, che lega il passato col presente. Ma è così anche quando hai degli amici con cui condividere la tua tristezza, il tuo sarcasmo, le tue battute e le tue preoccupazioni? È così anche quando scopri fatti di cui...