Quella stessa sera salutai Will, Meghan e Derek e uscii dalla biblioteca intenta ad andare nell'ufficio di Kaitlyn. Non avevo molta voglia di parlare di quello che era successo quella mattina, ma dovevo farlo, altrimenti la governante non me l'avrebbe fatta passare liscia. Preferivo di gran lunga passare il mio tempo con Will e tentare in qualche modo di sollevare l'umore a Derek, che si era fortemente demoralizzato dopo quello che Brandon - così Will mi aveva informato che si chiamava - gli aveva detto.
Nei corridoi non c'era anima viva: tutti i bambini dell'orfanotrofio stavano dormendo nelle loro stanze ed io ero l'unica che era stata convocata nell'ufficio della governante.
In lontananza si potevano udire alcune grida di protesta da parte dei bambini piccoli: capitava molto spesso che non volessero andare a letto, ma Meredith riusciva a farli addormentare in ogni caso. Lei era sempre stata bravissima coi bambini: capiva le loro necessità, i loro dolori e i loro giochi e sapeva come capovolgere quello che i bimbi facevano a suo favore. Era come una specie di maga.
Arrivai davanti alla porta dell'ufficio di Kaitlyn di malavoglia. Sapevo che lei era mia madre, ma era comunque la donna che mi aveva rovinato la vita nascondendomi tutta la verità. Nonostante avesse cercato di mostrarmi il suo passato e i miei genitori, aveva comunque evitato di dirmi la verità per anni. Era questo che mi pesava, era questo che mi impediva di dormire in alcune notti di quel periodo. Mi sentivo quasi prosciugata dal mio diritto di essere informata su quello che mi succedeva.
Però, proprio mentre allungavo il braccio verso la pesante porta, sentii delle voci provenire dall'interno di quella stanza, femminili e ovattate dallo spesso strato di legno pesante che ci divideva.
«Si è affezionata a Will.» riconobbi la familiare voce tranquilla di Lexie. Subito dopo scese il silenzio all'interno della stanza. Pareva quasi che Lexie stesse parlando da sola, eppure sapevo che non era sola: Kaitlyn lasciava il suo ufficio di rado; solamente quando era sicura che tutti si fossero ritirati nelle proprie stanze, andava a dormire. Quindi era ancora lì, che ascoltava Lexie.
Riuscivo ad immaginarmi la scena: Kaitlyn seduta composta alla sua scrivania, con i capelli ben raccolti in un ordinario chignon basso e la sua solita espressione dura sul suo viso giovane.
«E lui a lei.» aggiunse la ragazza dopo qualche secondo.
«Will Lancaster?» finalmente Kaitlyn parlò ed io non potei trattenermi dall'appoggiare l'orecchio sulla porta per sentire meglio la conversazione. Detestavo quando parlavano di me senza che io ci fossi, soprattutto se nella conversazione si parlava pure di Will. «Lui se ne andrà tra qualche mese...»
«Lo so, ma non puoi comandare al cuore, giusto?»
«Oh... Si è affezionata in quel senso.»
Ci fu un lungo silenzio interrotto solamente dal rumore inquietante dei tacchi di Kaitlyn che attraversava la spessa parete che mi divideva dalle due donne.
Non potevo vedere cosa stava accadendo, ma in un certo senso riuscivo guardare ogni movimento ed ogni espressione facciale di Kaitlyn e Lexie. Le conoscevo molto bene entrambe e sapevo alla perfezione come si comportavano quando si parlava di cose importanti. Sapevo ogni loro mossa prima ancora che la facessero. Quello che non sapevo era dove sarebbe andato a finire il discorso.
«Dopo che le hai detto che io sapevo che tu sei sua madre, non mi ha più parlato.» disse Lexie. Dal tono di voce che aveva usato non sembrava essere dispiaciuta, sembrava solamente calma, troppo per i miei gusti. Sembrava che non le importasse di me, non era più la ragazza con cui potevo confidarmi, o forse, non lo era mai stata.
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The Anchor Of Destiny
Teen FictionOrfanotrofio: un posto triste e monotono, che lega il passato col presente. Ma è così anche quando hai degli amici con cui condividere la tua tristezza, il tuo sarcasmo, le tue battute e le tue preoccupazioni? È così anche quando scopri fatti di cui...