32. She Is The Sunlight

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If loving her is,
Is heartache for me
And if holding her means
That I have to bleed,
Then I am the martyr
Love is to blame,
Cause she is the healing
And I am the pain.

[She Is The Sunlight - Trading Yesterday]

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LUKE.

- Il tuo gusto di gelato preferito? - domandai, sorridendo. Io e Claire eravamo sdraiati sul suo letto, entrambi con i piedi accanto alla testa dell'altro, a goderci gli ultimi raggi di sole che filtravano attraverso le tende arancioni della sua stanza. La sua coinquilina era fuori con la sua migliore amica, quindi avevamo avuto tutto il pomeriggio per rilassarci senza interruzioni.

- Vaniglia. - rispose lei, senza esitazioni.

- Che gusto ordinario. - la presi in giro, ridendo brevemente.

- Sentiamo, qual è il tuo, Mister Originalità? - ridacchiò a sua volta, toccandomi il piede con l'indice. - Ammettilo, è il gusto Puffo. -

Risi, rimanendo sdraiato a fissare il soffitto. - No, sa di dentifricio. Il mio preferito è cannella. -

- Non l'ho mai assaggiato. - borbottò, sbadigliando subito dopo.

- Dovresti. - annuii, nonostante non potesse vedermi.

- Lo farò. - ridacchiò. - Ok, tocca a me. Hai fratelli o sorelle? -

- Due fratelli più grandi: Jack e Ben. - replicai. - Tu? -

- Una sorella minore, si chiama Jane. In realtà è la mia sorellastra. - iniziò a spiegarmi, con un sospiro. - I miei si sono separati quando io avevo dieci anni e mio padre si è risposato un paio di anni dopo, con Marion. -

Rimanemmo in silenzio per qualche secondo ed io sperai che non si fosse intristita per l'argomento. - Mi dispiace. - sussurrai, con voce un po' incerta.

- Per cosa? - la sentii alzarsi su un gomito, ma io rimasi immobile, giocando distrattamente con il mio piercing.

- Per la separazione dei tuoi. - alzai le spalle.

Claire rise brevemente, poi tornò a stendersi. - No, è ok. Marion è molto dolce con me e mi tratta come se fossi sua figlia; in più mio padre è felice, ora. La mia vera madre è sempre stata uno spirito libero, non era fatta per il matrimonio e la vita familiare. -

- E non ti manca mai? - domandai, accarezzandole delicatamente il polpaccio.

- Ogni tanto mi telefona, o mi manda una lettera. - replicò, in tono piuttosto indifferente, cambiando poi argomento. - Comunque, è il tuo turno. -

- Giusto. - sorrisi io, pensando ad una domanda da farle. - Qual è il tuo colore preferito? -

- Il verde. - rispose, senza indugi. Non so per quale motivo, ma ero sicuro che avrebbe detto quello.

- Il mio è l'azzurro. - sussurrai, senza smettere di accarezzarla.

- Perché l'azzurro? - chiese, in tono curioso.

Non c'era una vera e propria ragione, in realtà, ma colsi l'occasione per dire qualcosa che mi sembrò romantico e appropriato.

- Perché è il colore dei tuoi occhi. - sentenziai, con un ghigno sfacciato.

- Idiota. - rise lei, tirandomi un leggero schiaffo sul piede.

- Che c'è? È una cosa dolce! - protestai, ridendo brevemente a mia volta.

Shiver || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora